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Regno Unito, crescita del Pil rallenta allo 0,3% nel secondo trimestre

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Regno Unito, crescita del Pil rallenta allo 0,3% nel secondo trimestre

La crescita dell’economia britannica rallenta nel secondo trimestre del 2025, pur superando le attese della vigilia. Secondo i dati ufficiali diffusi oggi dall’Office for National Statistics (ONS), il prodotto interno lordo (Pil) del Regno Unito è aumentato dello 0,3% nel periodo aprile-giugno rispetto ai tre mesi precedenti. Il risultato è superiore alle stime degli analisti, che indicavano un incremento più modesto dello 0,1%, ma risulta inferiore allo 0,7% messo a segno nel primo trimestre, quando Londra aveva rivendicato il primato di crescita tra le economie del G7.

Regno Unito, crescita del Pil rallenta allo 0,3% nel secondo trimestre

Il dato segnala una perdita di slancio dopo un inizio 2025 caratterizzato da una ripresa più vigorosa. Il contesto internazionale resta condizionato da incertezze geopolitiche, inflazione ancora oltre gli obiettivi di lungo periodo e politiche monetarie restrittive da parte della Bank of England. Nonostante la crescita trimestrale sia positiva, diversi osservatori avvertono che il rallentamento potrebbe rappresentare un segnale d’allarme per il governo laburista di Keir Starmer, impegnato a mantenere alta la fiducia di imprese e famiglie e a consolidare la ripresa senza alimentare nuove spinte inflazionistiche.

Servizi in testa, ma meno brillanti
Secondo l’ONS, l’espansione tra aprile e giugno è stata sostenuta soprattutto dal settore dei servizi, che continua a rappresentare il cuore dell’economia nazionale. Tuttavia, il ritmo di crescita dei servizi si è attenuato rispetto ai mesi precedenti, mentre la produzione industriale ha subito una contrazione, penalizzata dalla riduzione della domanda di beni manifatturieri e dall’impatto di costi energetici ancora elevati. Negativo anche l’andamento delle costruzioni, frenato dall’aumento dei tassi di interesse e dal calo degli investimenti privati.

Consumi stabili, ma prudenza delle famiglie
Sul fronte della domanda interna, le famiglie hanno mantenuto livelli di spesa sostanzialmente invariati. Il mercato del lavoro rimane solido e l’inflazione, pur superiore ai target, è in rallentamento rispetto ai picchi del biennio precedente. Tuttavia, la crescita dei redditi reali è limitata e il risparmio precauzionale continua a influenzare le scelte di consumo, in particolare per beni durevoli e servizi non essenziali.

Investimenti e commercio estero
Gli investimenti aziendali hanno registrato solo un aumento marginale, frenati dall’incertezza politica ed economica che scoraggia l’avvio di nuovi progetti. Il contributo del commercio estero alla crescita è rimasto contenuto: le esportazioni hanno beneficiato in misura ridotta della debolezza della sterlina, mentre le importazioni sono rimaste elevate.

Prospettive miste per la seconda metà dell’anno

Per gli analisti, i dati del secondo trimestre potrebbero segnare un punto di transizione. Alcuni ritengono possibile una ripresa nei prossimi mesi, se le pressioni inflazionistiche continueranno a calare e la Bank of England aprirà alla possibilità di ridurre gradualmente i tassi. Altri avvertono che fattori strutturali come la bassa produttività e il limitato investimento in infrastrutture e innovazione potrebbero mantenere modesta la traiettoria di crescita.

La risposta del governo Starmer
L’esecutivo ha ribadito l’impegno a sostenere l’economia attraverso politiche per stimolare la domanda interna e migliorare la competitività. “I dati dimostrano che l’economia britannica resta resiliente – ha dichiarato un portavoce di Downing Street – ma confermano anche la necessità di proseguire con riforme e investimenti per garantire una crescita stabile e sostenibile”.

Prossimi appuntamenti statistici

La prossima rilevazione trimestrale dell’ONS, attesa in autunno, offrirà un quadro più chiaro dell’andamento economico nella seconda metà del 2025 e sulle prospettive per il 2026, in un contesto in cui la politica economica dovrà bilanciare l’obiettivo di sostenere la crescita con quello di mantenere l’inflazione sotto controllo.

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