Federico Sannella, Direttore Relazioni Esterne e Affari Istituzionali Birra Peroni: "L’evoluzione sostenibile della filiera al centro del nostro impegno"
- di: Redazione
Intervista a Federico Sannella, Direttore Relazioni Esterne e Affari Istituzionali Birra Peroni.
Parla Federico Sannella, Direttore Relazioni Esterne e Affari Istituzionali Birra Peroni
Quello che colpisce, nell’impegno che Birra Peroni ha da sempre a fronte della Sostenibilità e che negli ultimi anni ha avuto una forte accelerazione in termini di ambizione degli impegni e di implementazione degli Obiettivi Esg a 360 gradi in tutta l’attività aziendale e della filiera, è l’importanza e la forza della collaborazione: con tutti gli elementi della filiera produttiva, con il territorio, con le Istituzioni, con i centri di ricerca e così via (significativo a questo proposito è lo slogan del nuovo spot promozione: … Se Ci Unisce è Peroni!). Dottor Sannella, in tale ambito brilla Campus Peroni. Ce ne può parlare?
Campus Peroni nasce dalla volontà di mettere insieme il mondo della ricerca, dell’agricoltura, dell’impresa e delle start-up innovative con l’obiettivo di promuovere e diffondere la cultura della qualità, dell’innovazione e della sostenibilità in ambito agricolo e cerealicolo. Il progetto, nato nel 2018 come evoluzione dell’impegno di Birra Peroni nell’attività di formazione e sviluppo delle competenze all’interno della filiera agricola, vede la collaborazione di CREA, di importanti centri di ricerca universitari e di alcune start up. Tutti soggetti in grado di offrire il loro supporto in una logica di open innovation nello sviluppo di progetti agritech e digitali. La digitalizzazione ci permette di implementare tecniche di produzione altamente sofisticate e sostenibili, e di mettere a disposizione del consumatore una quantità importante di informazioni sulla provenienza delle materie prime e sulla loro tracciabilità. Grazie a Campus Peroni raccogliamo la sfida che riguarda il futuro del settore e ambiamo ad offrire il nostro contributo più ampio a tutto il sistema agroalimentare.
Fare da propulsore di unità come leva per la spinta alla transizione ecologica e alla Sostenibilità a 360 gradi (ambientale, economica e sociale) emerge con chiarezza dalla nuova, impegnativa e innovativa campagna di comunicazione. Nel 2021, infatti, Peroni ha celebrato i suoi primi 175 anni con una nuova grafica, la tecnologia blockchain applicata alla sua filiera e, appunto, una nuova campagna di comunicazione. Quali i cardini e le novità di questa campagna?
Nella nuova immagine di Peroni abbiamo voluto riassumere e rendere evidenti elementi come modernità, qualità, riconoscibilità e italianità, che contraddistinguono tutto la nostra filiera, dal campo alla bottiglia. Questo cambiamento ci ha dato l’opportunità di parlare di sostenibilità, di tracciabilità del malto 100% italiano - grazie alla tecnologia blockchain - e di innovazione direttamente con i consumatori, che sono sempre più informati e consapevoli. La bottiglia, grazie al QR Code posizionato sul collarino, diventa a tutti gli effetti una fonte di informazioni sul percorso del prodotto nella sua interezza, dal campo d’orzo dell’agricoltore allo scaffale, all’esperienza di gusto. Tutto questo viene esplicitato nella nuova etichetta che, confermando i valori della tradizione, diventa più pulita e lineare, e nel pack che riporta l’essere “indiscutibilmente italiana” di birra Peroni – dato reso ancora più evidente dalla scritta “malto 100% italiano” - con l’aggiunta dell’indicazione “prodotta a Roma, Padova e Bari”.
A proposito di tecnologia blockchain, nel convegno che avete organizzatone giugno scorso sul tema, avete presentato gli asset fondamentali del progetto che ha portato all’introduzione quest’anno, sulle birre della gamma Peroni, della tracciabilità in blockchain del malto 100% italiano. Un salto di qualità tecnologico rilevante, che rende totale la trasparenza verso il consumatore. Come funziona nel dettaglio?
Possiamo affermare con orgoglio di essere il primo brand birrario di rilevanza nazionale ad aver introdotto la tracciabilità in blockchain dell’ingrediente distintivo, il malto 100% italiano. Questa innovazione ci permette di valorizzare l’italianità della nostra filiera, rendendola visibile ai consumatori in maniera garantita e di promuovere una maggiore sostenibilità nella produzione. La tracciabilità consente infatti di raccogliere e strutturare le informazioni più rilevanti nel processo produttivo e di sfruttarle per automatizzare controlli e per verificare l’efficacia delle azioni finalizzate alla sostenibilità. Il progetto, al quale hanno collaborato la start-up pOsti e EY, ha visto l’individuazione degli attori della filiera e delle fonti dati dalle quali acquisire le informazioni riguardanti il processo produttivo. Le informazioni, acquisite e notarizzate in blockchain, vengono messe a disposizione dei consumatori in forma multimediale, tramite un QR Code presente sull’etichetta di ogni bottiglia, che permette di scoprire il viaggio del malto 100% italiano dal campo al bicchiere.
Le politiche di Sostenibilità, come è evidente se si guarda ai singoli Obiettivi Esg e alle loro declinazioni, è fatta di tanti pezzi interrelati tra loro in un puzzle complessivo. Voi siete attivi in tutti gli elementi di questo puzzle, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Quali sono gli elementi più caratterizzanti del Progetto Legacy 2030 di Birra Peroni, che è un po’ la summa del vostro impegno sulla Sostenibilità a 360 gradi per il 2030?
