Stati Uniti: niente più donazioni ai repubblicani schierati con Trump

- di: Emanuela M. Muratov
 
Le violenze contro il Campidoglio, a Washington, sembrano avere aperto un baratro tra la politica e il mondo della finanza che sembra, ora, volere prendere le distanze soprattutto da quegli eletti repubblicani che, non certificando la vittoria di Joe Biden, si sono schierati con il presidente Trump che continua a parlare di un voto "rubato". Un chiaro segnala arriva dalla banca JPMorgan Chase che, ieri, ha annunciato la sospensione temporanea di tutte le donazioni ai politici statunitensi.

Una decisione che avrà una durata, almeno inizialmente, di sei mesi, come confermato dal comitato di azione politica (una sorta di commissione etica) della prima banca degli Stati Uniti per patrimonio. Quindi, per i prossimi sei mesi, la banca non darà più contributi finanziari ad esponenti politici, sia repubblicani che democratici.
"L'attenzione di imprenditori, politici e leader della società civile" - ha detto Peter Scher, uno dei massimi esponenti di JPMorgan Chase - "deve ora rivolgersi alla gestione del governo e fornire aiuti a coloro che oggi hanno un disperato bisogno". Scher non ha comunque chiuso all'ipotesi che la banca possa tornare sui suoi passi, ma col tempo.

Altre società hanno scelto di non sostenere più quei parlamentari repubblicani che, il 6 gennaio, si sono opposti alla certificazione dei risultati delle elezioni presidenziali del 3 novembre. Un atteggiamento che è stato condiviso, in forme diverse, anche dal potente sindacato AFL-CIO, dall'investitore miliardario Nelson Peltz e dalla società Ben & Jerry's, che hanno chiesto le immediate dimissioni di Donald Trump.

Un giro di vite all'erogazione di contributi è stato annunciato anche dal gigante dell'industria alberghiera Marriot International che sospenderà le donazioni politiche nei confronti di coloro che hanno compiuto atti mirati a "minare le elezioni legittime ed eque".
Sulla stessa linea le assicurazioni Blue Cross Blue Shield Association che hanno reso noto, già nelle ore successive all'assalto a Capitol Hill, la loro intenzione di sospendere tutti i contributi ai parlamentari "che hanno votato per minare la democrazia".

"Anche se accettare idee contrastanti, differenze ideologiche e appartenere a schiere politiche diverse è parte integrante della politica, indebolire il nostro sistema elettorale ed erodere la fiducia del pubblico in esso non deve mai esserlo", ha spiegato, in un comunicato, il direttore generale del gruppo, Kim Keck.
Le donazioni ai politici da parte di aziende sono da sempre consentite negli Stati Uniti. Le aziende possono istituire negli Stati Uniti un "comitato di azione politica" che gestisce le donazioni fatte dai propri dipendenti e le inoltra a candidati o a partiti politici.
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