Insieme al “Tengo Famiglia”, dovrebbe essere questo il motto sullo stendardo tricolore italiano. A un sondaggio SWG, appena pubblicato, su quello che sta succedendo a livello mondiale: il disimpegno americano, la ritrovata solidarietà europea di fronte all’espansionismo putiniano, la Cina e via dicendo, gli italiani hanno risposto con un sonoro “chissenefrega”.
(Foto: Alessandra Dragotto, Direttore di Ricerca SWG)
Il 64% dei nostri concittadini, infatti, chiede di diminuire il sostegno economico e militare all’Ucraina (già gli davamo poco in termini di armamenti, ma pure quello è troppo), il 74% va addirittura oltre, dicendosi contrario all’invio di militari “europei” nel Paese di Zelensky, anche sotto l’egida dell’Onu o di un contingente multinazionale di pace. Soltanto il 48% degli italiani consultati, inoltre, si dichiara favorevole alla costruzione di un sistema autonomo di difesa europea.
In compenso, però, per il 74% degli italiani, l’Europa è “il posto dove stare”, grazie al servizio sanitario e previdenziale di qualità di cui disponiamo.
È vero, i sondaggi vanno presi con le molle, ma il trend è quello. Basta guardare i talk-show televisivi, le rassegne stampa, i siti internet: si parla di pace, di volemose bene, no alle armi, che tradotto significa: non ci rompete le scatole (per parlare bene) con la guerra, i morti ammazzati, gli ucraini bombardati, i dazi americani; a noi ce piace de magnà e beve e non ce piace de lavorà, come prosegue il titolo di questo pezzo.
Ma, ad essere onesti, lo stesso vale per i nostri rappresentanti politici che, evidentemente, rispecchiano plasticamente il menefreghismo e disinteresse degli italiani. La nostra Presidente del Consiglio, infatti, si barcamena tra Trump, Putin e l’Unione Europea, secondo il vecchio detto “armiamoci e partite”, l’imbelle Giuseppe Conte che si scopre pacifista a oltranza pur di raccattare qualche voto, l’altrettanto inetta Elly Schlein che si oppone al riarmo europeo nel nome del “vogliamo più ospedali e scuole”, come se il suo partito, che per una ventina d’anni ha governato questo Paese, si fosse adoperato per questo. “O Roma o Orte”, al posto di “O Roma o Morte”, disse Maccari, fascista dichiarato che, indispettito dai tempi lunghi della marcia su Roma, coniò il celebre detto.
Noi ci ricordiamo dello Stato solo quando ne abbiamo bisogno. I terremoti di questi giorni ai Campi Flegrei sono un esempio eclatante: hanno costruito a rotta di collo abusivamente in quei territori ben sapendo dei rischi. Ci vivono oltre 500.000 persone che hanno tirato su palazzine sull’orlo dei crateri fregandosene dei rischi, salvo poi, intervistati da cronisti televisivi d’accatto, lamentarsi che lo Stato non fa nulla. Dimenticavo un altro motto che ben si adatta alla bisogna: è il “chiagni e fotti”, una pratica di cui siamo tutti maestri.