Covid-19: Giappone, la terza ondata si abbatte su Governo e Olimpiadi

- di: Emanuela M. Muratov
 
Il Covid-19 ha colpito in Giappone con minore forza rispetto ad altri luoghi del mondo. Ad oggi, i dati ufficiali parlano di 222.093 casi con 3.287 morti. Numeri molto minori di quelli che si sono registrati e continuano a registrarsi in Europa, a conferma della efficacia delle misure di contenimento della pandemia sino ad oggi adottate.
Ma dalla metà di ottobre il Giappone è stato colpito da quella che per gli scienziati è la temutissima terza ondata del contagio, con caratteristiche di maggiori forza ed impatto rispetto a quelle che si sono avute in primavera ed in estate.

Nonostante il rigore seguito dai giapponesi nell'indossare maschere e nel rispetto delle regole di distanziamento, si registrano quasi 4.000 nuovi casi al giorno, contro meno di 3.000 a metà dicembre e un massimo di 1.500 che è stato rilevato nelle due ondate precedenti.
A rendere il quadro ancora di più inquietante è la certezza che le prime vaccinazioni non potranno essere eseguite prima della fine di febbraio. Cioè, due mesi dopo la maggior parte dell'Europa. Ad aumentare la preoccupazione è stata la scoperta di sette casi della nuova variante di SARS-CoV-2. Questo ha spinto il governo a vietare l'ingresso di visitatori stranieri dal 28 dicembre al 31 gennaio 2021, una decisione fortemente criticata sui social media che contestano alle autorità di avere deciso ed attuato rapidamente la chiusura delle frontiere, ma di non avere avuto la stessa determinazione per adottare le misure necessario a frenare la diffusione del virus a livello nazionale.

Questa situazione, cioè la contestata inefficienza nella lotta al virus e nella cattiva gestione della pandemia, ha fatto precipitare l'indice di popolarità del governo guidato Yoshihide Suga.
L'esecutivo, secondo un sondaggio del 27 dicembre commissionato e pubblicato dal quotidiano Nihon Keizai Shimbun, ha perso 16 punti, scendendo al 42% della fiducia degli elettori. Una situazione che potrebbe addirittura mettere in dubbio lo svolgimento delle Olimpiadi di Tokyo in programma per estate 2021.

Infatti, secondo un altro sondaggio, fatto a metà dicembre dal canale pubblico NHK, il 63% degli intervistati ha chiesto l'annullamento o un nuovo rinvio delle Olimpiadi, contro il 48% di ottobre.
Suga, entrato in carica a settembre, nel corso della sua prima conferenza stampa sulla crisi sanitaria, ha chiesto ai giapponesi di "trascorrere un sereno fine anno e un sereno capodanno", riconoscendo comunque che "se non si fa nulla, non saremo in grado di prevenire un'ulteriore diffusione delle infezioni". Un primo passo, in gennaio, potrebbe essere una netta sterzata nel rapporto con le aziende che, in caso di mancato rispetto delle richieste di chiusura temporanea per la crisi sanitaria, potrebbero essere pesantemente sanzionate.

Ma anche nel Giappone del rigore formale e del pieno rispetto delle regole spesso si predica bene ma si razzola male, costringendo lo stesso premier ed il suo ministro della Difesa, Nobuo Kishi, a doversi scusare ufficialmente per avere, in occasioni diverse, partecipato a cene o eventi con un numero di partecipanti ben più alto del limite massimo di cinque imposto dallo stesso Suga.
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