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CenerInLove

- di: Barbara Leone
 
Bacco, Tabacco e Venere riducono l’uomo in cenere. Mai proverbio fu tanto azzeccato come questo. Visto che i malandrini ingranaggi astrali del tempo per il 2024 hanno fatto coincidere San Valentino col Mercoledì delle Sacre Ceneri, giorno che impone a tutti i cattolici la più rigorosa osservanza del digiuno e dell’astinenza dalle carni. Oibò, e ora come la mettiamo? Digiuno, astinenza e festa degli innamorati: tutto nella stessa frase? Impossibile. E invece no. Possibile, eccome. Basta sbirciare tra le tante offerte che troneggiano nel web per constatare che i ristoratori si sono ingegnati e attrezzati per l’occasione. Sì, perché il digiuno di cui parla Santa Madre Chiesa non è proprio digiuno digiuno. Nel senso che non si mangia per tutto il dì. Un pasto nell’arco delle 24 ore, infatti, è permesso. Ma attenzione. Perché resta l’astinenza dalle carni. E qui non ci dispiace affatto, visto che la carne troppo bene non fa alla salute, al pianeta e soprattutto agli animali. E quindi? Cena di San Valentino vegana? Potrebbe essere un’opzione, anche se in realtà quasi tutti i locali propongono un menù a base di pesce per tagliare la testa al toro. Che no, non è una bella metafora visto che siamo animalisti, e visto pure che stiamo pur sempre parlando di festeggiare la festa degli innamorati, che con le corna e coi tori non va troppo d’accordo. In realtà manco coi sagittari, coi capricorno e l’ariete, che in quanto a corna levete proprio.

Poi mettici che gli scorpioni sono velenosi, gemelli e pesci per carità so’ falsi e doppi, il leone te magna in testa, la bilancia a cena anche no, il cancro lo dice la parola, l’acquario fa na brutta fine in una cena a base di pesce alla fine che resta? Ah sì, la vergine. E torniamo all’astinenza di cui sopra. Perché se l’astinenza dalle carni intese come cibo la si può raggirare con una cena a base di pesce, perché di raggiro trattasi misto a paraculata perchè pure quella del pesce è carne, l’astinenza dalla carne intesa come passione, desiderio, cupidigia, voluttà, attrazione… in una parola sesso, ebbene su questo c’è ben poco da inventare. Anche se qualcuno ci ha provato ad aggirare l’ostacolo chiedendo direttamente alla fonte, battesimale e non. Quando anni fa, infatti, fatalità volle che Ceneri e San Valentino cadessero nello stesso giorno, ci furono alcuni fedeli di Chicago che addirittura chiesero all’Arcivescovo una sorta di dispensa per sottrarsi a codesta santissima, e temutissima, astinenza. Dispensa che, guarda un po’, non arrivò.

Non perlomeno nei termini richiesti dalla comunità cattolica di Chicago, che dovette accontentarsi di un consiglio (leggasi prescrizione) a prova di scemo. Uno spiraglio di luce volto a salvare capra, con o senza corna, e cavoli. Come? Semplice: l’Arcidiocesi, con tanto di comunicato ufficiale, suggerì ai fedeli di festeggiarlo sì San Valentino. E pure bene: con tutti i crismi, cena e dopocena. Ma… il giorno prima. Ergo: il martedì grasso, “momento tradizionalmente festivo che segna la fine del Carnevale”, si legge nel comunicato. Del resto, come dicevano semel in anno licet insanire, che tradotto vuol dire che una volta all’anno è lecito impazzire. E quale giorno migliore per impazzire se non l’ultimo di Carnevale? Quando Bacco e Tabacco sono presumibilmente presenti. E con l’arrivo di Venere si potrà fare bingo, completando così il celebre terzetto canonico i cui vizi, si sa, finiscono tutti in cenere. Come volevasi dimostrare.
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