Regionali in Lombardia e Lazio: il centrodestra vince a mani basse

- di: Daniele Minuti
 
Nessuna sorpresa: le elezioni regionali in Lombardia e Lazio hanno rispettato le previsioni e, in attesa dell'ufficializzazione della vittoria del centrodestra, già si comincia a brindare. Anche se solo il risultato finale (ovvero il numero dei voti e, soprattutto, la percentuale dei singoli partiti e la conseguente ripartizione dei seggi) potrà dire chi realmente sarà contento. Perché se Attilio Fontana, in Lombardia, è targato Lega non è detto che a determinarne l'elezione sia stato il partito di Matteo Salvini, che certo ha contribuito, ma in che misura lo diranno solo i numeri finali.

Regionali in Lombardia e Lazio: il centrodestra vince a mani basse

Perché tutto lascia pensare che, seguendo il trend nazionale, il grosso dei voti del centrodestra è arrivato da Fratelli d'Italia che certo non si limiterà ad accontentarsi di posti di seconda fila o addirittura di loggione quando si tratterà di assegnare assessorati e posti di potere. È questo il bello della politica: puoi vantarti e gonfiare i muscoli quanto vuoi, ma alla fine a contare sono i numeri. Scenario sostanzialmente eguale nel Lazio, dove Francesco Rocca è, inequivocabilmente, un candidato di Fratelli d'Italia e quindi la netta vittoria che si profila sarà sua soltanto, dovendo avere come interlocutore, nel momento in cui dovrà redigere l'elenco dei suoi assessori, solo Giorgia Meloni e i suoi veri plenipotenziari.

Quindi il centrodestra sugli scudi e difficilmente avrebbe potuto determinarsi un quadro diverso, perché troppo è il distacco degli avversari, peraltro impegnati in una guerra di reciproco logoramento. Anche se, comunque, pure nel caso di una improbabile alleanza nel Lazio, come invece accaduto in Lombardia, la somma dei voti del centro-sinistra con i Cinque Stelle non avrebbe impensierito Rocca, che ora avrà solo il ''meraviglioso'' fastidio di scegliere, al contrario di Fontana forse chiamato al processo opposto, scartare, perché a Milano qualcuno dovrà metabolizzare che esprimere il presidente non significa giocare a rubamazzo.

Nel Lazio, dove il successo di Rocca non veniva nemmeno quotato, essendo a dir poco sicuro, i Cinque Stelle hanno deciso di andare da soli, ma soprattutto contro il Pd, come apparso evidente dalle dichiarazioni dei suoi maggiorenti. In questo modo, avendo realisticamente pochissime possibilità (anche il fatto di avere schierato Donatella Bianchi, volto noto della Rai, all'ultimo minuto non è che abbia mostrato una grande convinzione sul risultato finale), ha cancellato anche la residua speranza di andare vicino a Rocca e, chissà, forse anche di batterlo. Però le buone intenzioni non sempre sono un buon viatico verso la realtà, e la dura sconfitta di D'Amato e Bianchi ne è una conferma.
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