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Corte Suprema Usa: via libera ai tagli sanitari pubblici

- di: Bruno Legni
 
Corte Suprema Usa: via libera ai tagli sanitari pubblici

Corte Suprema Usa blocca fondi medici pubblici

Diventa vietato ai pazienti contestare i tagli a Planned Parenthood: un precedente che minaccia l’accesso a cure essenziali negli Stati Uniti.

Un colpo secco ai fondi pubblici per Planned Parenthood

La Corte Suprema degli Stati Uniti si è pronunciata oggi con una decisione definitiva (6-3), stabilendo che i pazienti non possono più impugnare nei tribunali statali le decisioni che escludono Planned Parenthood dai programmi Medicaid, come accaduto in Carolina del Sud.

Di fatto, gli enti locali potranno tagliare fondi pubblici a Planned Parenthood anche per servizi non abortivi come contraccezione, screening oncologici e cure ginecologiche.

Il caso “Medina v. Planned Parenthood South Atlantic”

Nel 2018, il governatore della Carolina del Sud Henry McMaster aveva escluso Planned Parenthood dal Medicaid, richiamandosi a una clausola che vieta il finanziamento pubblico dell’aborto. Nonostante Planned Parenthood non usasse quei fondi per l’interruzione di gravidanza, forniva prestazioni fondamentali a pazienti a basso reddito.

Julie Edwards, una paziente coinvolta, aveva fatto causa appellandosi alla “libertà di scelta del fornitore”. Una corte d’appello le aveva dato ragione, ma la Corte Suprema ha ribaltato il verdetto: “Le azioni individuali contro le decisioni statali di defunding non sono ammissibili”.

I retroscena politici e giuridici

  • Vittoria per i conservatori: la sentenza fornisce una base legale per estendere a livello nazionale la strategia “no taxpayer”.
  • Allarme dei sostenitori dei diritti riproduttivi: rischio di chiusura dei servizi sanitari in aree rurali e marginali.
  • Il dissenso dei giudici liberal: “Si toglie ai più poveri il diritto di scegliere il proprio fornitore”, accusano in dissenso Breyer, Sotomayor e Kagan.

Impatto reale sugli assistiti Medicaid

  • Oltre 2,4 milioni di pazienti seguiti da Planned Parenthood, circa metà dei quali attraverso Medicaid, ricevono servizi come pap-test, prevenzione ITS e contraccezione.
  • In Carolina del Sud, ogni anno Planned Parenthood riceve circa 90.000 dollari da Medicaid — una cifra modesta ma decisiva per le comunità vulnerabili.
  • Già chiusi circa 200 centri in stati dove l’aborto è legale ma i fondi pubblici vengono tagliati.

Qual è il futuro? Una tempesta a gettoni

Il rischio di emulazione è concreto: altri stati conservatori potrebbero seguire l’esempio della Carolina del Sud. Senza un intervento legislativo federale, la progressiva esclusione di Planned Parenthood dai Medicaid statali sembra inevitabile.

Una visione conservatrice vigorosa

La sentenza della Corte riflette una visione giuridica estrema: il diritto privato di contestare i tagli viene negato, trasferendo il potere alle legislature statali. Un cambiamento radicale che va ben oltre il solo tema aborto.

Il vero timore è che si vada verso la riduzione dell’accesso a cure preventive essenziali. In gioco non c’è soltanto una battaglia politica: è il modello stesso di sanità pubblica a essere rimesso in discussione.

Per restare informati

  • Cosa cambia: Medicaid non finanzierà comunque l’aborto, ma ora si può interrompere il supporto a Planned Parenthood anche per prestazioni non abortive.
  • Chi vince e chi perde: lo Stato — che ne fa subito una bandiera politica —, e i pazienti a basso reddito, che rischiano invece di restare senza assistenza.
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