Giovanna Boggio Robutti (FEduF): l'educazione finanziaria per gestire al meglio le proprie risorse economiche

- di: Redazione
 
L’importanza cruciale dell’educazione finanziaria e la necessità assoluta che il nostro Paese recuperi il ritardo in questo campo, il ruolo che in tale contesto è svolto dalla Fondazione per l’Educazione finanziaria e al risparmio (FEduF), l’importanza della collaborazione con la "Scuola Politica Vivere nella Comunità", fondata da Pellegrino Capaldo, Sabino Cassese e Marcello Presicci e, insieme a quest’ultima, con Istituzioni come la Banca d’Italia. Intervista a a Giovanna Boggio Robutti, Direttrice generale di FEduF e membro del Comitato scientifico della Scuola Politica ‘Vivere nella Comunità’.

Giovanna Boggio Robutti, lei è Direttrice generale di FEduf (Fondazione per l’Educazione finanziaria e al risparmio) e membro del comitato scientifico della Scuola Politica ‘Vivere nella Comunità’, la prima Scuola Politica apartitica e multidisciplinare in Italia. Cosa significa essere parte di questo prestigioso ed unico progetto formativo che sta riscuotendo una grande attenzione da parte di aziende ed istituzioni?

“Rappresenta un grande onore. Questo progetto è costituito da un gruppo di persone di altissimo livello che si impegna costantemente nel realizzare studi e programmi di grande interesse per i nostri giovani e per la comunità. Da quando FEduF è entrata in contatto con la Scuola Politica abbiamo toccato soprattutto due grandi temi: il primo, in continuità con il nostro lavoro svolto finora, riguarda l’impegno nell’aiutare i giovani ad acquisire gli strumenti di consapevolezza che sono indispensabili nella loro vita, ma che non sono stati al momento ottenuti. Il secondo aspetto è aiutare i ragazzi ad acquisire maggiori competenze possibili e ad assumere la consapevolezza che, in una società evoluta, è giusto che ognuno offra il proprio contributo: più questo contributo è responsabile, consapevole e competente, meglio sarà per la comunità intera”,

Nella Scuola Politica sono presenti alcune delle figure più importanti del nostro Paese come i Professori Cassese, Capaldo (fra i suoi ex allievi figura Mario Draghi), la Ministra Marta Cartabia, Francesco Profumo, Bernardo Giorgio Mattarella, Gabriele Galateri, Massimo Lapucci insieme a Carlo Messina e Stefano Lucchini, vostro Presidente FEduF. Cosa rappresentano queste straordinarie personalità per lei e per gli studenti che frequentano la Scuola?

“Queste personalità di spicco rappresentano una risorsa meravigliosa per i ragazzi ed un esempio straordinario di italiani che, nonostante i loro numerosi impegni, mettono a disposizione parte del loro sapere e delle loro competenze verso i giovani. 
La pandemia, seguita da altre complessità, ha reso questi ultimi tempi molto difficili per i ragazzi ma, al tempo stesso, ha anche offerto tantissime opportunità che i più giovani non possono cogliere se non sono abituati a leggere il contesto nel quale ci troviamo e le prospettive del prossimo futuro. Questi sono gli spunti principali che possono fornirci tali personalità, condividendo le loro esperienze e visioni professionali, arricchendo in questo modo i ragazzi di competenze ed informazioni indispensabili e personalmente ammiro molto le persone che, pur sommerse dal lavoro, riescono a dedicare del tempo a queste attività”.

La Scuola si occupa di politica, geopolitica, comunicazione, welfare e di economia e finanza. Nella nuova edizione avete previsto un protocollo tra FEduF e Banca d’Italia: in che modo questa collaborazione può aiutare i giovani ad aumentare le conoscenze in ambito finanziario?

“Questo protocollo può essere un aiuto molto importante. Banca d’Italia è partner in questa iniziativa perché si tratta del principale protagonista in Italia dell’educazione finanziaria: svolge da anni, infatti, attività in tutte le scuole italiane di ogni grado. Il fatto che ci siano due soggetti privati come la FEduF e la Scuola Politica che collaborano quotidianamente e lavorano insieme ad un’istituzione come Bankitalia rappresenta una marcia in più nel tentativo di portare in Italia una cultura economica che, purtroppo, a volte manca. Infatti, sta crescendo in maniera preoccupante la categoria dei ‘neet’, ovvero i ragazzi che non studiano e non lavorano: un fenomeno che colpisce soprattutto i ragazzi fra i 15 ed i 24 anni, un’età cruciale. Un’ulteriore indagine recente condotta da Ipsos per Save the Children fotografa una situazione che vede i ragazzi abbandonare la scuola per aiutare i genitori in difficoltà economica. In questo contesto occorre che i ragazzi acquisiscano determinate competenze che possano aiutarli a gestire in maniera responsabile il denaro e le risorse economiche che hanno a disposizione, anche se poche. Devono rendersi conto che stanno cominciando a costruire la loro vita e che la loro pensione sarà affidata specialmente alla capacità di gestire i risparmi durante tutto l’arco della loro esistenza: tali informazioni vengono spesso minimizzate o non vengono proprio prese in considerazione perché in Italia non esiste un luogo deputato per trasmettere questo tipo di informazioni ed esperienze. L’educazione finanziaria è una competenza indispensabile e, anche sotto questo punto di vista, c’è davvero tanto lavoro da fare per sensibilizzare le menti, soprattutto dei più giovani. L’inclusione finanziaria è fondamentale e, purtroppo, non avere una cultura economica di base non consente di accedere a diversi strumenti, che sono un diritto”.

