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Arrestato 21enne per propaganda neonazista, maxi blitz in tutta Italia

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Arrestato 21enne per propaganda neonazista, maxi blitz in tutta Italia

Un giovane bresciano di 21 anni è stato arrestato con l’accusa di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa. L’operazione è frutto di una lunga indagine condotta dai Carabinieri del Ros, che ha portato anche all’esecuzione di 26 perquisizioni in varie città italiane. Gli indagati sarebbero tutti collegati a gruppi virtuali di estrema destra, frequentati da utenti con orientamenti neonazisti, suprematisti, antisemiti e xenofobi. L’ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti del 21enne rappresenta l’atto più grave di un’inchiesta che da mesi monitora l’evoluzione dell’odio online, sempre più strutturato in ambienti chiusi e radicalizzati.

Arrestato 21enne per propaganda neonazista, maxi blitz in tutta Italia

Secondo quanto emerge dalle indagini, i gruppi online utilizzati dagli indagati erano frequentati quotidianamente da decine di utenti che condividevano contenuti inneggianti al nazismo, al razzismo e alla violenza. Le piattaforme utilizzate spaziavano dai forum criptati alle chat su canali Telegram, spesso accessibili solo su invito. All’interno di questi spazi venivano diffuse immagini di propaganda hitleriana, guide alla costruzione di ordigni rudimentali, insulti e minacce verso ebrei, migranti, musulmani e omosessuali. Gli investigatori hanno sottolineato come la rete non fosse solo una vetrina ideologica, ma anche un ambiente di addestramento psicologico, con tecniche di proselitismo studiate per avvicinare adolescenti e giovanissimi.

Il profilo del 21enne e la radicalizzazione precoce

Il giovane arrestato, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, avrebbe avuto un ruolo centrale all’interno di alcuni canali digitali in cui era riconosciuto come figura di riferimento. L’ordinanza parla di “condotta sistematica e organizzata” nella promozione dell’ideologia suprematista, con un’attività costante di pubblicazione e interazione. Il 21enne avrebbe iniziato a frequentare questi ambienti sin dall’età adolescenziale, radicalizzandosi progressivamente anche a causa dell’isolamento sociale e dell’assenza di filtri educativi o familiari. Nel suo domicilio sono stati sequestrati computer, telefoni, hard disk e materiali cartacei contenenti simboli del Terzo Reich, testi revisionisti e riferimenti diretti a manifesti della destra estrema europea e americana.

Le perquisizioni in tutta Italia e le prossime fasi dell’indagine
Le 26 perquisizioni disposte dal pm di Brescia si sono svolte in contemporanea su tutto il territorio nazionale, toccando grandi città e piccoli centri. L’operazione ha coinvolto centinaia di militari, supportati anche da unità informatiche specializzate, per il sequestro e l’analisi del materiale digitale. Gli inquirenti stanno cercando di comprendere se, oltre alla propaganda, vi fossero piani concreti per la realizzazione di atti violenti o attentati. Al momento non risultano riscontri di organizzazioni armate o strutture paramilitari, ma alcune chat contengono simulazioni e conversazioni che, secondo la procura, “mostrano la pericolosità potenziale dei soggetti coinvolti”.

L’allarme degli esperti e le falle nella prevenzione digitale
L’operazione riaccende il dibattito sulla pervasività dell’estremismo di destra nella sfera online. Gli esperti di terrorismo e sicurezza digitale parlano da anni della crescita di una nuova generazione radicalizzata interamente attraverso il web, spesso invisibile ai canali tradizionali di controllo. A differenza dei movimenti storici legati alla presenza fisica in piazza o in sedi politiche, questa galassia si alimenta di contenuti virali, meme, linguaggi in codice e un’estetica pop militarizzata che esercita grande fascino sui giovani. I magistrati coinvolti nell’inchiesta sottolineano come l’attività preventiva debba evolvere di pari passo con le dinamiche digitali, con una maggiore cooperazione tra piattaforme social, forze dell’ordine e famiglie.

La risposta delle istituzioni e il fronte politico

La notizia dell’arresto ha trovato immediato riscontro anche sul piano politico. Numerosi parlamentari, soprattutto del centrosinistra, hanno chiesto l’istituzione di una commissione di indagine sull’estremismo online, mentre da ambienti del governo è arrivata la rassicurazione che verranno rafforzate le misure di monitoraggio cibernetico. Il ministro dell’Interno ha espresso apprezzamento per il lavoro dei Carabinieri e ha definito “intollerabile” la diffusione di ideologie che si richiamano apertamente a simboli e pratiche del nazismo. Anche alcune associazioni ebraiche e antifasciste hanno chiesto un intervento normativo più incisivo per colpire con maggiore efficacia le forme digitali di incitamento all’odio e alla discriminazione.

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