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Ucraina: Putin apre a una tregua, ma solo per una pace duratura. Trump: “Parole promettenti”

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Ucraina: Putin apre a una tregua, ma solo per una pace duratura. Trump: “Parole promettenti”

Il conflitto in Ucraina potrebbe entrare in una nuova fase, segnata da un possibile cessate il fuoco, ma solo a precise condizioni dettate dal Cremlino. Il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato di essere favorevole in linea di principio a una tregua, accogliendo la proposta degli Stati Uniti, ma con una clausola imprescindibile: Kiev non dovrà sfruttare il periodo di sospensione delle ostilità per rafforzare il proprio arsenale.

Ucraina: Putin apre a una tregua, ma solo per una pace duratura. Trump: “Parole promettenti”

Un’apertura diplomatica, dunque, che arriva in un momento cruciale, quando le forze russe e ucraine sono logorate da due anni di guerra e mentre le pressioni internazionali per una soluzione negoziata si fanno sempre più insistenti. Putin ha voluto ringraziare pubblicamente il principe saudita Mohammed bin Salman per il ruolo di mediatore svolto negli ultimi mesi, sottolineando l'importanza di un equilibrio tra le parti coinvolte nel conflitto.

Il ruolo di Trump nella mediazione
La dichiarazione di Putin ha trovato una reazione immediata da parte del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha definito “promettenti” le parole del leader russo. “Speriamo che faccia la cosa giusta,” ha dichiarato Trump in un incontro con la stampa alla Casa Bianca, ribadendo il suo impegno per una soluzione diplomatica della crisi.

Trump, rieletto alla presidenza dopo una campagna elettorale fortemente incentrata sulla politica estera e sulla promessa di ridurre il coinvolgimento americano nei conflitti globali, ha spinto affinché si trovasse un accordo che possa mettere fine alle ostilità. La sua amministrazione ha lavorato dietro le quinte per ottenere una posizione più morbida da parte di Mosca, con l'obiettivo di giungere a un cessate il fuoco che possa portare a negoziati di pace stabili e duraturi.

Secondo fonti vicine alla Casa Bianca, nelle prossime ore potrebbe esserci una telefonata diretta tra Trump e Putin per discutere delle modalità di attuazione della tregua e delle garanzie di sicurezza necessarie per evitare che il conflitto riprenda con maggiore intensità.

Trump ha però rivolto un avvertimento a Kiev, affermando che sarebbe “molto deludente” se Zelensky rifiutasse la proposta di tregua. Il presidente americano ha più volte espresso scetticismo sul sostegno incondizionato a Kiev, ribadendo che il suo obiettivo primario è mettere fine alla guerra e ridurre l’impatto economico che il conflitto ha avuto sugli Stati Uniti e sui loro alleati europei.

Zelensky: “Putin è un manipolatore, ha paura di dire che vuole continuare la guerra”

La reazione di Kiev non si è fatta attendere. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha duramente attaccato Putin, definendolo “un manipolatore” e sostenendo che il leader russo stia cercando di guadagnare tempo per rafforzare le proprie truppe. “Putin ha paura di dire apertamente che vuole continuare la guerra,” ha dichiarato Zelensky in un discorso rivolto alla nazione.

Secondo il governo ucraino, una tregua temporanea senza garanzie di sicurezza potrebbe rivelarsi una trappola, permettendo alla Russia di consolidare le proprie posizioni e di riorganizzare le forze per un'offensiva futura. Kiev teme che Mosca possa utilizzare il cessate il fuoco per rafforzare le linee difensive nelle regioni occupate e intensificare la pressione diplomatica sugli alleati occidentali affinché riducano gli aiuti militari all’Ucraina.

Sul campo di battaglia, le ostilità continuano

Mentre le trattative diplomatiche si intensificano, la guerra continua sul campo. Nella notte, la contraerea russa ha abbattuto quattro droni ucraini diretti verso Mosca, segnalando come la situazione militare resti altamente instabile. Il Cremlino ha inoltre dichiarato che alcune unità delle forze armate ucraine sarebbero in fuga dalla regione di Kursk, un'area strategica lungo il confine.

Kiev, dal canto suo, ha smentito queste affermazioni, denunciando invece un aumento degli attacchi russi sul fronte orientale, in particolare nelle regioni di Donetsk e Lugansk. Il governo ucraino ha ribadito la necessità di continuare a ricevere supporto militare dagli alleati occidentali, sottolineando che ogni segnale di debolezza potrebbe favorire le ambizioni espansionistiche del Cremlino.

Il futuro della guerra: tregua o escalation?
Il quadro che si delinea è complesso e ancora incerto. Se da un lato l’apertura di Putin a un cessate il fuoco potrebbe rappresentare un primo passo verso la de-escalation, dall’altro restano forti dubbi sulla reale volontà di Mosca di fermare il conflitto senza ottenere significative concessioni territoriali o politiche.

L’amministrazione Trump sembra intenzionata a giocare un ruolo chiave nella mediazione, ma il rischio di una frattura tra Washington e Kiev è concreto se Zelensky dovesse respingere la proposta americana.

Nei prossimi giorni saranno cruciali le mosse della diplomazia internazionale: la possibilità di una telefonata tra Trump e Putin potrebbe essere il primo segnale concreto di un negoziato diretto tra le due superpotenze, mentre l’Europa osserva con attenzione, consapevole che qualsiasi sviluppo della crisi avrà ripercussioni anche sul fronte economico e della sicurezza globale.

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