Energia: Regina (Confindustria), 5 leve per fare dell’Italia un hub dell’idrogeno

 
Una strategia energetica nazionale basata sull’idrogeno come game changer, che superi approcci ideologici basati sui diversi “colori” del vettore, puntando piuttosto sulla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. È quanto sottolinea Aurelio Regina, delegato per l’Energia e presidente del Gruppo Tecnico Energia di Confindustria, nell’intervista pubblicata nello speciale ENEA Pianeta Idrogeno, online sul sito eai.enea.it.

Regina individua 5 leve prioritarie per fare dell’Italia un hub dell’idrogeno: sostenere ricerca, produzione e domanda, snellire le autorizzazioni e promuovere una cultura dell’idrogeno. In questo contesto, Confindustria ha presentato un Piano d’azione per l’idrogeno al MiSE, ha aderito, quale prima associazione datoriale italiana, alla European Clean Hydrogen Alliance (ECH2A) e ha raggiunto accordi con ENEA ed altri soggetti rilevanti. “Vediamo importanti potenziali in questa tecnologia per la decarbonizzazione di settori energivori che oggi utilizzano gas naturale o nella trasformazione della mobilità, in particolare nel trasporto pesante, marittimo o aereo” afferma.

Idrogeno ma non solo. Per Regina “è solo attraverso lo sfruttamento di tutte le opzioni tecnologiche sostenibili, da quelle mature, come le rinnovabili o i sistemi per l’efficienza energetica, a quelle in corso di evoluzione, come l’idrogeno o le tecnologie di cattura, utilizzo e stoccaggio del Carbonio che si potrà raggiungere la neutralità carbonica del vecchio continente al 2050”.  Per fare ciò", afferma Regina, “il filo conduttore di tutte le politiche per abilitare la ripartenza, è l’eliminazione dei colli di bottiglia presenti nella burocrazia, pensiamo ad esempio alle pratiche autorizzative insostenibili che, fomentate dal cosiddetto effetto NIMBY (Non In My Back Yard), bloccano l’istallazione di impianti per la generazione di energia pulita”.

A livello di investimenti da mettere in campo per raggiungere i nuovi obiettivi al 2030, Regina evidenzia “stime preliminari portano ad immaginare oltre 500 miliardi di euro addizionali nei prossimi 10 anni”.  Ma per comprendere il futuro delle ambizioni climatiche nel contesto globale “appuntamenti cruciali saranno però il G20, che si terrà in Italia nel prossimo autunno, e la COP 26, gestita in partnership fra il nostro Paese ed il Regno Unito”, conclude Regina.

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