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Sanità siciliana sotto accusa: appalti truccati per 130 milioni, dieci indagati

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Sanità siciliana sotto accusa: appalti truccati per 130 milioni, dieci indagati

Una nuova inchiesta scuote la sanità siciliana, da anni al centro di indagini e scandali. La Procura di Palermo ha scoperto un presunto comitato d’affari criminale che avrebbe gestito con logiche illecite appalti per un valore complessivo di 130 milioni di euro, alterando gare pubbliche e pilotando le aggiudicazioni a favore di soggetti selezionati attraverso relazioni opache con imprenditori, dirigenti pubblici, lobbisti e referenti politici.

Sanità siciliana sotto accusa: appalti truccati per 130 milioni, dieci indagati

L’inchiesta, condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia e coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia (in foto), ha portato all’emissione di misure cautelari nei confronti di dieci persone, tra cui diversi funzionari del sistema sanitario regionale e imprenditori attivi a livello nazionale nel settore medicale e ospedaliero.

Corruzione sistemica e contiguità politica
Secondo i magistrati, la rete avrebbe agito secondo un modello di corruzione sistemica. Non si tratterebbe di episodi isolati, ma di una struttura stabile e pervasiva in grado di influenzare profondamente le dinamiche decisionali della sanità pubblica in Sicilia. Le carte dell’inchiesta parlano di “una gestione parallela della cosa pubblica” fondata su scambi di favori, mazzette, finti incarichi, affidamenti senza trasparenza e una fitta rete di contatti politici che assicuravano copertura e continuità operativa. Tra gli indagati ci sarebbero anche figure tecniche in apparenza neutrali, che però svolgevano ruoli centrali nella redazione dei bandi e nella composizione delle commissioni di gara.

Tecnologie sanitarie, dispositivi medici e logistica al centro dell’attenzione
Gli appalti finiti nel mirino riguardano principalmente la fornitura di dispositivi medici, apparecchiature diagnostiche, materiali chirurgici e servizi di logistica ospedaliera. Alcune delle gare interessate avrebbero riguardato ospedali di rilievo regionale e strutture d’eccellenza teoricamente sottoposte a controlli rigorosi. Eppure, stando alle intercettazioni e alle ricostruzioni investigative, l’assegnazione dei lotti era condizionata da accordi preventivi tra i componenti del sistema corruttivo, che suddividevano i ricavi in cambio di mazzette, regali e vantaggi professionali. In alcuni casi, i bandi sarebbero stati costruiti su misura per agevolare l’aggiudicazione a imprese prestabilite, escludendo potenziali concorrenti con criteri tecnici artefatti.

Le misure cautelari e le prime reazioni politiche
Il giudice per le indagini preliminari ha accolto le richieste della procura disponendo arresti domiciliari e interdizioni temporanee dai pubblici uffici per dieci indagati, a vario titolo accusati di turbativa d’asta, corruzione aggravata e abuso d’ufficio. Le forze dell’ordine hanno eseguito perquisizioni anche in sedi istituzionali, studi professionali e abitazioni private tra Palermo, Catania e Roma. La Regione Siciliana, colta di sorpresa dall’ampiezza dell’inchiesta, ha annunciato la sospensione immediata dei funzionari coinvolti e l’apertura di un’indagine interna. I principali partiti hanno commentato con preoccupazione: esponenti di opposizione chiedono l’azzeramento dei vertici sanitari e maggiore trasparenza, mentre dalla maggioranza si invita alla cautela e al rispetto del lavoro della magistratura.

Un sistema già noto agli inquirenti

Non è la prima volta che la sanità siciliana finisce sotto inchiesta per presunti episodi di corruzione e mala gestione. Già in passato, numerose procure dell’isola avevano avviato indagini su bandi sospetti, legami tra dirigenti e imprenditori, favoritismi politici e gare pilotate. L’attuale inchiesta si distingue però per l’estensione geografica e per il profilo nazionale degli attori coinvolti. Secondo quanto trapela dagli atti, i protagonisti del sistema agivano con una consapevolezza e una metodologia che lasciano intendere un radicamento strutturato, con diramazioni nei gangli vitali del sistema pubblico.

Il nodo della trasparenza nel sistema sanitario

Il caso rilancia il tema cruciale della trasparenza e della legalità nella gestione della sanità pubblica. In un settore già provato dalla pandemia e dalle difficoltà finanziarie, la scoperta di un sistema parallelo di appalti truccati mina la fiducia dei cittadini e mette in discussione l’efficienza dei controlli interni. I sindacati sanitari hanno espresso indignazione per l’ennesimo scandalo che getta discredito sull’intera categoria, mentre le associazioni civiche chiedono l’introduzione di un protocollo nazionale di monitoraggio indipendente degli appalti. I magistrati intanto proseguono l’analisi del materiale sequestrato, ritenendo probabile l’estensione dell’inchiesta ad altri soggetti e territori.

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