Nel braccio di ferro con l'Ue, Google si aggiudica un round da 1,49 miliardi di euro

- di: Redazione
 
Google, nella sua ormai ''storica'' contrapposizione con l'Unione Europea, ha vinto un importante round, grazie ad una sentenza della corte dell'Ue che si è pronunciata a favore del gigante tecnologico in merito alla multa da 1,49 miliardi di euro che le era stata inflitta con l'accusa di avere bloccato gli inserzionisti concorrenti nei motori di ricerca online.
In sostanza l'Europa comunitaria addebitava a Google un abuso di posizione dominante, impedendo ai concorrenti terzi di visualizzare annunci di ricerca tra il 2006 e il 2016.

Nel braccio di ferro con l'Ue, Google si aggiudica un round da 1,49 miliardi di euro

La corte europea ha stabilito che la Commissione europea, che ha imposto la multa, "ha commesso errori nella sua valutazione". Google ha ovviamente accolto con favore la sentenza e in una nota ha affermato: "Siamo lieti che la corte abbia riconosciuto gli errori nella decisione originale e annullato la multa''.
La decisione a favore di Google è quasi un unicum, dal momento che tra il 2017 e il 2019 è stato colpito da multe per un valore complessivo di 8,2 miliardi di euro per violazioni antitrust.

Peraltro, appena la scorsa settimana, non è riuscito a far annullare una di queste multe. Google è al centro di altre controversie legate alla gestione del lucroso settore della pubblicità on line. Il garante della concorrenza in Gran Bretagna, la Competition and Markets Authority, contesta a Google di avere utilizzato pratiche scorrette per controllare il mercato. Con la stessa ipotesi, anche il governo degli Stati Uniti sta portando in tribunale il gigante della tecnologia, sostenendo che la sua società madre, Alphabet, gestisce illegalmente un monopolio sul mercato. Accusa alla quale Alphabet ha risposto dicendo che la sua posizione dominante sul mercato è dovuta all'efficacia dei suoi prodotti.

Il caso sui cui si è pronunciata la corte europea riguardava il prodotto AdSense di Google, che invia annunci pubblicitari ai siti web, rendendo Google quasi un intermediario per gli annunci pubblicitari. Per la Commissione, Google avrebbe impedito ai siti web di utilizzare broker diversi da AdSense quando cercavano annunci pubblicitari per le loro pagine web.

Nella sua sentenza, il Tribunale dell'UE ha confermato la maggior parte delle conclusioni della Commissione, ma ha annullato la decisione con cui Bruxelles aveva imposto la sanzione, non avendo preso in considerazione "tutte le circostanze rilevanti" relative alle clausole contrattuali e al modo in cui definisce il mercato. Per questo motivo, ha stabilito che la Commissione non ha accertato "un abuso di posizione dominante".
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