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Stati Uniti, in arrivo licenziamenti al Dipartimento di Stato dopo la sentenza della Corte Suprema

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Stati Uniti, in arrivo licenziamenti al Dipartimento di Stato dopo la sentenza della Corte Suprema

Due giorni dopo il pronunciamento della Corte Suprema che ha legittimato la possibilità per l’amministrazione Trump di ridurre il personale nei settori pubblici, è arrivato l’annuncio formale: il Dipartimento di Stato si prepara a una serie di licenziamenti. La notizia è stata confermata da fonti interne all’amministrazione, secondo cui la decisione rientra in un più ampio programma di razionalizzazione della macchina federale. Il presidente Trump, che aveva atteso con attenzione il verdetto dell’Alta Corte, ha ottenuto ora il pieno margine giuridico per procedere al taglio dei dipendenti federali considerati “non essenziali” o “ridondanti”.

Stati Uniti, in arrivo licenziamenti al Dipartimento di Stato dopo la sentenza della Corte Suprema

Il Dipartimento di Stato è tra le prime strutture coinvolte nella fase operativa della riforma, scelta che non sorprende se si considera l’approccio dell’amministrazione Trump verso la diplomazia multilaterale. Secondo le anticipazioni, i tagli riguarderanno una quota non precisata di funzionari di medio livello, soprattutto impiegati nei servizi amministrativi e nelle sezioni regionali. Non è escluso che anche alcune ambasciate o uffici esteri subiscano una riduzione dell’organico. La riorganizzazione dovrebbe avvenire in tempi rapidi, con effetti visibili già entro la fine dell’estate.

Riforma o epurazione? Le critiche della comunità diplomatica
La notizia ha generato immediate reazioni all’interno della comunità diplomatica americana. Alcuni ex ambasciatori e funzionari di carriera hanno parlato di una “epurazione mascherata”, denunciando il rischio di indebolire la rete diplomatica in un momento di forte tensione geopolitica. “Svuotare il Dipartimento di Stato significa ridurre la capacità degli Stati Uniti di prevenire i conflitti e di risolverli con la forza della diplomazia”, ha dichiarato un ex sottosegretario. Altri osservatori, invece, vedono nella mossa un tentativo di disinnescare apparati burocratici considerati ostili alla nuova dottrina politica imposta dalla Casa Bianca.

Una sentenza destinata a segnare un precedente
Il provvedimento è reso possibile dalla sentenza della Corte Suprema, che ha ribaltato decenni di giurisprudenza in materia di protezione del lavoro pubblico. In particolare, la Corte ha stabilito che l’Esecutivo può licenziare dipendenti federali anche senza dimostrare gravi inadempienze o colpe professionali, purché la scelta sia motivata da esigenze di efficienza o risparmio. Si tratta di una svolta radicale nella governance pubblica americana, che potrebbe avere effetti estesi anche in altri dipartimenti e agenzie. Alcuni giuristi temono che ciò possa dare inizio a un’erosione sistematica delle garanzie occupazionali nel pubblico impiego.

Trump accelera la svolta post-burocratica

La riforma della pubblica amministrazione è uno dei punti fermi dell’agenda politica di Donald Trump. Già durante il primo mandato, il tycoon aveva più volte lamentato l’inefficienza e l’ideologizzazione di molti settori dello Stato, accusati di boicottare la sua azione di governo. Il nuovo ciclo presidenziale sembra muoversi con maggiore decisione in questa direzione, con l’obiettivo dichiarato di “snellire lo Stato” e “riportare sotto controllo l’apparato federale”. I licenziamenti al Dipartimento di Stato segnano dunque un passaggio emblematico di questa strategia e pongono una sfida aperta a sindacati e istituzioni indipendenti.

Effetti potenziali su relazioni estere e clima interno
L’impatto di questi licenziamenti si farà sentire su più livelli. A livello internazionale, la riduzione del personale diplomatico potrebbe rallentare le attività consolari, le operazioni di mediazione e i rapporti bilaterali, soprattutto nei contesti più delicati. Sul piano interno, invece, si apre una nuova frattura tra l’amministrazione e le strutture federali, che rischia di tradursi in contenziosi, ricorsi e proteste da parte dei lavoratori colpiti. L’effetto simbolico della misura, tuttavia, è già chiaro: Trump intende ridefinire la macchina statale secondo una logica più centralizzata, selettiva e politicamente controllata.

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