Sul piano di risparmio del gas si spacca l'Ue, Spagna e Portogallo dicono no

- di: Redazione
 
Il piano dell'Unione Europea di ridurre del 15% il consumo di gas per prepararsi, per il prossimo inverno, a un potenziale taglio delle esportazioni da parte della Russia è stato accolto con forte scetticismo da Spagna e Portogallo. Madrid e Lisbona hanno dichiarato che non sosterranno l'iniziativa annunciata da Ursula von der Leyen, la cui proposta prevede riduzioni volontarie, ma anche il potere di Bruxelles di rendere obbligatorio il risparmio del 15% per ciascuno Stato membro dell'Unione in caso di emergenza energetica dopo l'invasione russa dell'Ucraina.

Spagna e Portogallo contro il piano europeo di risparmio sul gas

Spagna e Portogallo, tuttavia, hanno affermato che rendere obbligatorie le riduzioni non è un punto di partenza, sottolineando che i due Stati utilizzano pochissimo gas proveniente dalla Russia rispetto ad altre nazioni dell'UE, come Germania e Italia, e che ci sono scarsi collegamenti energetici con il resto d'Europa.
"Difenderemo i valori europei, ma non accetteremo sacrifici su una questione su cui non ci è stato nemmeno permesso di esprimere la nostra opinione", ha affermato il ministro spagnolo per la transizione ecologica Teresa Ribera. ''Qualunque cosa accada - ha aggiunto -, le famiglie spagnole non subiranno tagli al gas o all'elettricità nelle loro case''.

Il ministro portoghese per l' Ambiente e l'Energia, João Galamba, ha usato parole ancora più forti, definendo la misura proposta "insostenibile" e "sproporzionata".
"L'intera logica alla base del razionamento - ha detto Galamba - presuppone sistemi interconnessi (distribuzione europea del gas, ndr) e sembra che la Commissione europea se ne sia dimenticata".

Galamba ha poi aggiunto che "il Portogallo è stato per anni e anni svantaggiato perché non aveva collegamenti" con il resto della rete di distribuzione dell'energia europea e il Paese ha sempre dovuto acquistare "gas più costoso".
La riduzione dei collegamenti elettrici e dei gasdotti tra Spagna e Francia ha portato l'UE a consentire ai paesi iberici di installare i propri meccanismi di controllo dei prezzi questa primavera.
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