Trump e la caccia ai migranti: le retate arrivano nelle scuole, Chicago e Denver si ribellano

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 

L’America di Donald Trump si avvia verso una nuova fase della sua battaglia contro l’immigrazione irregolare. Dopo aver promesso una stretta senza precedenti sulla sicurezza dei confini e sui rimpatri, il suo governo ha deciso di rimuovere le restrizioni che impedivano agli agenti dell’Immigration and Customs Enforcement (ICE) di condurre operazioni di arresto nei cosiddetti "siti sensibili", ovvero scuole, ospedali e luoghi di culto.
Questa svolta ha immediatamente sollevato una tempesta di polemiche, con molte amministrazioni locali che si stanno preparando a opporsi. Tra queste, Chicago e Denver hanno dichiarato apertamente che le loro scuole non diventeranno terreno di caccia per l’ICE, prendendo una posizione netta contro le nuove direttive federali.

Trump e la caccia ai migranti: le retate arrivano nelle scuole, Chicago e Denver si ribellano

La decisione di autorizzare blitz all’interno delle scuole segna una rottura rispetto alle politiche dell’amministrazione Biden, che nel 2021 aveva stabilito una serie di limiti alle operazioni dell’ICE in luoghi ritenuti particolarmente sensibili. L’obiettivo dichiarato da Trump è quello di colpire l’immigrazione clandestina senza alcuna zona franca: “Chi è entrato illegalmente nel paese sarà espulso, senza eccezioni”, ha dichiarato la Casa Bianca, ribadendo la volontà di attuare un rimpatrio di massa.

L’inclusione degli istituti scolastici tra i luoghi in cui è consentito effettuare arresti ha però scatenato un’ondata di preoccupazione tra insegnanti, dirigenti scolastici e famiglie. Le scuole pubbliche americane accolgono ogni giorno milioni di studenti figli di immigrati, alcuni dei quali privi di documenti. Il rischio, denunciano i critici della misura, è che le retate possano portare a situazioni drammatiche, con minori costretti ad assistere all’arresto dei genitori o all’irruzione di agenti federali nei corridoi scolastici.

Le città che resistono: "Le scuole non saranno terreni di caccia"
La reazione di alcune amministrazioni locali non si è fatta attendere. Chicago e Denver hanno annunciato che non collaboreranno con le autorità federali per facilitare l’accesso agli edifici scolastici. Il sindaco di Chicago ha affermato che “gli studenti devono sentirsi al sicuro nelle scuole, non temere di essere separati dalle loro famiglie”.

Le autorità scolastiche delle due città hanno già dato istruzioni ai presidi affinché vietino l’ingresso agli agenti federali, a meno che non siano in possesso di un mandato emesso da un tribunale federale. A Denver, gli istituti hanno ricevuto linee guida precise su come gestire eventuali tentativi di incursione da parte dell’ICE e su come proteggere i propri studenti dalle deportazioni.

Altre città potrebbero presto seguire l’esempio e adottare misure simili per proteggere le comunità scolastiche. Tuttavia, la tensione tra governo federale e amministrazioni locali è destinata a salire, con un braccio di ferro che potrebbe presto finire in tribunale.

Un’America sempre più divisa sull’immigrazione
Questa nuova ondata di repressione contro gli immigrati rappresenta un test per la democrazia americana e mette in luce ancora una volta la profonda frattura tra la linea dura di Trump e la volontà di molte città e stati di garantire una protezione minima ai migranti.

Il dibattito non è solo politico, ma riguarda i diritti civili e la dignità delle persone. Con il rischio di deportazioni indiscriminate, molti temono che gli immigrati irregolari saranno spinti a nascondersi ancora di più, evitando di mandare i figli a scuola o di ricorrere ai servizi sanitari per paura di essere identificati e arrestati.

Il futuro di questa politica dipenderà dalla reazione dell’opinione pubblica e dai tribunali, ma una cosa è certa: l’America di Trump sembra pronta a tornare alla stagione delle retate di massa, senza distinzione tra adulti, bambini o luoghi sacri.

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