Il sostegno della Nato all’Ucraina non rallenta. Nonostante le incertezze politiche in Europa e la fatica economica di alcuni Paesi membri, il segretario generale Mark Rutte ha confermato che «gli aiuti militari a Kiev restano in linea con quelli dello scorso anno». L’impegno, ha spiegato, «è coerente con le necessità difensive ucraine e con la volontà dell’Alleanza di preservare la stabilità nel continente».
Rutte: “Aiuti militari a Kiev in linea con l’anno scorso”
Intervenendo a Bruxelles durante la riunione dei ministri della Difesa dei Paesi membri, Rutte ha ribadito che «il sostegno militare non è diminuito, né in termini di volumi né di priorità».
Secondo il segretario generale, «gli alleati hanno mantenuto un ritmo costante nella fornitura di sistemi d’arma, munizioni e equipaggiamenti difensivi, assicurando continuità nelle capacità operative ucraine».
Il messaggio arriva in un momento delicato, in cui il fronte interno dell’Alleanza è attraversato da tensioni politiche e da un crescente dibattito sulla sostenibilità finanziaria del sostegno a Kiev. Tuttavia, Rutte ha insistito sul fatto che «la coesione dell’Alleanza resta solida e il coordinamento tra i Paesi membri è più efficiente che mai».
“Il sostegno non è diminuito”
Rutte ha voluto fugare ogni dubbio sulla presunta flessione dell’impegno occidentale: «Il sostegno all’Ucraina non è diminuito», ha dichiarato, ricordando che «i programmi di assistenza militare restano una priorità strategica per la sicurezza dell’Europa».
Le forniture del 2025, secondo quanto riferito dal segretario generale, ricalcano i livelli del 2024, con particolare attenzione ai sistemi di difesa aerea, alle dotazioni di artiglieria e ai mezzi di logistica avanzata.
«Gli alleati – ha aggiunto – hanno dimostrato responsabilità e unità, nonostante le diverse sensibilità politiche e le difficoltà economiche che ciascun Paese affronta».
Le pressioni sugli Stati membri
Durante la riunione, il presidente del Comitato militare della Nato, Rob Bauer, ha richiamato i membri dell’Alleanza all’importanza di garantire risorse finanziarie adeguate per sostenere gli impegni in corso. «La sostenibilità del supporto a Kiev dipende dalla stabilità dei bilanci nazionali e dalla volontà politica di tradurre le promesse in fatti», ha affermato.
In questa direzione si è espresso anche Pete Hegseth, vice segretario alla Difesa degli Stati Uniti, che ha lanciato un appello chiaro: «Le promesse sul 5% ora devono tradursi in realtà. Non bastano le parole: serve concretezza».
Hegseth ha spiegato che «raggiungere l’obiettivo del 5% del Pil per la difesa non è solo un traguardo simbolico, ma una misura di responsabilità condivisa che rafforza la deterrenza collettiva».
Rutte: “Nessuna marcia indietro sulla difesa comune”
Il segretario generale ha sottolineato come l’Alleanza non intenda ridurre il proprio impegno: «Non ci sarà nessuna marcia indietro. La Nato continuerà a sostenere l’Ucraina e a difendere la sicurezza euro-atlantica».
Rutte ha ribadito che la solidarietà fra gli Stati membri rappresenta «il principale fattore di deterrenza e di stabilità».
Fonti dell’Alleanza indicano che, nelle prossime settimane, verranno approvati ulteriori programmi di addestramento per le forze ucraine, insieme a una pianificazione congiunta per l’uso efficiente delle risorse fornite. «La priorità – ha aggiunto Rutte – resta quella di rafforzare le capacità difensive di Kiev e di garantirne la piena autonomia operativa sul campo».
Una sfida politica oltre che militare
Oltre alla dimensione tecnica e strategica, il dibattito all’interno dell’Alleanza riguarda anche la tenuta politica del sostegno all’Ucraina. In diversi Paesi europei cresce la pressione interna per ridurre la spesa militare o per negoziare una tregua con Mosca, ma la linea di Bruxelles resta ferma.
Rutte ha osservato che «il futuro della sicurezza europea dipende anche dalla capacità dell’Occidente di non dividersi e di dimostrare coerenza nelle scelte».
Ha poi riconosciuto che il peso economico dell’impegno militare «è significativo», ma «non paragonabile ai costi che deriverebbero da un indebolimento della sicurezza collettiva».
Il messaggio dell’Alleanza: unità e continuità
La riunione di Bruxelles si è chiusa con un messaggio di unità. Il segretario generale ha ribadito che «il sostegno a Kiev continuerà finché sarà necessario» e che l’Alleanza «resta determinata a garantire il rispetto del diritto internazionale e l’integrità territoriale dell’Ucraina».
«Il nostro obiettivo – ha concluso Rutte – non è solo fornire armi, ma costruire un futuro stabile per l’Europa. Ogni Paese alleato ha un ruolo da svolgere in questa sfida comune».
Confermato anche l’impegno a mantenere alta la pressione diplomatica su Mosca e a coordinare le iniziative di ricostruzione economica, una volta ristabilite le condizioni di sicurezza.
Una prospettiva di lungo periodo
Le dichiarazioni di Rutte arrivano in un contesto in cui la Nato guarda oltre l’emergenza, pianificando una strategia di medio-lungo termine per la difesa del continente. La coerenza degli impegni economici, la modernizzazione delle capacità militari e la collaborazione con i partner globali restano al centro dell’agenda dell’Alleanza.
In questo quadro, il segretario generale ha voluto ribadire che «la stabilità non si costruisce con le promesse, ma con la perseveranza». Un messaggio rivolto agli alleati, ma anche ai cittadini europei, chiamati a comprendere che la sicurezza comune resta un investimento essenziale per il futuro del continente.