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Trump scuote Big Pharma: crollano le azioni asiatiche

- di: Jole Rosati
 
Trump scuote Big Pharma: crollano le azioni asiatiche
Con un ordine esecutivo, Trump promette tagli fino all’80% sui farmaci. Le borse asiatiche tremano, le multinazionali reagiscono.
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Trump rilancia la “most favored nation”: farmaci USA ai prezzi più bassi del mondo
Il presidente Donald Trump ha annunciato via Truth Social la firma di un ordine esecutivo volto a ridurre drasticamente i prezzi dei farmaci negli Stati Uniti. La misura, denominata “most favored nation” (MFN), prevede che gli Stati Uniti paghino per i farmaci lo stesso prezzo del paese che li acquista al costo più basso a livello globale. Trump ha dichiarato che questa iniziativa potrebbe portare a una riduzione immediata dei prezzi tra il 30% e l’80%, generando risparmi significativi per il sistema sanitario americano.
La proposta, già tentata durante il primo mandato di Trump ma bloccata da contenziosi legali, si concentra sui farmaci somministrati in ambito ambulatoriale coperti da Medicare Part B, come le infusioni per il trattamento del cancro. Nonostante le stime ottimistiche, i dettagli sull’implementazione e l’effettiva portata dell’ordine rimangono incerti. 

Mercati asiatici in caduta: le azioni farmaceutiche crollano
L’annuncio ha avuto un impatto immediato sui mercati asiatici. Le azioni delle principali aziende farmaceutiche hanno registrato forti perdite:
Giappone: Chugai Pharmaceutical Co. ha perso fino al 7,2%, mentre Daiichi Sankyo Co. e Takeda Pharmaceutical Co. hanno registrato cali di circa il 5%.
Corea del Sud: SK Biopharmaceuticals Co., Celltrion Inc. e Samsung Biologics Co. hanno visto le loro azioni scendere di oltre il 3%.
Cina: Zhejiang Hisun Pharmaceutical Co. Ltd ha subito una flessione dell’1%.
Australia: CSL Ltd, produttore leader di plasma sanguigno e vaccini, è scesa dello 0,6%, mentre Clinuvel Pharmaceuticals Ltd ha perso quasi il 2%.
India: Sun Pharma ha registrato un calo del 5,4%, mentre Cipla Ltd è scesa dell’1,5%.
Queste reazioni evidenziano la forte dipendenza delle aziende farmaceutiche asiatiche dal mercato statunitense, dove i prezzi dei farmaci sono tradizionalmente più alti rispetto ad altri paesi sviluppati.

Le reazioni dell’industria farmaceutica: tra preoccupazioni e opposizioni
L’industria farmaceutica ha espresso forte preoccupazione per l’iniziativa di Trump. Julie Kim, dirigente di Takeda, ha affermato che la politica MFN potrebbe costare all’industria fino a 1.000 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni. Le aziende temono che la riduzione dei ricavi possa compromettere gli investimenti in ricerca e sviluppo, rallentando l’innovazione nel settore. 
Inoltre, esiste il rischio che le aziende farmaceutiche aumentino i prezzi nei paesi con costi più bassi per evitare di dover abbassare quelli negli Stati Uniti, una mossa che potrebbe avere ripercussioni globali sui sistemi sanitari.

Implicazioni politiche e prospettive future
L’ordine esecutivo di Trump rappresenta un tentativo audace di affrontare il problema dei costi elevati dei farmaci negli Stati Uniti, una questione che ha ricevuto attenzione bipartisan ma che ha visto pochi progressi concreti. Tuttavia, la misura è destinata a incontrare una forte opposizione da parte dell’industria farmaceutica e potrebbe affrontare sfide legali significative.
Mentre l’efficacia dell’iniziativa rimane da vedere, è chiaro che l’annuncio ha già avuto un impatto tangibile sui mercati globali, sottolineando la centralità del mercato statunitense per l’industria farmaceutica mondiale.

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