L'Uber cinese verso la quotazione a Wall Street. Obiettivo: 10 miliardi di dollari

- di: Redazione
 
La start-up Didi, l'equivalente cinese dei servizi offerti da Uber e che domina il mercato domestico di taxi e vetture con conducente, ha annunciato di avere avviato le procedure per la quotazione alla Borsa di New York. Il colosso cinese della mobilità potrebbe raggiungere, secondo alcuni analisti, un valore tra i 70 e i 100 miliardi di dollari, raccogliendo circa dieci miliardi in quella che sarebbe la più grande IPO (offerta pubblica iniziale) dell'anno e la più grande per un'azienda cinese dai tempi di Alibaba, nel 2014.

L'azienda ha deciso di proporsi al mercato azionario dopo aver realizzato un primo profitto, all'inizio del 2021, di 196 milioni di yuan (circa 25 milioni di euro). La quotazione a Wall Street consentirebbe a Didi di rastrellare fondi per accelerare la sua diversificazione in altre attività, svilupparsi a livello internazionale e continuare a investire nella mobilità del futuro.
Fondata nel 2012, Didi si è affermata in un mercato molto competitivo.

All'epoca, furono due - Didi Dache e Kuaidi Dache - le realtà, nel settore della mobilità, che emersero in uno scenario in cui si muovevano una dozzina di società. Le loro fortune furono aiutate dal fatto di avere potenti sostenitori: Tencent, il re dei media e dei social network, per Didi; Alibaba, campione dell'e-commerce, per Kuaidi.
Di fronte alla concorrenza dell'americana Uber, le due aziende cinesi si sono fuse nel 2015 per dare vita a Didi Chuxing, l'unica grande start-up in Cina ad annoverare tra i suoi sostenitori i due rivali Alibaba e Tencent.

Didi, quindi, dopo la fusione delle forze, ha ingaggiato la battaglia con Uber, offrendo prezzi più bassi e maggiori sussidi ai conducenti, erodendo progressivamente i margini di guadagno del rivale americano che, nel 2016, ha lasciato il mercato cinese, cedendo la sua attività a Didi contro una quota del capitale .
Nel 2017 la giapponese SoftBank è entrata nel capitale azionario di Didi. Oggi il Vision Fund di SoftBank possiede il 21,5% di Didi, Uber il 12,8%, mentre Cheng Wei, il fondatore di Didi, e Tencent detengono circa il 7% della quota. Ma l'attività, rileva un analista, sta registrando un rallentamento come rispecchiato dal fatturato. Da qui la scelta di quotarsi a Wall Street.
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