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Volkswagen, perdita netta di 1,07 miliardi nel primo trimestre

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Volkswagen, perdita netta di 1,07 miliardi nel primo trimestre

Per il gruppo Volkswagen l’avvio del 2025 si chiude con numeri in rosso: la casa di Wolfsburg registra una perdita netta di 1,07 miliardi di euro nel primo trimestre, segno che le tensioni globali e la transizione verso l’elettrico continuano a pesare sulla redditività del costruttore tedesco.

Volkswagen, perdita netta di 1,07 miliardi nel primo trimestre

Nonostante un aumento delle vendite dei veicoli elettrici del 33% nel terzo trimestre, il gruppo non riesce ancora a compensare l’impatto dei margini ridotti, dell’aumento dei costi produttivi e dei dazi doganali americani, che rimangono tra i principali fattori di erosione degli utili.

L’effetto dei dazi statunitensi
Il tema delle tariffe è centrale. I dazi sulle auto europee, passati negli Stati Uniti dal 2,5% al 27,5% in aprile e poi ridotti al 15% in agosto, continuano a pesare in modo significativo sulle esportazioni di Volkswagen verso il mercato americano, nonostante la presenza di uno stabilimento produttivo nel Tennessee.
“Questi dazi doganali costano a Volkswagen fino a 5 miliardi di euro all’anno”, ha spiegato il direttore finanziario del gruppo Arno Antliz, sottolineando che i marchi Audi e Porsche, tra i più redditizi del gruppo, producono interamente i loro modelli al di fuori degli Stati Uniti, risultando quindi più esposti alle barriere tariffarie.

Elettrico in crescita ma ancora poco redditizio
Nel segmento elettrico, nonostante la domanda in aumento, i margini restano compressi. Le vetture a batteria rappresentano una parte crescente del portafoglio del gruppo, ma la redditività media è inferiore rispetto a quella dei modelli tradizionali, a causa del costo ancora elevato delle batterie e delle catene di fornitura non completamente ottimizzate.
Il gruppo ha riconosciuto che “i programmi di performance messi in atto stanno iniziando a dare i loro frutti”, ma i risultati restano condizionati dalla forte volatilità dei costi energetici e delle materie prime.

Il piano di ristrutturazione e i tagli occupazionali
Volkswagen ha avviato alla fine del 2022 un piano di ristrutturazione pluriennale finalizzato a recuperare efficienza e margini industriali. Il progetto, che punta a una riduzione dei costi complessivi e a una maggiore integrazione delle attività tra i vari marchi, prevede la soppressione di 35.000 posti di lavoro entro il 2030, pari al 29% della forza lavoro in Germania.
Una misura definita “storica” dagli analisti del settore, che evidenziano come si tratti della più ampia riorganizzazione della casa tedesca dal dopoguerra. L’obiettivo dichiarato è di liberare risorse per gli investimenti nell’elettrificazione e nel software, due aree considerate strategiche per il futuro del gruppo.

Domanda debole e produzione sospesa
La scarsa domanda di modelli elettrici in Europa, aggravata dall’incertezza dei consumatori e dalla concorrenza crescente dei produttori cinesi, ha costretto Volkswagen a sospendere temporaneamente la produzione in due stabilimenti tedeschi nel corso dell’autunno.
Il mercato continentale, spinto da incentivi disomogenei e da politiche ambientali differenti tra i Paesi, mostra ancora un andamento altalenante. In Germania, principale bacino del gruppo, le immatricolazioni di auto elettriche hanno segnato un calo del 12% nei primi nove mesi dell’anno, dopo la riduzione dei sussidi federali.

La crisi dei semiconduttori e le prospettive
A complicare ulteriormente il quadro, la nuova crisi dell’approvvigionamento di semiconduttori semplici, legata alle difficoltà del produttore Nexperia, minaccia di rallentare la produzione per i costruttori europei. Volkswagen mantiene tuttavia le sue previsioni annuali, “nell’ipotesi di una disponibilità sufficiente di semiconduttori”, si legge nella nota del gruppo.
La carenza di chip continua a rappresentare un fattore strutturale di incertezza per l’intero comparto automobilistico, con effetti diretti sulle linee produttive e sui tempi di consegna.

La sfida della transizione
La casa di Wolfsburg è impegnata in una trasformazione senza precedenti: da produttore di massa a ecosistema tecnologico integrato, in grado di competere con i giganti cinesi e americani. Gli investimenti in mobilità elettrica, digitalizzazione e software supereranno i 180 miliardi di euro entro il 2030, ma i ritorni economici restano ancora lontani.
Gli analisti considerano la perdita trimestrale un “campanello d’allarme”, ma sottolineano anche che la capacità finanziaria del gruppo rimane solida, con una liquidità industriale netta superiore ai 30 miliardi di euro.

Il 2025 si conferma dunque un anno di transizione difficile per Volkswagen e per l’intera industria automobilistica europea, stretta tra la pressione geopolitica dei dazi, i costi della trasformazione green e la necessità di riconquistare competitività globale.

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