L’allarme che pesa su salute e bilanci
In Italia il fenomeno non è più marginale: le stime indicano che circa il 50% dei malati cronici non aderisce correttamente alla terapia prescritta. Il risultato è un gorgo costoso per il sistema sanitario nazionale: 16 miliardi di euro all’anno di costi diretti e altri 5 miliardi di costi indiretti tra assenze dal lavoro, complicanze e ricoveri evitabili. È un’emergenza silenziosa che logora la qualità di vita dei pazienti e mette sotto pressione i bilanci pubblici.
Oncologia: attenzione alta, aderenza bassa
Nel trattamento oncologico emerge un dato preoccupante: per il tumore del colon-retto, tra i più diffusi nel nostro Paese, il tasso di non aderenza supera il 40%. Come osserva il presidente di Foce Francesco Cognetti, il cancro “è ancora percepito come una malattia molto grave e potenzialmente letale” e questa percezione può spingere in due direzioni opposte: più disciplina o rinuncia per paura degli effetti collaterali.
“È fondamentale rispettare tutte le modalità di assunzione indicate dagli specialisti”, sottolinea Cognetti, ricordando che l’efficacia delle terapie, incluse quelle orali, dipende in modo cruciale dalla costanza con cui vengono seguite.
Anziani e malattie croniche: quanto incide l’età
L’invecchiamento della popolazione aggiunge complessità: circa il 60% degli over 65 convive con almeno una patologia cronica. Una buona aderenza non è solo la chiave per una migliore qualità di vita, ma anche per la sostenibilità del sistema sanitario. Tra le condizioni più diffuse spicca il diabete, in cui molte complicanze cardiovascolari e renali potrebbero essere evitate con un migliore rispetto delle cure.
Le cause: dimenticanza o barriere invisibili?
Le motivazioni del mancato rispetto delle terapie sono molteplici e raramente banali. Pesano i timori per gli effetti collaterali, le difficoltà nella comunicazione medico–paziente, la frammentazione del percorso di cura, la complessità della politerapia, il contesto sociale e la carenza di supporto familiare. Spesso non si tratta di semplice disattenzione: senza strumenti di supporto, ricordare orari e dosaggi diventa una sfida quotidiana.
Economie in bilico: quanto costa restare inattivi
Il bilancio è salato anche a livello europeo, dove la mancata aderenza comporta ogni anno oltre 125 miliardi di euro di spese tra ricoveri, visite aggiuntive e terapie sostitutive. In Italia l’asticella resta alta: oltre ai 16 miliardi di costi diretti si sommano circa 5 miliardi di danni indiretti. Una riduzione anche parziale del fenomeno libererebbe risorse preziose da reinvestire in prevenzione, innovazione e assistenza territoriale.
Soluzioni e proposte: multidisciplinarietà, comunicazione, tecnologia
Non basta denunciare: si può cambiare rotta. Un approccio multidisciplinare — oncologi, cardiologi, ematologi, geriatri e internisti — consente di curare il paziente nella sua interezza, allineando prescrizioni e obiettivi. Serve inoltre educazione terapeutica con spiegazioni chiare, coinvolgimento dei caregiver, semplificazione dei protocolli e strumenti pratici per gestire la politerapia.
La tecnologia può fare la differenza: promemoria digitali, telemedicina, monitoraggi da remoto e confezioni intelligenti aiutano a ridurre le dimenticanze. Infine, politiche pubbliche mirate — inclusi incentivi ai programmi di aderenza e percorsi di presa in carico — possono tradurre le buone pratiche in risultati misurabili.
Un falla di sistema che danneggia i pazienti e prosciuga risorse
La mancata aderenza terapeutica non è un dettaglio amministrativo: è una falla di sistema che danneggia i pazienti e prosciuga risorse. Tra oncologia, cronicità e invecchiamento, il quadro impone decisioni forti, politiche lungimiranti e — non meno importante — un dialogo continuo, empatico e concreto tra chi cura e chi è curato. È il momento di riprendere in mano non solo i protocolli, ma la fiducia.