Roche Italia chiude il 2022 con un fatturato in crescita del 7%

- di: Daniele Minuti
 
Roche S.p.A. ha chiuso il 2022 con un fatturato complessivo di 849,7 milioni di euro, risultato eccellente e in crescita di 7 punti percentuali rispetto allo scorso anno, nonostante l'anno caratterizzato dalle tante incertezze.

Roche Italia chiude il 2022 con un fatturato in crescita del 7%

Ad alimentare questi dati è stato il lancio di nuovi prodotti ad alto tasso di innovazione come Evrysdi (primo trattamento a domicilio per le tipologie più diffuse di atrofia muscolare spinale) e Polivy, nel trattamento del linfoma diffuso a grandi cellule B recidivato refrattario nei pazienti non candidabili al trapianto.

Pesano anche le performance di Tecentriq, farmaco già presente per il trattamento di alcune forme di tumore al polmone, o di altri prodotti già in portafoglio come Perjeta e Kadcyla, due anticorpi monoclonali per il trattamento del tumore alla mammella, Alecensa, farmaco per il trattamento di una particolare mutazione nel tumore polmonare, Ocrevus, il primo farmaco indicato nella sclerosi multipla primariamente progressiva che dal 2018 ha segnato l’importante ritorno di Roche nell’area delle neuroscienze e di Hemlibra, il primo anticorpo monoclonale ad essere raccomandato per l’uso nei pazienti con emofilia A.


L'anno si è chiuso con la collaborazione con più di 190 centri di ricerca, la gestione di 261 studi clinici su 71 molecole per il beneficio di 17.631 pazienti. Risultati eccellenti che si affiancano al focus sui propri dipendenti, come confermato dalla certificazione UNITER sulla parità di genere (unica azienda farmaceutica a riceverla). Il tutto, con un 2023 davanti in cui si prevedono diversi lanci che rafforzeranno il portafoglio in ambito oncologico e di patologie rare o che segneranno l'ingresso di Roche in nuove aree.

Maurizio de Cicco, Presidente e Amministratore Delegato di Roche S.p.A. (nella foto), ha commentato: "Siamo orgogliosi di aver chiuso il 2022, anno della celebrazione dei nostri 125 anni in Italia, registrando una crescita del fatturato di 54 milioni rispetto all’anno precedente. Un risultato che supera le nostre aspettative e che assume ancora più valore se pensiamo al difficile contesto generale nel quale ci siamo mossi. Ciò che da sempre ci guida è l’innovazione che si sostanzia anche negli investimenti in ricerca clinica nel nostro Paese che quest’anno hanno superato i 46 milioni di euro e che ci hanno permesso di raggiungere oltre 17.600 pazienti in 261 studi clinici. La ricerca clinica è un asset estremamente importante per l’intero sistema perché offre la possibilità ai pazienti di avere accesso anticipato all’innovazione terapeutica ma ricopre anche un grande valore socio-economico sia per le strutture sanitarie sia per l’intero SSN. Per questo accogliamo con grande soddisfazione l’adeguamento dell’Italia agli standard stabiliti dal regolamento europeo voluto dal Ministro della Salure e da AIFA che consentirà al nostro Paese di attrare investimenti in ricerca clinica e rimanere un’eccellenza. Continueremo con il nostro impegno per la sostenibilità del sistema lavorando in collaborazione con tutti gli interlocutori per trovare nuove soluzioni ai bisogni di salute e contribuire alla creazione di un sistema più efficace e tempestivo nelle sue risposte. Bisogna passare da un concetto di “value for money”, utilizzato spesso anche per la valutazione dei farmaci e che si traduce in un concetto di economicità ed efficienza, ad un nuovo paradigma dal valore molto più ampio di “value for society”. Un esempio concreto in questo senso è rappresentato dall’oftalmologia, area che ci vedrà protagonisti nel prossimo futuro con il primo anticorpo bispecifico per la degenerazione maculare legata all’età neovascolare e per l’ edema maculare diabetico. Come riporta un recente studio di ALTEMS, infatti, in quest’area una migliore presa in carico potrebbe far risparmiare al sistema 24mila euro per singolo paziente. Sempre in quest’ottica credo sia necessaria e urgente una nuova governance che superi il meccanismo del payback per il quale il contributo di Roche per gli ultimi tre anni è stato di oltre 350 milioni di euro. Ci aspettano grandi sfide in questo nuovo anno nel quale continueremo a lavorare per garantire l’accesso alle terapie migliori a tutti i pazienti anche rendendo disponibili nuove opzioni di trattamento. Oltre alla già citata oftalmologia ci aspettiamo di rendere disponibile un anticorpo bispecifico nell’area dell’oncoemtologia. L'azienda sta, inoltre, concentrando gli sforzi anche su piattaforme tecnologiche come le ATMP (Advanced Therapy Medicinal Product). Tra queste, se pensiamo a un orizzonte temporale più lungo, c’è grande attesa per la nostra prima terapia genica, e prima in assoluto per la distrofia muscolare di Duchenne, una patologia ereditaria rara e dal fortissimo bisogno clinico insoddisfatto".
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