Cronache dai Palazzi - Matteo Salvini, sulle migrazioni, dichiara guerra a tutti, dall'Europa alla Tunisia
- di: Redazione
Che ormai quel accade, in Italia come nel resto delle terre conosciute, sia occasione per combattere battaglie sugli scenari politici nostrani è nell'ordine delle cose.
Lo dimostra la quotidiana guerra che Matteo Salvini sta conducendo per erodere, da destra, l'elettorato di Giorgia Meloni, approfittando di qualsiasi argomento ritenga essergli utile per mettersi in mostra.
Se l'argomento forte sino a ieri erano i programmi delle infrastrutture con le quali vuole rivoltare come il classico calzino le sorti future del Paese, oggi, vista anche l'emergenza sbarchi, il cuore delle sue quotidiane e sulfuree dichiarazioni è la sua personale guerra al fenomeno delle migrazioni irregolari.
Cronache dai Palazzi - Matteo Salvini, sulle migrazioni, dichiara guerra a tutti, dall'Europa alla Tunisia
E siccome per fare una guerra ci devono essere dei nemici, Salvini se li sta andando a cercare ovunque: l'Europa comunitaria; la Francia e la Germania; la Tunisia; le ong; i trafficanti; gli scafisti. E scusate se ne abbiamo perso qualcuno per strada.
Ieri un Salvini ''on tour'' in mezz'Italia, ha colto l'occasione dei nuovi e preoccupanti numeri dell'arrivo di migranti a Lampedusa (ma non solo) per accusare tutti. Almeno, tutti coloro che, ai suoi occhi, non rispettano i patti e, anzi, vanno addosso all'Italia sfilandosi dai loro obblighi.
Quindi, sparando ad alzo zero. Ma, quando si spara nel mucchio, il rischio è che qualche schizzo di sangue cada anche sugli alleati. Per questo è apparso abbastanza singolare la stima per Giorgia Meloni sbandierata da Salvini.
Lo stesso che, sottolineando quella che è, per molti leghisti, l'invasione del sacro suolo italico da parte di orde di gente che arriva dall'Africa o dall'Asia, di fatto ha sottolineato che le politiche del governo non siano efficaci, almeno ai suo occhi.
O, per meglio dire, non sono efficaci per come erano stati promessi in campagna elettorale.
Ma un conto è muovere critiche, seppure stemperate dalla contingenza internazionale, un altro è alzare i toni in modo esponenziale, facendo capire che, a difesa delle nostre coste, potrebbero essere schierate nel Mediterraneo navi della nostra Marina. Una ipotesi che, diciamo, si può accettare da chi non maneggia, quotidianamente, faccende di governo. Non da un ministro che, in questo modo, sia pure indirettamente, impegna sulla sua linea l'intero esecutivo. Che, nei suoi massimi esponenti, forse dovrebbe prendere posizione, in un senso (risposta militare all'emergenza) o nell'altro (proseguire negli sforzi diplomatici) degli scenari.
Matteo Salvini ha comunque tutto il diritto di esprimere il suo punto di vista, anche se il doppio profilo - ministro e capo politico di partito - rischia di ingenerare confusione su chi, nello specifico momento, sta parlando e, soprattutto, a nome di chi.
Anche perché parlare di dispiegamento di mezzi, pur se a livello di ipotesi, lascia intendere che questa è un'opzione. Per fortuna di Salvini e del governo, l'inesistenza di una opposizione rende per loro le cose molto più facili di come sarebbero se avessero avversari (politici) degni di tale nome e, quindi, capaci di approfittare delle evidenti difficoltà dell'esecutivo.