Donald Trump è pronto a firmare oggi un ordine esecutivo che segna l’inizio della fine del Dipartimento dell’Istruzione federale, una mossa che potrebbe trasformare radicalmente il sistema educativo statunitense, riportandolo a una sorta di Medioevo guidato dalla sua base di evangelici estremisti.
Secondo fonti della Casa Bianca citate dal New York Times, il presidente ha incaricato la segretaria all’Istruzione, Linda McMahon, di avviare il processo per smantellare l’agenzia federale, restituendo il controllo dell’istruzione ai singoli Stati. Un passo che, secondo molti osservatori, rischia di aprire la strada a un’ondata di riforme conservatrici, con implicazioni profonde per l’insegnamento di temi come l’evoluzionismo, il cambiamento climatico e l’inclusività.
Il sogno degli evangelici: creazionismo, negazionismo e ignoranza
Il vero obiettivo di Trump, secondo molti analisti, non è semplicemente ridurre il ruolo del governo federale, ma favorire un’agenda ideologica che rispecchia le richieste della sua base evangelica. “Vogliamo che i nostri figli imparano la verità, non le bugie della scienza”, ha dichiarato il pastore evangelico Jerry Falwell Jr. “La Bibbia ci dice che Dio ha creato l’uomo a sua immagine, non che discendiamo dalle scimmie”.
In Stati a maggioranza repubblicana, il controllo locale sull’istruzione potrebbe portare all’eliminazione di temi come l’evoluzionismo, il cambiamento climatico e l’inclusività. “Questa è una guerra contro la scienza e la ragione”, ha affermato Bill Nye, noto divulgatore scientifico. “Se vogliamo competere a livello globale, non possiamo permettere che l’ignoranza diventi la norma”.
La strategia di Trump: decentralizzare per dominare
L’ordine esecutivo di Trump rappresenta un passo concreto verso una delle promesse chiave della sua campagna elettorale: ridurre il potere del governo federale. “Il governo centrale non dovrebbe decidere cosa i nostri figli devono imparare”, ha dichiarato Trump in un discorso del 15 marzo. “Gli Stati e le comunità locali sanno cosa è meglio per i loro studenti”.
Tuttavia, il smantellamento completo del Dipartimento dell’Istruzione richiederebbe l’approvazione del Congresso, un passaggio che si preannuncia difficile data l’opposizione dei democratici e di alcuni repubblicani moderati. “Questo è un attacco diretto al futuro del nostro Paese”, ha commentato la senatrice Elizabeth Warren.
Le reazioni: allarme tra scienziati e attivisti
La proposta ha scatenato un acceso dibattito. Da un lato, i conservatori applaudono la mossa come una vittoria per la libertà educativa. “Finalmente gli Stati potranno decidere cosa è meglio per i loro studenti”, ha detto il governatore del Texas, Greg Abbott.
Dall’altro lato, insegnanti, scienziati e attivisti temono un ritorno a un’epoca in cui l’istruzione era fortemente influenzata da ideologie religiose e politiche. “Questa è una minaccia diretta alla scienza e alla ragione”, ha dichiarato Rebecca Klein, esperta di politiche educative presso il Brookings Institution. “Se vogliamo competere a livello globale, non possiamo permettere che l’ignoranza diventi la norma”.
Il contesto politico: Trump consolida la base evangelica estremista
La mossa di Trump arriva in un momento di crescente polarizzazione politica, con il presidente che cerca di consolidare il sostegno della sua base evangelica e conservatrice in vista delle prossime elezioni. Secondo un sondaggio del Pew Research Center, il 65% degli elettori repubblicani sostiene la decentralizzazione dell’istruzione, mentre il 78% dei democratici vi si oppone.
Inoltre, l’iniziativa sembra allinearsi con la campagna di Elon Musk per ridurre il numero di agenzie federali, una posizione che il tycoon ha più volte espresso sui social media. “Il governo federale è troppo grande e inefficiente”, ha scritto Musk in un tweet. “È ora di restituire il potere alla gente”.
Cosa succederà ora? Una battaglia senza quartiere
Mentre Trump si prepara a firmare l’ordine esecutivo, gli occhi sono puntati sul Congresso, dove si prevede una battaglia legislativa. “Non permetteremo che questa amministrazione distrugga il futuro dei nostri figli”, ha promesso il leader della maggioranza democratica al Senato, Chuck Schumer.
Intanto, organizzazioni come l’American Civil Liberties Union (ACLU) si stanno già preparando a sfidare legalmente la mossa. “Combatteremo questa decisione in ogni tribunale necessario”, ha affermato Anthony Romero, direttore esecutivo dell’ACLU, in un comunicato.
Una cosa è certa: la battaglia per il futuro dell’istruzione americana è appena iniziata, e le sue conseguenze potrebbero risuonare per generazioni.