Africa: un futuro difficile
- di: Leonardo Dini
Quale futuro per l’Africa e come questo futuro sarà collegato al futuro dell’Europa e al futuro dello scenario Internazionale? Partendo da questa domanda appare logico dire che agli Africani e soltanto ad essi dovrebbe spettare, per la prima volta nella loro Storia,scrivere in piena libertà di scelte,il loro futuro. La crisi del grano ucraino bloccato nei porti dalla guerra richiama Onu ed Europa alle loro responsabilità sull'antica questione Fao del sostegno alla agricoltura in Africa. Tuttora appare insufficiente la koine’ di interessi tra la Unione Africana,le alleanze regionali e continentali tra gli Stati africani,la presenza stessa,non effimera,ma non abbastanza decisiva,dell’Onu in Africa,al netto dello sforzo della Fao per non dire dell’Europa. Cosa e come si è fatto dopo la missione Sahel di Prodi da parte Europea e da parte dell’Onu? Anche se non si è arrivati alla deriva decisionale maturata nel caso Ruanda anni ‘90,di fatto manca una strategia coerente, concreta, concertata tra Europa, Onu e in primis gli stessi Stati Africani che dovrebbero,tramontati colonialismo e neocolonialismo essere gli unici e legittimi protagonisti del cambiamento. Strategia di che genere poi? Siamo tuttora al dubbio Pasoliniano tra progresso e sviluppo in tema Africa, siamo ancora ai progetti Europei degli anni ‘70, mai realizzati e rimasti chimerici per contingenze e pragmatismi effimeri. Tuttora non esiste sul tema immigrazione,sul Sahel,sul Climate change,sul debito degli Stati Africani una strategia multilaterale condivisa tra Onu,Europa, Unione Africana e tra gli stakeholders regionali,a cominciare da Sudafrica Brics, Egitto e dagli Stati Africani che ambiscono a un ruolo di leadership o di coordinamento panafricano e intercontinentale. Molte volte si è parlato di sinergie tra le due sponde del Mediterraneo e tra le due sponde dell’oceano Atlantico e di quello Indiano ma,quasi sempre,le prospettive multicontinentali si sono tradotte in accordi bilaterali tra Stati o in ipotesi di creazione di zone di sviluppo e di affari economici mai realizzate.
È credibile che i goals Onu siano utopici e che sia impossibile governare da parte Africana uno sviluppo ambientalmente, migratoriamente e economicamente sostenibile? È lecito delegare il domani dell’Africa a Europa o Onu o ai nuovi stakeholder come la Cina o ai tradizionali influencers Economico politici Usa,Russia Francia,Inghilterra? Per noi no: anzi riteniamo giunto il momento per l’Africa di emanciparsi definitivamente da ogni tipo di condizionamento esterno,incluso quello neo coloniale e quello finanziario Cinese. L’Africa non è una autostrada al servizio della Silk Road,ne’di nuove speculazioni Americane o Europee. Anzi deve essere dovere morale dell’Europa,come più volte sottolineato da Fassino e da Prodi nei rispettivi ruoli trattare l’Africa e i suoi Stati da alleati con pari dignità,diritti e capacità propositiva,progettuale e di autogoverno. L’Africa deve,può,vuole essere una nuova Europa sia perché parte dell’Euromediterraneo e risorsa al servizio del futuro dell’Europa,sia perché traguardo di Unione Africana e alleanze tra Stati del continente nero non può non essere sull’esempio Europeo,la creazione di un villaggio globale Africano,dunque di uno stato continentale economico,politico e auspicabilmente,come in Europa, senza frontiere. È la natura stessa in Africa a non avere e anzi a ripudiare le frontiere tracciate in gran parte dai colonizzatori antichi e recenti,in funzione dello sfruttamento e saccheggio delle risorse Africane. Ma ora che l’Europa non è più il centro del mondo e non lo sono più neppure gli ex colonizzatori Francia, Inghilterra, Olanda, Belgio, Italia, Spagna, e Portogallo, che anzi vivono la crisi della loro dimensione unitaria Europea,l’Africa futura,una volta superati i conflitti e le crisi belliche e migratorie e ambientali attuali può essere esempio e lezione di civiltà e evoluzione per l’Europa o quel che ne sarà nel prossimo secolo. L’Africa si pone come centro mondiale in divenire, dunque:demograficamente, culturalmente, penso al suo grande esponenziale, progresso di università, studenti e ricercatori, centri di ricerca, per non dire del bel progetto Prodiano (proposto in un convegno ai Lincei), di università Euro Africana con esperienze di studio bicontinentali, al tempo stesso la ingiustamente criticata immigrazione Africana propone,come accaduto storicamente per la emigrazione di massa in America del Nord e del sud e in Canada e Australia,le condizioni per rafforzare la nuova nazione Europea nella economia e nel multiculturalismo,senza contare che le razze come affermava L Cavalli Sforza non esistono.
Ma è anche il momento di valorizzare il progetto di una Unione politica economica e di difesa Africana,di affermare in solidarietà tra nord e sud,anche se ognuno è sempre a nord o a sud di qualcun altro,la centralità di un continente che già ora dovrebbe avere un suo seggio nel consiglio di sicurezza Onu,magari abbinato a quello Europeo. Come Occidentali non abbiamo il diritto di arrogarci il futuro dell’Africa anzi siamo e saremo sempre in debito per lo schiavismo,il razzismo,il colonialismo,lo sfruttamento secolare. Sta ai giovani dell’Africa emancipati finalmente da povertà,emigrazione forzata,fame,razzismo,mancanza di cultura e sfruttamento economico e sociale,costruire la nuova Africa senza più jihadismo,talebani,senza Stati integralisti islamici,senza signori della guerra in Nigeria come in Libia o nel Corno di Africa. Il Sudafrica nei Brics è il prodromo degli Stati Africani in rapido progresso economico,sociale,culturale. Ma l’Africa è anche la sede delle piu antiche culture del mondo unitamente all’Asia. La Civiltà occidentale Greca classica deve molto,nelle sue origini, all’Egitto e alle altre civiltà antiche Africane. L’impero romano stesso ebbe numerosi imperatori Africani e nati in Africa, vivendo così una universalità dell’accesso al potere che anticipava di molti secoli la realtà attuale. L’Egitto ebbe faraoni neri. La Turchia ha avuto specie in epoca imperiale un decisivo contributo di idee,di emigrazione e di forza lavoro dall’Africa. L’America del nord ha appena vissuto la esperienza degli otto anni di Obama,il primo afro americano ma,più ancora,in virtù del padre di Barack, il primo africano leader della maggiore potenza mondiale. L’Onu ha avuto dall’Africa leaders straordinari tra i quali Kofi Annan. L’Asia oggi per la progressiva espansione cinese in Africa ha a sua volta una presenza Africana inedita. Il Brasile deve gran parte della sua cultura e storia al contribuito afroamericano. Quindi non esiste un futuro del mondo senza Africa e l’Africa è centrale per il futuro del mondo.