Quali le nuove sfide dell’educazione finanziaria a fronte del complesso periodo attuale? 

“In questo momento storico stiamo assistendo ad un profondo cambiamento della relazione che abbiamo con il denaro e del modo in cui gestiamo le risorse economiche a nostra disposizione: stiamo nel bel mezzo, infatti, del periodo digitale e la pandemia non ha fatto altro che accelerare questo processo. Da un lato il mondo dei pagamenti digitali, che diventa sempre più intangibile in quanto utilizzato soprattutto dai più giovani, dall’altro lato però rischia di diventare pericoloso perché molte volte, non vedendo fisicamente i soldi che escono dal portafoglio, si perde il controllo del proprio denaro ed è molto più facile spendere se si usano strumenti dematerializzati. Ci sono, quindi, dei pro e dei contro nell’utilizzo di questi strumenti, che vanno necessariamente recepiti per svolgere il pagamento digitale in maniera consapevole. Il digitale è semplice e veloce per chi lo sa utilizzare, ma nasconde anche molte insidie come, per esempio, le piattaforme di trading online che per i ragazzi (e alcune recenti ricerche lo testimoniano) stanno diventando le nuove frontiere del gioco d’azzardo. Ci vogliono consapevolezza e competenza per tutti gli aspetti degli strumenti digitali, altrimenti si rischia di padroneggiare bene lo strumento senza però conoscerne fino in fondo i rischi che si celano dietro”.

Il futuro sicuramente ci presenta nuove sfide. FEduF come intende affrontarle e secondo quali valori?

“I valori sui quali ci basiamo sono le nostre fondamenta e sono chiarissimi. Il primo è il valore del denaro inteso in senso etico: ragionare, quindi, con i giovani sul fatto che il denaro è uno strumento di benessere indispensabile ma, al tempo stesso, dobbiamo imparare ad utilizzarlo ed è esattamente ciò che cerchiamo di far capire tramite FEduF, un’organizzazione no profit che cerca di promuovere in Italia una cultura di conoscenza e responsabilità nell’utilizzo del denaro. Questo processo parte dalle scuole d’infanzia e dai bambini più piccoli fino a giungere nelle università. Il nostro lavoro è aiutare l’Italia ad abbattere quella barriera di soggezione che esiste riguardo certi argomenti: basti pensare, ad esempio, che l’argomento dell’economia e della finanza viene inteso da molti adulti come una tema esclusivo di tecnici o assai difficile ed incomprensibile. Sono indubbiamente temi complessi ma, dato che quando prendiamo decisioni inerenti al denaro decidiamo in merito al nostro futuro, è fondamentale prendere coscienza dell’argomento per attuare scelte consapevoli. Questo è il lavoro quotidiano che portiamo avanti insieme alle banche e con la Scuola Politica, la quale ci aiuta ad arrivare a tutti quei ragazzi che saranno la classe dirigente dell’Italia del futuro”.


In che modo l’educazione finanziaria può contribuire al benessere del singolo e della società nel suo complesso? 

“Esiste un legame molto forte in tal senso: aumentare il proprio livello di educazione finanziaria è sinonimo di imparare a gestire il proprio denaro e le proprie risorse economiche in modo più efficiente ed efficace, conoscendo alcuni principi di base come la pianificazione ed il risparmio inteso come consumo differito, ovvero quel processo che non prevede il consumo immediato di tutto il denaro che si ha a disposizione, conservando parte di esso per bisogni futuri e progetti più grandi.  Questo processo porta ad un beneficio individuale per chi gestisce il proprio patrimonio in questo modo. Dal singolo, poi, si passa ad un bene per l’intera comunità in quanto, ovviamente, una miglior efficienza del mercato in generale è consequenziale ad un utilizzo consapevole del denaro da parte del singolo individuo.  Se è vero che l’educazione finanziaria, purtroppo, non cura tutti i mali, è altresì vero che aiuta l’individuo a vivere meglio ed è un’arma in più per la comunità intera. Tra l’altro, questo terribile periodo della pandemia ci ha consentito di entrare in contatto con tantissime persone digitalmente: abbiamo avuto la possibilità, infatti, di parlare a persone che in altri tempi non ci avrebbero ascoltato riguardo alcuni argomenti e siamo riusciti ad affrontare questi temi anche in maniera più leggera per chi non ha familiarità con tali materie e i risultati sono stati davvero ottimi. Continueremo, nel prossimo futuro, anche a promuovere questa serie di incontri”.
 
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