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Trump sfida i giudici e rilancia i dazi, la battaglia arriva alla Corte Suprema

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Trump sfida i giudici e rilancia i dazi, la battaglia arriva alla Corte Suprema

La guerra sui dazi imposti dal presidente Donald Trump si è trasformata in uno scontro giudiziario ad alta tensione che minaccia di spaccare ulteriormente le istituzioni americane. La Corte del Commercio Internazionale ha emesso una sentenza che definisce “illegali” le tariffe introdotte su scala globale, sostenendo che il presidente non ha l'autorità per applicarle senza un voto del Congresso. Si tratta di una decisione clamorosa che, se confermata, potrebbe invalidare l’intero impianto tariffario varato dall’amministrazione Trump e aprire la strada a un'ondata di ricorsi da parte delle imprese danneggiate.

Trump sfida i giudici e rilancia i dazi, la battaglia arriva alla Corte Suprema

La reazione della Casa Bianca non si è fatta attendere. In un comunicato al vetriolo, l’ufficio stampa presidenziale ha parlato di un “golpe giudiziario” e ha accusato la Corte di essere popolata da “giudici attivisti” intenzionati a sabotare l’agenda economica del presidente. Il Dipartimento di Giustizia ha immediatamente presentato ricorso alla Corte d’Appello, che in serata ha sospeso l’efficacia della sentenza, rimettendo temporaneamente in piedi il sistema dei dazi. Una vittoria tattica per Trump, ma lo scontro è tutt’altro che risolto: la vicenda si avvia ora verso la Corte Suprema, dove il verdetto avrà implicazioni profonde sull’equilibrio tra potere esecutivo e giudiziario.

Le dimissioni di Musk e la crisi dell’amministrazione

In parallelo alla battaglia legale, l’amministrazione Trump deve affrontare un’altra tegola: Elon Musk ha annunciato ufficialmente la fine del suo mandato come consigliere economico presidenziale. La decisione, comunicata dallo stesso Musk con un post su X, arriva dopo settimane di tensioni sempre più marcate con lo staff della Casa Bianca, specialmente sull’uso delle tariffe e sul ruolo dell’innovazione tecnologica nella politica industriale americana. “Ho sempre creduto nella forza del libero mercato”, ha scritto Musk, “e non posso più condividere un impianto basato sull’isolazionismo commerciale”. La sua uscita segna una frattura simbolica e sostanziale nel fronte pro-business che aveva inizialmente sostenuto Trump.

Le reazioni globali e il futuro dei mercati
La vicenda sta già generando ripercussioni sui mercati internazionali. Le borse asiatiche hanno chiuso in calo, mentre gli analisti temono che l’incertezza legale possa frenare gli investimenti. L’Organizzazione Mondiale del Commercio segue con attenzione lo sviluppo del caso, poiché una bocciatura definitiva da parte della Corte Suprema statunitense potrebbe costituire un precedente dirompente nel diritto commerciale internazionale. Anche la Commissione Europea ha espresso preoccupazione, ricordando come le tariffe imposte da Trump abbiano già generato tensioni tra partner strategici e spinto l’Unione a misure di rappresaglia.

La strategia politica di Trump e le implicazioni elettorali
Dietro lo scontro tecnico si nasconde una partita tutta politica. Trump ha costruito la sua campagna per la rielezione sul rilancio del manifatturiero americano e sulla protezione dei posti di lavoro attraverso il ritorno a una logica di dazi selettivi e mirati. Ogni attacco giudiziario al suo programma commerciale è quindi percepito non solo come un freno operativo, ma come una minaccia alla narrazione che lo ha riportato alla Casa Bianca. I consiglieri del presidente parlano apertamente di una “persecuzione legale orchestrata dalla sinistra radicale” e promettono una “difesa senza compromessi” delle prerogative presidenziali. Il rischio di una crisi costituzionale non è più remoto.

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