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Avvocati sotto ricatto: Trump spezza le Big Law

- di: Jole Rosati
 
Avvocati sotto ricatto: Trump spezza le Big Law
Decreti presidenziali minacciano l’accesso ai tribunali, nove studi capitolano a favore di Trump, quattro resistono e vincono in tribunale: lo scandalo che scuote la professione legale americana.
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Il panorama legale statunitense è travolto da un vero e proprio abuso di potere, orchestrato dal secondo mandato di Donald Trump: decreti presidenziali che negano credenziali, l’accesso a documenti e strutture federali, e un ricatto velato agli studi legali più prestigiosi. Nove di questi colossi hanno ceduto, firmando accordi per fornire servizi pro bono fino a 940 milioni di dollari, mentre quattro hanno scelto la via del confronto giudiziario, denunciando la incostituzionalità degli ordini esecutivi.
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Decreti come armi: accesso negato e credenziali revocate
Trump ha emesso una serie di executive orders diretti contro studi come Paul Weiss, WilmerHale, Perkins Coie, Susman Godfrey e Jenner & Block. Le misure includevano la revoca delle credenziali di sicurezza, l’espulsione da edifici federali e la sospensione di contratti governativi, con avvertimenti che ogni studio sarebbe finito nel mirino se avesse sostenuto clienti contrari all’amministrazione.

Il patto del silenzio: 940 milioni di pro bono “condivisi”

Nove giganti – tra cui Kirkland & Ellis, Latham & Watkins, Simpson Thacher, A&O Shearman, Cadwalader, Skadden, Paul Weiss, Milbank e Willkie Farr – hanno firmato accordi per evitarsi guai, impegnandosi a offrire servizio legale gratuito per cause gradite all’amministrazione, come assistenza a veterani, lotta all’antisemitismo, miniere di carbone, o difesa delle forze dell’ordine. I dettagli restano nebulosi: non si sa cosa sia incluso, né chi controllerà queste prestazioni.

Resistenza e ricorsi: quattro barriere contro il potere
Quattro studi – Perkins Coie, WilmerHale, Jenner & Block, Susman Godfrey – hanno portato i provvedimenti in tribunale e ottenuto in via immediata e definitiva sentenze che dichiarano l’incostituzionalità degli ordini.
Il 2 maggio, la giudice Beryl Howell ha definito l’ordine contro Perkins Coie “retorsivo e discriminatorio di opinione”.
Il 23 maggio, il giudice Bates ha annullato il decreto contro Jenner & Block, definendolo “rappresenta una punizione per la rappresentanza legale che l’amministrazione disapprova”.
Simili emergenze legali emergono anche per WilmerHale e Susman Godfrey.

Esoneri, esodi e clientela affranta
Nei nove studi che hanno aderito all’accordo, si registrano defezioni multiple: partner e legali, tra i quali Damian Williams (già procuratore nel distretto di Manhattan), hanno abbandonato aziende come Paul Weiss per passare a Jenner & Block, dichiarando di sostenere solo studi fedeli all’indipendenza giudiziaria. 
Il caso Willkie Farr & Gallagher ha generato un vero esodo: almeno 7 partner lasciati per Cooley, motivati dalla protesta etica verso l’accordo da 100 milioni di dollari.
Nel mentre, corporate del calibro di Oracle, Morgan Stanley, Microsoft, McDonald’s stanno spostando mandati legali verso studi “resistenti”, sospendendo o rivalutando il supporto legale a chi ha capitolato.

Commenti a caldo: la professione sotto tiro
Brad Karp, leader di Paul Weiss, ha ammesso che senza la firma dell’accordo “lo studio sarebbe stato distrutto”. 
Un giovane legale di Simpson Thacher, Siunik Moradian, ha definito la scelta del suo studio una “capitolazione codarda” ed espressione di “autoritarismo”. Atto che killerebbe” la professione legale.
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Minata la separazione tra governo e potere giudiziario
Questa vicenda segna un terremoto istituzionale: la separazione tra governo e potere giudiziario è minata da decreti che usano l’accesso ai tribunali come arma. Offre una sconcertante offerta “prendi o lascia” che mette in ginocchio la libertà della professione legale. La spaccatura tra chi ha ceduto e chi ha reagito offre uno specchio della crisi: dignità contro sopravvivenza economica. L’America legale del Trump 2 rischia di perdere indipendenza, se non si rialza in piedi, unita.

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