Il ministro Giorgetti: "Fase complicata, ma piano serio e responsabile"

 
Il Piano strutturale di bilancio (Psb) sarà presentato alle Camere a ridosso del Consiglio dei ministri di venerdì prossimo. “È una fase complicata - ha detto il ministro Giancarlo Giorgetti nel corso dell’incontro con i sindacati a Palazzo Chigi per presentare il primo Psb - perché ci troviamo in un momento di transizione. Siamo alla prima di questi nuovi strumenti all’indomani della revisione del patto di stabilità”.

Giorgetti ha precisato che solo dopo l’8 ottobre (data in cui è previsto dell’esame delle Camere) si passerà alla legge di bilancio. “La linea del Piano strutturale - aggiunge - sarà prudente e responsabile in conseguenza dell’applicazione del patto”. Il ministro ha spiegato che le vere novità hanno interessato il braccio preventivo e quindi la traiettoria che il governo italiano ha scelto di portare a 7 anni per rendere sostenibile il piano.

Ha ricordato inoltre il dato importante del tasso di crescita della spesa media annua, all’1,5% in media nel periodo considerato, e la correzione pari allo 0,5% sul saldo strutturale che permetterà di arrivare sotto al 3% già dal 2026 e dunque avviare l’uscita dalla procedura di infrazione nella quale ci troviamo. Giorgetti ha evidenziato il peso del debito, cresciuto a causa dei vari bonus edilizi a cominciare dal superbonus 110.

Il ministro ha illustrato le priorità inserite nel piano: rendere strutturali alcune misure coerentemente con quanto annunciato e in maniera sostenibile (diminuzione cuneo fiscale per lavoratori basso e medio reddito e riforma delle aliquote IRPEF) “questa è la prima inderogabile decisione”. Sulla sanità ha confermato l’impegno a tenere la spesa sopra all’ 1,5% in rapporto sul Pil: “questo significa che altre spese devono essere più basse”. Sui contratti di lavoro pubblico, Giorgetti ha confermato l’impegno “a recuperare i valori dell’inflazione, ovvero circa il 2% annuo”.

Rispetto alle riforme legate al Pnrr Giorgetti ha ricordato le 4 aree di intervento: Giustizia (digitalizzazione, diminuzione tempi dei processi), PA (efficientamento spesa, risorse umane, digitalizzazione), Ambiente imprenditoriale (concorrenza, promozione sfide nuove tendenze, green e ambiente), Ammodernamento apparato fiscale (nuova spinta alla lotta all’evasione e elusione fiscale).

Il ministro ha auspicato un accordo e condivisione per un contributo a carico di chi ha maggiormente beneficiato di condizioni particolarmente favorevoli, specificando di non pensare a misure tipo tasse sugli extraprofitti. “Su questa retorica degli extraprofitti voglio chiarire che noi chiediamo un contributo a tutti quelli che se lo possono permettere cercando insieme la strada migliore per raggiungere gli obiettivi”. Infine ha ricordato che, purtroppo, l’approccio della Commissione europea non è di tipo espansivo e che non sono state accolte le richieste italiane di considerare diversamente le spese per gli investimenti.

Impegno del governo sarà quello di “non contribuire a alimentare il debito pubblico per le nuove generazioni”.
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