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Salis sindaca a Genova, il campo progressista torna a vincere

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Salis sindaca a Genova, il campo progressista torna a vincere

Silvia Salis è la nuova sindaca di Genova. La sua affermazione al primo turno con il 51,48% dei voti rappresenta non solo una svolta per la città ligure, ma anche un segnale forte sul piano nazionale: il campo progressista, quando coeso, può ambire a governare territori storicamente difficili.

Salis sindaca a Genova, il campo progressista torna a vincere

La vittoria è giunta al termine di uno scrutinio che si è protratto fino a tarda notte e ha sancito il netto superamento della coalizione di centrodestra guidata da Pietro Piciocchi, fermatosi al 44,20%. Con 124.720 preferenze espresse in suo favore, Salis ha superato di oltre 17.000 voti lo sfidante, ponendo le basi per una nuova fase politica in una città che, negli ultimi decenni, ha alternato esperienze di centrodestra e centrosinistra, senza mai trovare una linea di continuità stabile. La presenza del Movimento 5 Stelle all'interno della coalizione vincente è un altro elemento chiave per comprendere l'esito del voto, insieme al sostegno delle realtà civiche locali.

Salis: ‘Un vento nuovo per Genova’
In un’intervista a “Repubblica”, la neosindaca ha voluto sottolineare il significato politico di questa vittoria, definendola il frutto di un lavoro unitario: “Questa è una città che aveva bisogno di un vento nuovo. Il campo progressista, quando si concentra sulle cose che lo uniscono, che sono molte più di quelle che lo dividono, può vincere potenzialmente ovunque”. Parole che suonano come un manifesto programmatico, ma anche come un invito ai partiti del centrosinistra a trovare una sintesi, superando divisioni e personalismi. La sua affermazione è anche il coronamento di un profilo che unisce esperienze civiche, impegno sociale e una forte attenzione alla dimensione partecipativa della politica, elementi che hanno fatto breccia in un elettorato disilluso ma ancora sensibile alla proposta di un'alternativa concreta.

Un risultato che parla anche al Pd e al M5S
Il successo della coalizione progressista a Genova va oltre il perimetro cittadino e interpella direttamente le segreterie dei partiti nazionali. Il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle si sono presentati uniti al voto, condividendo programma, candidati e strategia comunicativa. Un modello che, nei fatti, ha funzionato, offrendo un’ipotesi di alleanza strutturata da esportare su scala più ampia. Il segnale che arriva da Genova è chiaro: dove le opposizioni al governo Meloni riescono a costruire una proposta credibile e coesa, la competizione diventa reale e può ribaltare assetti consolidati. Salis ha saputo incarnare questo spirito di unità, conquistando consensi anche tra quegli elettori che, negli ultimi anni, si erano rifugiati nell’astensione o nel voto disgiunto.

Il contesto genovese tra fratture e cambiamento
Genova è una città che porta ancora i segni di profonde trasformazioni economiche e sociali. La crisi del comparto industriale, la frattura tra centro e periferia, il crollo del ponte Morandi e il lento processo di ricostruzione hanno segnato l’identità urbana e il clima politico. In questo quadro, la proposta di Salis ha puntato sul riscatto delle periferie, sulla partecipazione civica e su una nuova idea di sviluppo sostenibile. Non a caso, la sua campagna ha visto una forte presenza sul territorio, un dialogo serrato con associazioni, comitati e realtà del volontariato. La vittoria al primo turno rappresenta anche una smentita alle previsioni più caute, che vedevano la sfida destinata al ballottaggio, e certifica un consenso radicato.

Le reazioni nel centrodestra e l’analisi del voto
Il centrodestra esce ridimensionato da questa tornata elettorale genovese. Pietro Piciocchi, sostenuto da una coalizione compatta che includeva Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, non è riuscito a imporsi nonostante la visibilità istituzionale derivante dal suo ruolo di vicesindaco uscente. La sconfitta è stata riconosciuta con toni sobri, ma il risultato apre una riflessione interna alle forze di governo. Il crollo delle percentuali rispetto alle precedenti elezioni comunali segnala un logoramento della proposta politica e una possibile distanza crescente con le esigenze della cittadinanza. Difficile, al momento, valutare se il voto di Genova rappresenti un’eccezione o l’inizio di un’inversione di tendenza più ampia. Tuttavia, il risultato alimenta il dibattito su come ricostruire una proposta progressista competitiva a livello nazionale.

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