Giansanti: transizione ecologica impone azione condivisa a livello internazionale

 
Nei giorni scorsi l’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) ha indicato che l’agricoltura è chiamata a vincere “due sfide colossali”. Produrre cibo sano e in quantità adeguata per una popolazione mondiale in crescita e contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico.

“Grazie alle innovazioni e con un ritorno di attenzione nei confronti delle imprese professionali e più competitive, l’agricoltura europea può diventare un modello di riferimento, ma per una protezione efficace e duratura delle risorse naturali è indispensabile un’azione condivisa dall’intera comunità internazionale”, dichiara il presidente della Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, alla vigilia del G 20, presieduto dall’Italia, dedicato all’Ambiente, al Clima e all’Energia che si terrà, a Napoli, il 22 e 23 luglio.

“La transizione ecologica avrà un forte ed inevitabile impatto in termini sociali ed economici”, sottolinea Giansanti. “Per evitare distorsioni di concorrenza, è indispensabile un’azione concertata a livello globale”.

Sulla base delle recenti proposte della Commissione, l’agricoltura europea è stata chiamata a garantire l’assorbimento di 310 milioni di tonnellate di CO2 entro il 2030 e la neutralità climatica entro il 2035.

“E’ un obiettivo particolarmente ambizioso, ma restare fermi non è assolutamente un’opzione, perché il cambiamento climatico genera pesanti danni economici per le imprese agricole”, puntualizza il presidente della Confagricoltura.

 “Le agroenergie sono già un’importante realtà, ma il loro contributo può ancora salire – e in misura significativa - nell’ottica della sostenibilità ambientale. Dovrebbe essere anche valutata l’ipotesi di lanciare un sistema di “certificati verdi”, per incentivare e valorizzare la funzione dell’agricoltura e delle foreste in termini di trattenimento al suolo del carbonio”, conclude Giansanti.

“La Commissione europea ha annunciato la presentazione di una specifica proposta entro l’anno. I tempi decisionali non saranno brevi. Intanto, proponiamo di lanciare un “progetto pilota” italiano nell’ambito del Piano strategico nazionale per l’applicazione della nuova PAC”.


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