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Scioperi dei trasporti: il 23 e 24 febbraio a rischio treni, autobus e metro

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Scioperi dei trasporti: il 23 e 24 febbraio a rischio treni, autobus e metro

Il 2025 si sta rivelando un anno particolarmente caldo per il mondo del lavoro in Italia, con un numero record di scioperi che stanno interessando diversi settori, in particolare quello dei trasporti. La mobilitazione prevista per il 23 e 24 febbraio rientra in questo contesto e rischia di paralizzare spostamenti urbani e interregionali.

Scioperi dei trasporti: il 23 e 24 febbraio a rischio treni, autobus e metro

Il primo sciopero coinvolgerà il trasporto ferroviario e inizierà alle 21:00 del 22 febbraio, per concludersi alle 20:59 del giorno successivo. A fermarsi sarà il personale di Trenitalia, Italo e Trenord, con conseguenti cancellazioni e ritardi su molte tratte, comprese quelle ad alta velocità. Il secondo sciopero, in programma per il 24 febbraio, interesserà invece il trasporto pubblico locale, con autobus, tram e metropolitane a rischio stop in diverse città italiane. L’adesione dei lavoratori sarà determinante per comprendere l’impatto effettivo sulle principali reti urbane, ma in città come Milano, Roma, Torino e Napoli si prevedono pesanti disagi.

Nonostante lo sciopero, saranno garantite alcune fasce orarie di servizio essenziale, stabilite per legge per limitare i disagi alla popolazione. Nel caso dei treni regionali, le corse saranno assicurate nelle prime ore del mattino e nel tardo pomeriggio, mentre per bus e metro ogni città avrà proprie modalità di gestione delle corse garantite. A Milano, ad esempio, il servizio sarà attivo fino alle 8:45 e riprenderà dalle 15:00 alle 18:00. A Roma, l’azienda ATAC ha annunciato la sospensione del servizio delle linee notturne nella notte tra il 23 e il 24 febbraio, aggravando ulteriormente i disagi per i pendolari e i lavoratori turnisti. Anche il settore aereo non sarà esente da problemi: i piloti di EasyJet e il personale navigante di Aeroitalia hanno proclamato uno sciopero di quattro ore, dalle 12:00 alle 16:00 del 24 febbraio, con il rischio di ritardi e cancellazioni di voli.

L’aumento degli scioperi nei trasporti è una chiara espressione del malcontento che da mesi attraversa il settore. Le principali rivendicazioni dei sindacati riguardano il mancato rinnovo dei contratti collettivi, scaduti da tempo, e la richiesta di aumenti salariali per far fronte all’inflazione. Il costo della vita è in costante crescita, e molti lavoratori del comparto denunciano stipendi fermi da anni, senza adeguamenti proporzionali all’aumento dei prezzi. Accanto alle rivendicazioni economiche, emergono problemi strutturali che rendono il lavoro nel settore sempre più gravoso: turni eccessivamente lunghi, carenze di personale che aumentano il carico di lavoro, e una gestione che negli ultimi anni ha privilegiato il contenimento dei costi a scapito della qualità del servizio.

Secondo i dati della Commissione di Garanzia sugli scioperi, il 2025 sta registrando un numero di proteste superiore agli anni precedenti, con un incremento delle agitazioni nei trasporti pubblici e nei servizi essenziali. A gennaio si sono già svolti numerosi scioperi, alcuni dei quali hanno avuto un impatto significativo sulle grandi città. La frammentazione del panorama sindacale ha contribuito all’aumento delle mobilitazioni: accanto ai grandi sindacati confederali come CGIL, CISL e UIL, stanno assumendo un ruolo sempre più rilevante le sigle autonome e di base, che spesso indicono scioperi con una partecipazione variabile ma capace di generare forti disagi. La mancanza di un coordinamento unitario tra le diverse organizzazioni rende più complessa la gestione delle vertenze e rallenta il dialogo con le istituzioni e le aziende del settore.

L’impatto sulla popolazione è evidente: ogni sciopero crea difficoltà per chi deve spostarsi per lavoro o studio, con ricadute anche sul traffico cittadino, costringendo molti utenti a ricorrere ai mezzi privati. Nelle città più congestionate, la riduzione del servizio pubblico può tradursi in un aumento del traffico stradale e in maggiori tempi di percorrenza, con conseguenze anche sull'inquinamento. Inoltre, il ripetersi di scioperi in un periodo ravvicinato sta creando un crescente senso di frustrazione tra i cittadini, che vedono nei trasporti pubblici un servizio essenziale e spesso non dispongono di alternative praticabili.

Al momento, non sembrano esserci segnali di un'imminente risoluzione delle tensioni tra sindacati, aziende e istituzioni. Il governo ha annunciato la volontà di aprire un tavolo di confronto per affrontare le problematiche più urgenti, ma le trattative si preannunciano complesse e potrebbero non portare a risultati concreti nel breve periodo. Intanto, i cittadini si preparano a un altro weekend di disagi, con la speranza che le parti in causa trovino presto una soluzione che garantisca il diritto allo sciopero senza penalizzare in modo eccessivo chi dipende dai trasporti pubblici per la propria vita quotidiana.

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