Il Superbonus cerca il rilancio

- di: Mutuionline.it
 
Un nuovo intervento normativo nel tentativo di rilanciare una misura che ha riscontrato grande successo tra le famiglie italiane. Il decreto Omnibus, da poco approvato dal Consiglio dei Ministri, è l’ennesimo intervento del legislatore sul Superbonus. Vediamo cosa attendersi, anche alla luce di altre misure inserite nel medesimo provvedimento legislativo, che ora passa all’esame del Parlamento per la conversione definitiva in legge.

Scadenza rimandata per i lavori nelle villette

I lavori relativi alle villette sono stati tra i più penalizzati dai precedenti interventi legislativi, orientati a stringere l’esborso di denaro pubblico, focalizzandolo sui meno abbienti. Ora c’è un parziale cambio di rotta dettato dalla consapevolezza che i lavori in corso potrebbero richiedere tempistiche più lunghe delle previsioni iniziali, soprattutto a causa della pausa estiva che inevitabilmente ha interessato molti cantieri nel corso delle ultime settimane. Così, chi sta completando i lavori per un edificio unifamiliare o per una villetta a schiera avrà tempo fino al 31 dicembre prossimo per ultimare (e quindi pagare) i lavori. Fin qui la scadenza era fissata per fine settembre. A questo proposito va segnalato che alla fine di giugno gli interventi ammessi a detrazioni su immobili unifamiliari e villette ammontavano a 37,7 miliardi di euro. Secondo gli analisti, la proroga non dovrebbe alzare sensibilmente questo ammontare, considerato anche che il massimo del beneficio (il 110% rispetto alla spesa della ristrutturazione) per unifamiliari e villette è applicabile solo nel caso in cui risulti il completamento di almeno il 30% delle opere entro il 30 settembre 2022. Quanto alle altre, hanno diritto al Superbonus solo gli immobili posseduti da contribuenti con un reddito calcolato con il quoziente familiare inferiore a 15mila euro e solo nella misura del 90% fino alla fine di quest’anno.

La tassa sugli extraprofitti delle banche potrebbe frenare le erogazioni

Lo stesso decreto Omnibus impatta sensibilmente sulla marginalità delle banche, prevedendo un’imposta del 40% sugli extraprofitti, in sostanza sul guadagno che le stesse hanno ottenuto grazie al rialzo dei tassi ad opera della Bce. Questo, nell’ottica del Superbonus, potrebbe influire in una duplice direzione: da una parte, avendo gli istituti maggiori imposte da versare, potrebbero mostrarsi più aperti del recente passato nell’accettare crediti da scaricare. Dall’altra, la contrazione dei profitti (il prelievo sarà reiterato sui bilanci 2023) potrebbe spingerle a stringere la cinghia sul fronte dei finanziamenti.

Poste finalmente pronta a partire

Intanto, dopo tanti annunci, sembra avvicinarsi la riapertura ai crediti d’imposta da parte di Poste Italiane a circa un anno dallo stop. Se non vi saranno cambi di rotta all’ultimo minuto (su questo punto la prudenza non è mai molta, dato che anche le riaperture annunciate da vari istituti di credito hanno poi dato vita a rinvii), il servizio partirà a inizio ottobre, con l’acquisizione dei crediti che sarà rivolta esclusivamente alle persone fisiche (quindi niente nuovi margini per i lavori realizzati su immobili dalle imprese) e limitata alle prime cessioni, per un ammontare massimo di 50mila euro per ciascuna operazione. Un modo, dunque, per venire incontro alle esigenze dei piccoli contribuenti. L’impatto sarà limitato, ma comunque è una boccata d’ossigeno dopo l’entrata in vigore della legge dello scorso febbraio, che ha bloccato la circolazione dei crediti d’imposta e degli sconti in fattura dei bonus relativamente ai bonus edilizi. Intanto, continua a crescere l’ammontare della spesa pubblica a sostegno del Superbonus. Secondo le ultime rilevazioni dell’Enea, a luglio gli importi agevolati sono cresciuti di 3,05 miliardi di euro arrivando a quasi 83 miliardi da quando esiste il 110%. L’incremento rispetto al 30 giugno è dovuto per oltre il 95% agli edifici condominiali.
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