Regno Unito: c'è chi evade le tasse e chi regala soldi allo Stato

- di: David Lewis
 
Nel Regno Unito, come, crediamo, ovunque nel mondo, uno degli obiettivi dei Paesi che non sono loro stessi un paradiso fiscale è quello di fare pagare le tasse a tutti. Magari non nella giusta maniera o proporzione, ma tutti devono o dovrebbero pagare. Così, invece, non accade perché, chi più, chi meno, se può risparmiare nel pagamento delle tasse lo fa, più o meno correttamente, spesso avvalendosi di scappatoie non sempre eque o eticamente ineccepibili, ma lo fa. Quindi è piacevole, forse sorprendente, ammettere che nel Regno Unito cresce il numero di coloro che decidono di fare donazioni alle Casse dello Stato.

Regno Unito: c'è chi evade le tasse e chi regala soldi allo Stato

Una cosa assolutamente sorprendente, ma che accade in un momento in cui il governo laburista di Keir Starmer si trova davanti ad un bilancio (sarà presentato nelle prossime settimane) da fare quadrare nonostante un evidente buco, in parte eredità della precedenza maggioranza conservatrice, in parte perché deve cominciare ad onorare le promesse fatte in campagna elettorale, soprattutto in materia di salari del settore pubblico.
Ora, mentre i laburisti sono già sotto attacco mediatico (per i regali ricevuti da sir Keir e dalla moglie, ma anche per lo stipendio del capo del suo staff, aumentato al punto da essere superiore a quello percepito dal primo ministro), grazie ad una inchiesta della BBC i sudditi di Sua Maestà hanno appreso che, nell'arco dell'anno, 18 persone hanno già devoluto quasi 620.000 sterline allo Stato, senza che il fisco ne facesse richiesta.
Un numero e un gettito a dir poco sorprendenti, se si pensa che negli ultimi venti anni sono state effettuate complessivamente 153 donazioni al Tesoro, tra cui 27 decise da persone che hanno lasciato denaro al cancelliere nel loro testamento. Dal 2003 il meccanismo delle donazioni ha fatto il Tesoro più ricco di 4.729.091,92 sterline, che può sembrare e forse è oggettivamente una somma ingente, ma che incide appena allo 0,00004% della spesa pubblica totale di quest'anno.

Il meccanismo è semplice: i cittadini che vogliono fare una donazione possono effettuare un bonifico bancario diretto al Tesoro di Sua Maestà, che lo utilizzerà per contribuire alle spese pubbliche. Le donazioni non possono però essere finalizzate. Nel senso che, come precisa il Tesoro, i regali in denaro ''non possono essere vincolati a uno scopo specifico o assegnati a un’area specifica della spesa pubblica''. Una cautela comprensibile per evitare che chi dona lo faccia avendo un suo obiettivo personale e non la volontà di contribuire al bene comune.
La donazione, che non può avere una destinazione specifica e che non può essere rimborsata (magari nel caso che qualcuno ci ripensi), deve essere certificata nella sua provenienza, cioè non deve essere stata determinata da attività illecite, il che è il minimo.

Comunque, conti alle mani, nei primi otto mesi dell'anno (più esattamente fino al 4 settembre) sono state effettuate 18 donazioni per un valore complessivo di 619.265,33 sterline. Che risulta essere il totale annuale più alto dal 2020, quando furono donate 1.193.875,76 sterline. Ma quello fu un periodo particolare, con molte persone che vollero contribuire alle casse pubbliche, che stavano affrontando la pandemia di coronavirus e i suoi effetti economici e sociali. I britannici, a conferma di come si facciano coinvolgere dalle vicende nazionali, nel 2010 donarono al Tesoro complessivamente 972.621,71 sterline, in un momento in cui il governo si stava concentrando sul taglio della spesa pubblica per ridurre il deficit.

La generosità dei britannici non è stata sempre costante, come dimostrano i dati del 2014 e nel 2015, anni in cui non è stato donato nulla. Forse meglio di quanto accadde nel 2005, quando le donazioni furono di appena cinque sterline, da non pagarci nemmeno la carta per trascrivere la donazione nei registri.

Comunque, nelle cronache giornalistiche e negli annali del Tesoro il caso più eclatante risale al 2013 quando un'ostetrica in pensione, Joan Edwards, dispose che alla sua morte fosse eseguito un lascito testamentario di 520.000 sterline da conferire, scrisse, "al governo in carica alla data della mia morte, che potrà utilizzare il denaro come riterrà opportuno, a sua assoluta discrezione".
Il problema, finito in mano agli avvocati, è che il governo del tempo era di coalizione e che i Conservatori era in netta maggioranza rispetto agli alleati Liberal Democratici. Alla fine di un confronto giudiziario e in base alla ripartizione dei seggi in parlamento, i soldi della signora Edwards andarono ai due partiti in misura dell'80% ai Conservatori (quindi 420 mila sterline), il resto ai Liberal Democratici. La reazione popolare alla notizia indusse i due partiti a consegnare tutto il denaro al Tesoro.
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