La decisione potrebbe arrivare già oggi: il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sta valutando la possibilità di sospendere o addirittura annullare gli aiuti militari all'Ucraina. Secondo quanto riportato dal New York Times, il tema sarà al centro di una riunione alla Casa Bianca con il segretario di Stato Marco Rubio e il segretario alla Difesa Pete Hegseth. Tra le opzioni sul tavolo, l'interruzione delle spedizioni di munizioni e attrezzature già autorizzate e finanziate dall’amministrazione Biden, una mossa che potrebbe cambiare radicalmente il corso della guerra in Ucraina.
Trump valuta lo stop alle armi a Kiev: l’Europa sempre più vicina alla guerra
Ma non è l’unica novità. Il segretario al Tesoro, Matthew Bessent, ha confermato che "l'accordo sulle terre rare non è più sul tavolo", segnando un altro duro colpo nei rapporti tra Washington e Kiev. L’intesa, che avrebbe permesso agli Stati Uniti di sfruttare i ricchi giacimenti di minerali strategici presenti in Ucraina, è saltata a causa dell’incertezza politica generata dalle tensioni tra Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
La frattura tra Trump e Zelensky
L’incontro tra i due leader, avvenuto nei giorni scorsi, ha evidenziato una crescente distanza tra Washington e Kiev. Trump ha attaccato Zelensky, accusandolo di “mancanza di gratitudine” e di non aver fatto abbastanza per negoziare una soluzione diplomatica. "Senza il supporto americano, l'Ucraina cadrebbe in due settimane", avrebbe dichiarato il presidente americano, lasciando intendere che l’appoggio militare statunitense non può più essere dato per scontato.
Zelensky, dal canto suo, ha risposto con fermezza, ribadendo che il suo Paese non ha alcuna intenzione di cedere alla pressione russa senza garanzie concrete di sicurezza. Ma la posizione di Trump sembra chiara: il nuovo corso della politica estera americana potrebbe rivedere in maniera drastica l’impegno nei confronti dell’Ucraina, mettendo a rischio la sua capacità di difendersi dall’aggressione russa.
L’Europa divisa e il rischio escalation
Se da un lato Washington sembra prendere le distanze dal conflitto, dall’altro il fronte europeo appare tutt’altro che compatto. La Francia ha proposto una tregua di un mese, ma il Regno Unito ha smentito qualsiasi accordo con Parigi, lasciando intendere che non c’è alcun piano concreto per una sospensione delle ostilità.
Il ministro degli Esteri francese, François Barrot, ha lanciato un monito preoccupante: “L’Europa non è mai stata così vicina alla guerra”. Le parole di Barrot riflettono la crescente consapevolezza che la crisi ucraina potrebbe degenerare in un conflitto su scala più ampia, coinvolgendo direttamente anche gli stati membri dell’Unione Europea.
Il futuro della guerra: verso una svolta o un’escalation?
Se Trump dovesse effettivamente interrompere gli aiuti militari a Kiev, la situazione sul campo potrebbe cambiare rapidamente. La Russia, che già ha intensificato le offensive nelle ultime settimane, potrebbe approfittarne per ottenere guadagni strategici, mentre l’Ucraina si troverebbe costretta a rivedere la propria strategia di difesa senza il sostegno logistico e militare americano.
L’Europa, divisa tra chi vorrebbe una tregua e chi spinge per continuare a sostenere Kiev, si trova di fronte a una decisione cruciale: rafforzare la propria capacità di difesa e autonomia strategica oppure rimanere in balia delle scelte di Washington.
Intanto, l’ombra della guerra si allunga sempre di più sul Vecchio Continente.
Lo scontro interno a Washington e i nuovi equilibri geopolitici
Oltre agli effetti diretti sul conflitto, la scelta di Trump sta generando fratture anche all'interno della politica americana. Mentre l’ala isolazionista del Partito Repubblicano sostiene la necessità di ridurre l’impegno degli Stati Uniti nei conflitti all’estero, molti esponenti dell'establishment militare e diplomatico temono che un ritiro degli aiuti possa non solo compromettere la sicurezza ucraina, ma anche dare un segnale di debolezza agli alleati della NATO.
Secondo fonti vicine al Pentagono, diversi generali avrebbero espresso forti perplessità riguardo a un disimpegno totale. “La Russia potrebbe vedere questa decisione come un segnale di via libera per una nuova offensiva su larga scala”, ha dichiarato un alto ufficiale sotto anonimato.
Allo stesso tempo, la Cina osserva con attenzione l’evolversi della situazione. Pechino ha intensificato i contatti con Mosca, mentre il Cremlino valuta nuove mosse sul fronte orientale dell’Ucraina.
L’Europa tra dipendenza strategica e nuove alleanze
Con un’America sempre più incerta, l’Europa si trova costretta a riconsiderare il proprio ruolo geopolitico. Alcuni stati membri, come la Polonia e i paesi baltici, hanno già chiesto un aumento degli investimenti nella difesa comune, mentre la Germania e la Francia cercano un compromesso tra la volontà di mantenere un dialogo con Mosca e la necessità di garantire la sicurezza europea.
L’Italia, per ora, mantiene una posizione prudente, con il governo che attende di capire quale sarà la linea definitiva di Washington prima di prendere una posizione più netta.
Un punto di svolta per l’Occidente?
Le prossime ore saranno decisive. Se Trump confermerà la sospensione degli aiuti, sarà un chiaro segnale di cambiamento nella politica americana. Un’Europa sempre più esposta dovrà decidere se rafforzare la propria autonomia strategica o continuare a fare affidamento sugli Stati Uniti.
Intanto, a Mosca, Vladimir Putin osserva attentamente: per il Cremlino, una decisione di Trump in questa direzione sarebbe il segnale di una possibile vittoria strategica, non solo sul campo di battaglia, ma anche nel più ampio gioco delle alleanze globali.