Gran Bretagna: un musical per esorcizzare la triste eredità della pandemia
- di: David Lewis
Il Regno Unito, come gran parte dei Paesi del mondo, ha pagato un prezzo altissimo alla pandemia, quando il Covid-19 imperversava e sembrava che nulla potesse arginarlo, se non chiudersi in casa, sbarrando la porta al mondo esterno e tagliando ogni rapporto con i propri affetti.
Migliaia di morti e tantissimi drammi familiari, soprattutto per i più fragili, che si sono ritrovati senza difese e con prospettive oscure, che purtroppo si sono confermate, facendoci scoprire che molte delle nostre decantate eccellenze erano sono una facciata.
Gran Bretagna: un musical per esorcizzare la triste eredità della pandemia
Una facciata che, cadendo, ci ha fatto scoprire tutti più poveri, e non solo in termini economici, perché il virus ha mietuto tante vite, tante amicizie, tanti legami. Ma noi britannici sappiamo reagire (o almeno ci piace ripetercelo), come ha dimostrato la storia quando, opponendo ai nazisti la nostra forza di resistere, abbiamo contribuito a sconfiggere chi voleva annientare noi e la nostra civiltà.
Per questo non mi ha affatto sorpreso che, sulle macerie morali che si è lasciata dietro la pandemia, qualcuno, oltre a scriverci (oh, quanti ci hanno scritto e quanti, molti di più, ci avrebbero voluto scrivere....), ci ha anche costruito su uno spettacolo.
Anzi un musical, un genere che noi britannici amiamo tantissimo, ma che forse mai avremmo potuto pensare che potesse essere scritto e musicato su un dramma collettivo. Lo ha invece fatto un'attrice del Surrey, Natasha Mould, che ha vissuto in prima persona il terremoto sociale del Covid-19, trovandosi - con i teatri e gli studios chiusi quasi all'improvviso - senza lavoro e quindi costretta a reinventarsi operatrice sanitaria.
Quindi, dalle repliche del musical ''Dalle 9 alle 5'', nel West End, Natasha Mould è passata a lavorare a tempo pieno in una casa di cura. Per lei la fine (temporanea) della carriera artistica è stata semplicemente uno shock: ''Stavo per andare in tour con uno spettacolo, quando abbiamo ricevuto un messaggio di gruppo che ci diceva di non venire alle prove e basta. Non siamo stati pagati. Mi chiedevo cosa avrei fatto dopo".
Davanti alla necessità, Natasha ha dismesso i lustrini per indossare, tre giorni dopo, il camice, quello di badante in una residenza per anziani.
La sua non è stata una esperienza isolata, perché molti dei suoi amici o colleghi durante la pandemia hanno dovuto prendere i lavori che trovavano, cambiando radicalmente la loro vita con il solo obiettivo di "restare a galla".
Il musical, come ha spiegato Natasha Mould, si concentra su come sono cambiate le vite dei lavoratori del teatro.
"Così tanto amore, comunità e positività sono venuti da una tale tragedia, che ho voluto condividere storie che le persone non conoscevano", ha detto, cercando di trasmettere alle persone un messaggio positivo, di "amare chi è loro vicino" e "godere delle piccole cose".
Il musical include canzoni sul lavoro in supermercati, sull'essere a casa da soli durante il confinamento e sull'impegno quotidiano con gli anziani.
Del suo impegno nella casa di assistenza per gli anziani, Natasha ha tratto spunto per il musical: "Stavo facendo la cura personale per una delle mie adorabili donne e ho avuto un momento di luce sulla crudezza di quello che stavo facendo ora rispetto al glamour del West End. Ogni giorno che ero al lavoro c'era una nuova storia". "La gente guarda i lavoratori del teatro e pensa - dice l'attrice con un pizzico di amarezza - che non sia un 'vero lavoro', ma così tante vite sono state sconvolte".