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Trump vuole distruggere UE: “È nata per fregarci”. Dazi del 25%

- di: Bruno Coletta
 
Trump vuole distruggere UE: “È nata per fregarci”. Dazi del 25%
Il nuovo fronte della guerra commerciale tra Stati Uniti ed Europa si è ufficialmente aperto. Donald Trump ha annunciato dazi del 25% sui prodotti europei, un colpo durissimo per le economie del Vecchio Continente. Ma questa mossa non è solo economica: dietro di essa si cela una strategia geopolitica chiara, mirata a indebolire l’Unione Europea e a relegarla a un ruolo marginale sulla scena internazionale.

Un’Europa sempre più ai margini
La volontà dell’amministrazione Trump di rimettere la Russia al centro del sistema diplomatico globale è evidente. La prospettiva di un nuovo G8 con Mosca e l’ipotesi di una collaborazione più stretta tra Stati Uniti, Russia e Cina lasciano l’Europa in una posizione di estremo isolamento. L’incontro tra rappresentanti di Washington e Mosca a Istanbul, finalizzato a riallacciare i rapporti diplomatici, ha scosso Bruxelles. Nel frattempo, il segretario di Stato americano Marco Rubio ha disertato un incontro programmato con l’Alta rappresentante dell’UE per la politica estera, Kaja Kallas, segnando un ulteriore disinteresse per le relazioni transatlantiche.

Il peso dei dazi e la strategia americana
Trump ha motivato l’imposizione dei dazi con parole che non lasciano spazio a interpretazioni: “L’UE è nata per fregarci”. Dietro questa retorica si cela una manovra ben più ampia. Colpire economicamente l’Europa significa creare divisioni tra gli Stati membri, spingendo alcuni paesi a cercare accordi bilaterali con Washington a discapito della coesione europea. Il messaggio è chiaro: gli Stati Uniti non vogliono un’UE forte e coesa, ma un’Europa frammentata e politicamente irrilevante.

L’alleanza con l’estrema destra europea
Per portare avanti questa strategia, Trump sembra contare sull’appoggio dei movimenti nazionalisti ed euroscettici all’interno dell’Unione. I partiti di estrema destra, da sempre critici nei confronti delle istituzioni europee, vedono in Trump un modello e un alleato. La sua politica di isolamento dell’UE si sposa perfettamente con la loro visione di un’Europa delle nazioni, priva di una governance comune forte. Questa convergenza potrebbe rivelarsi decisiva nel futuro assetto del continente, con un’Unione sempre più debole e divisa.

La risposta europea: un’alleanza militare autonoma?
Di fronte a questa sfida, le cancellerie europee stanno valutando contromisure. Una delle ipotesi sul tavolo è la creazione di un fondo per la difesa comune, con il coinvolgimento di Regno Unito e Norvegia. Un’iniziativa che mira a rafforzare l’autonomia strategica dell’Europa, anche in vista di un possibile ruolo centrale nella sicurezza postbellica dell’Ucraina. La consapevolezza che gli Stati Uniti non intendano più garantire la protezione del continente sta spingendo l’UE verso una nuova fase della sua politica estera e militare.

Un futuro incerto per l’Europa
La sfida lanciata da Trump pone l’Europa davanti a una scelta cruciale: rafforzarsi come blocco unito o cedere alle spinte centrifughe alimentate dalle politiche statunitensi. La partita è aperta, ma il rischio di un’Unione sempre più debole e frammentata è concreto. Se Bruxelles non troverà risposte adeguate, il sogno americano potrebbe trasformarsi in un incubo per l’Europa.
 

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