Donald Trump ha avuto una lunga telefonata con il presidente russo Vladimir Putin, rilanciando lo scenario di una trattativa di pace tra Mosca e Kiev. Il colloquio, durato oltre due ore, è stato seguito da un resoconto dettagliato da parte dello stesso Trump ai leader europei, compresa la premier italiana Giorgia Meloni.
Trump guida la diplomazia globale: due ore con Putin per riaprire la via della pace
Il presidente americano ha proposto il Vaticano come sede per i futuri negoziati: “Sarebbe fantastico se si potesse trattare lì”, ha detto, riaccendendo l’interesse attorno a un possibile ruolo della Santa Sede nella mediazione. Dal Cremlino è arrivata una risposta distensiva: “Russia e Ucraina devono trovare compromessi”, ha detto Putin. Ma da Kiev il presidente Zelenskyj ha ribadito che nessuna decisione verrà presa senza la partecipazione ucraina.
Putin apre a un memorandum, ma rinvia la tregua
Il presidente russo si è detto pronto a collaborare su un memorandum che potrebbe costituire la base per un trattato di pace, ma ha escluso l’immediato cessate il fuoco. L’apertura, seppur parziale, rappresenta un segnale che rompe il gelo diplomatico delle ultime settimane. Zelenskyj, informato da Trump, ha dichiarato che Kiev valuterà l’offerta, ma ha definito le richieste russe “inaccettabili” e ha escluso qualunque ritiro delle forze ucraine. La tensione resta alta, ma il solo fatto che Trump abbia riattivato un canale diretto con entrambe le parti suggerisce un cambio di passo nella strategia americana, ora sempre più proiettata verso una mediazione attiva.
Il Vaticano come simbolo di neutralità
La proposta di tenere i colloqui in Vaticano non è priva di significato. La Santa Sede, tradizionalmente considerata neutrale, ha già offerto in passato la propria disponibilità a ospitare negoziati internazionali. Il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, ha ringraziato Papa Leone XIV per l’apertura, ma ha aggiunto che non è stata ancora scelta una sede. Intanto Trump insiste sulla necessità di una sede “di pace e moralità” per incentivare il dialogo. Giorgia Meloni ha commentato con favore i contatti, dichiarando che l’Italia è pronta a sostenere ogni iniziativa volta a far tacere le armi.
Un presidente che agisce da mediatore
Con la sua iniziativa, Trump si pone come protagonista di una fase diplomatica cruciale, consapevole che il suo ruolo può imprimere un’accelerazione al dialogo. La sua scelta di coinvolgere direttamente Zelenskyj prima della telefonata con Putin dimostra l’intenzione di non escludere l’Ucraina dal processo. Tuttavia, la proposta ha suscitato reazioni contrastanti in Europa, dove alcuni osservatori temono che i negoziati guidati dagli Stati Uniti possano bypassare i canali multilaterali. La mossa del presidente americano segna però un momento di discontinuità con l’approccio attendista degli ultimi mesi, rilanciando l’ipotesi di una risoluzione diplomatica.
Sotto la lente della comunità internazionale
La comunità internazionale osserva con attenzione il ritorno di protagonismo del presidente americano, mentre cresce la pressione sulle parti coinvolte per evitare una nuova escalation. L’idea di affidare la trattativa a un luogo simbolico come il Vaticano rafforza l’aspetto etico del confronto. Ma al di là delle dichiarazioni, resta da verificare la reale volontà delle parti di sedersi a un tavolo. Per ora, il Cremlino ha confermato che i contatti sono stati ristabiliti. La speranza di una soluzione negoziata resta lontana, ma il fatto che il presidente americano abbia rotto il silenzio e rilanciato la diplomazia offre uno spiraglio da coltivare.