Le spiagge come il Far West: ognuno fa come gli pare, anche alzare un tendone in riva al mare

- di: Bianca Balvani
 
C'era chi si faceva la barca, ai tempi della finanza rampante. E in quel termine, barca (che per il volgo era poco più che un insieme di tavole di legno e niente di più), si nascondevano spesso yacht bellissimi, velieri di quelli che, quando li vedi passare in lontananza, non riesci proprio a domare l'invidia pensando ai mari del Sud, ma del nostro Sud, proprio quello dei sogni.
Poi, per assonanza, c'era chi faceva la casa al mare, altra definizione farlocca, dietro cui si celavano metri e metri di superficie, accesso privato alla spiaggia e, siccome non bastava quella salata, spesso c'era anche la piscina, circondata di alberi per custodirne la riservatezza.

Le spiagge come il Far West: ognuno fa come gli pare, anche alzare un tendone in riva al mare

Senza vie di mezzo: barca o casa, erano il simbolo della ricchezza, spesso ostentata, anche se non c'erano i social a fare da strumento per mostrarsi e strombazzare.
Per gli altri, il popolino, andare al mare si concretizzava nella lotta per accaparrarsi il metro quadrato per piantare l'ombrellone, per conquistare lo spazio vitale dalla sedia, dove piazzare il nonno o la nonna, alla battigia.
Guerre d'altri tempi perché chi i soldi non ce li aveva, ma al mare ci voleva proprio andare, doveva sobbarcarsi allucinanti spostamenti in auto stipate di bambini vocianti, di borse termiche e, esattamente dietro il sedile di chi guidava, di una anguria extralarge da seppellire sotto la sabbia, appena prima dell'acqua, per mangiarla ad una temperatura accettabile.
Oggi tutto questo è solo un ricordo, perché la società si evolve, così come la scala delle priorità personali o familiari. Non sorprende più nulla, da chi si carica di debiti per andare due settimane al mare a chi risparmia per un anno solo per potere postare sui social foto che ritraggono posti di mare dove esibire scottature da record.

Eppure c'è chi ancora ci sorprende, spesso in positivo, ma anche in negativo, e c'è chi sta al 50 per cento tra ammirazione per l'ingegno e la riprovazione per l'arroganza.
Come la famiglia (ma da quanti individui è composta?) che ha pensato bene di piazzare, in una località di mare di Manduria, in provincia di Taranto, non un ombrellone magari schermato, non una barriera di canne, ma qualcosa di molto vicino ad un tendone da circo. Forse speravano di passare inosservati o che la cosa non destasse la riprovazione di qualcuno. In fondo, hanno pensato, siamo tutti al mare per divertici, mica per bisticciare.

Ma quando è troppo, è troppo e quella tenda di una trentina di metri di superficie, con tanto di finestrelle e barbecue d'ordinanza all'esterno, ha mandato in bestia, oltre che gli altri bagnanti, anche alcune associazioni che vogliono tutelare il mare pugliese e che hanno temuto che, come il pus da un foruncolo, da quella brutta cosa di plastica bianca venissero fuori orde di villeggianti, capaci di produrre rifiuti che nemmeno un accampamento indiano e di abbandonarli in giro sulla sabbia.
Mentre forse stavano assaporando il gusto di una giornata al mare, ma con i piccoli privilegi di una villetta, gli aspiranti bagnati si sono visti parare davanti agenti della polizia municipale e carabinieri, che non immaginavano di dovere affrontare la canicola per mettere in riga qualcuno, mentre a pochi metri da loro la gente di tuffava corroborandosi per la frescura dell'acqua.

500 euro di multa e invito a togliere le tende, un modo di dire, ma che nel caso di questa esuberante famiglia barese è stata anche una cosa da fare subito. Quindi, via la tensostruttura da giardino (un gazebo con tutti i crismi), via le tre piccole tende da campeggio che avevano piazzato accanto (non si sa mai, e se arrivano gli zii e i cugini, dove li mettiamo?).
Da oggi la spiaggia di Manduria è un po' più libera. Da oggi c'è in giro qualche furbacchione che forse non aveva capito nemmeno quel che stava facendo.
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