La sostenibilità è al centro delle nostre strategie aziendali, e il nostro impegno in questa direzione è riassunto nel piano LEGACY 2030, che vede coinvolte tutte le aziende del Gruppo Asahi, di cui facciamo parte. Nel dettaglio come Birra Peroni puntiamo a diventare entro il 2030 carbon neutral all’interno dei nostri birrifici e di coinvolgere l’intera supply chain nell’obiettivo di raggiungere la neutralità dell’impronta di carbonio nell’ambito dell’intera filiera nel 2050. Ci impegniamo a sfruttare solo fonti di approvvigionamento idrico sostenibile e a ridurre il consumo di acqua nella produzione, ad utilizzare solo packaging riutilizzabile o riciclabile (tagliando del 15% gli imballi in plastica già entro il 2025) e ad impiegare solo materie prime coltivate in maniera sostenibile. Per Birra Peroni sostenibilità significa impegno per la crescita, il miglioramento e lo sviluppo socio-economico delle comunità in cui operiamo, per questo tra gli obiettivi di LEGACY 2030 trovano un posto rilevante anche il benessere dei dipendenti e la valorizzazione delle diversità, con il fine di raggiungere la quota pari di donne all’interno della leadership team entro il 2030, e la promozione di un consumo sano e responsabile, puntando a raggiungere, sempre entro il 2030, una quota del 20% di prodotti no-alcol nel nostro portfolio.
Torniamo alla filiera. Nell’evento che Birra Peroni ha organizzato a Roma lo scorso luglio dal titolo con un evento sul tema ‘Come si misura la sostenibilità?’, lei ha affermato che ‘la transizione ecologica del settore agroalimentare va gestita in un’ottica di filiera. Come azienda di trasformazione, sappiamo di poter giocare un ruolo importante in questo percorso di trasformazione, ma è necessario che tutti gli attori della filiera siano coinvolti: le aziende agricole, il settore della distribuzione, il mondo della ricerca, le università e le start-up più innovative: tutti devono collaborare in una logica di open innovation che deve essere sostenuta da investimenti adeguati e progettualità’ concrete’. Quale risposte concrete giungono dalla filiera su questo versante così impegnativo di innovazione tecnologica all’insegna della sostenibilità?
La sfida che riguarda la sostenibilità deve necessariamente coinvolgere tutti gli attori in campo. Per affrontarla in maniera efficace bisogna avere degli obiettivi chiari e condivisi e sviluppare degli strumenti in grado di permettere a tutti di offrire in modo efficace il proprio contributo. Noi, anche attraverso Campus Peroni, promuoviamo attività che vanno in questa direzione, verso una vera transizione ecologica del settore agroalimentare ed un’evoluzione sostenibile della filiera. I nostri partner del mondo agricolo hanno recepito in maniera convinta la necessità di sviluppare e attuare pratiche agricole sostenibili. Il loro e il nostro impegno si è tradotto in progetti che hanno coinvolto anche il mondo accademico, con il fine di promuovere e rendere concreta un’agricoltura intelligente.
Vi state anche impegnando molto sul fronte delle birre analcoliche. Nastro Azzurro, la birra premium italiana più bevuta al mondo, vanta oggi ‘Nastro Azzurro Zero’, una nuova estensione di gamma con zero alcool, dedicata a un target di consumatori di birre premium che non vogliono rinunciare al gusto unico, secco e rinfrescante di Nastro Azzurro, anche nelle occasioni in cui non possono bere alcool. Qual è la risposta del mercato?
Sul mercato stiamo assistendo ad un’importante crescita del segmento analcolico, che prevediamo in forte espansione anche nei prossimi anni. La domanda di birre no-alcol aumenta grazie anche ad una maggiore consapevolezza nei consumatori, sempre più alla ricerca di uno stile di vita sano ed equilibrato, che porta con sé lo sviluppo di un’offerta in grado di garantire prodotti premium analcolici conservando i tratti distintivi di qualità e gusto. Il lancio di Nastro Azzurro Zero rientra in una strategia aziendale finalizzata da un lato ad intercettare nuovi trend di consumo e dall’altro a promuovere un consumo responsabile, perseguendo allo stesso tempo l’obiettivo contenuto in LEGACY 2030 di raggiungere quota 20% di prodotti analcolici nel nostro portfolio.
Cosa significa per Birra Peroni, anche in termini di Sostenibilità, far parte di un Gruppo di rilevanza mondiale come Asahi?
Essere parte di Asahi ci permette di condividere gli obiettivi di LEGACY 2030. Le linea guida definite, che rispecchiano i Sustainable Development Goals sanciti dall’ONU, ci spingono a proseguire in maniera spedita sul percorso verso una maggiore sostenibilità, che ci vede impegnati da anni. Per fare alcuni esempi tra il 2010 e il 2020 la crescita della capacità produttiva degli stabilimenti di Roma, Bari e Padova è andata di pari passo con uno sviluppo green; abbiamo investito oltre 124 milioni per migliorare le performance produttive e ambientali dei nostri siti produttivi, ottenendo risultati significativi in termini di minor consumo di acqua (-27,3%), di energia elettrica (-24,4%), di emissioni di CO2 (-57,2%) e di riduzione degli scarti (+4,3% negli ultimi 10 anni con una percentuale di materiali portati a recupero/riciclo ormai pari al 99,7%). Far parte di Asahi ci consente di declinare il nostro impegno all’interno di un piano di azioni realmente globale, offrendo il nostro contributo per la riduzione dell’impatto ambientale, per un utilizzo responsabile delle materie prime e, in generale, per un futuro sostenibile.