La presidente della Commissione oggi sale al palco dello Stato dell’Unione tra dazi, Gaza e difesa: Strasburgo non perdona, l’Europa attende risposte.
(Foto: Ursula von der Leyen).
L’Europa sotto esame: quando il discorso diventa banco di prova
Il 10 settembre 2025 la presidente Ursula von der Leyen sale al palco dello Stato dell’Unione a Strasburgo, in un momento di estrema fragilità politica. La Commissione rientra nel vivo dei lavori europei tra aspettative e tensioni, in un’Aula più polarizzata che mai.
Nel mirino i dazi con gli Stati Uniti, la gestione della crisi di Gaza e i compromessi sul fronte difesa. I più scettici – Socialisti in testa – chiedono un discorso solido, non – come sintetizza la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola – “non una lista di Natale, ma un piano per il posto dell’Europa nel mondo”, ha affermato Metsola.
Dazi Ue-Usa: alleanza controversa, consenso traballante
L’accordo raggiunto il 27 luglio 2025 a Turnberry resta al centro delle critiche: molti vedono la Commissione troppo condiscendente verso Washington, con uno squilibrio che riaccende il malessere nelle famiglie politiche europee.
La presidente difende l’intesa come necessaria per evitare una guerra commerciale e preservare la stabilità economica transatlantica, ma i Socialisti – tra cui Stefano Bonaccini – replicano che “l’accordo non è equo, va modificato”, ha dichiarato Bonaccini.
Gaza e la voce comune che non c’è
Sullo scenario mediorientale, lo scetticismo nel Parlamento europeo è palpabile: la posizione della Commissione su Gaza è giudicata tiepida e divisiva. L’Alto rappresentante Kaja Kallas ha già sottolineato come le spaccature nel Consiglio ostacolino posizioni unanimi o a maggioranza.
Nel fronte progressista e centrista cresce la richiesta di misure più incisive sulla dimensione umanitaria e sugli strumenti di pressione politica. I Verdi fissano un banco di prova: “Sul clima e su Gaza la leadership europea deve emergere, altrimenti si perde credibilità”, ha affermato Terry Reintke, co-presidente del gruppo.
Difesa e competitività: il ritorno sul ring della Commissione
Von der Leyen ha già messo in calendario obiettivi precisi: rafforzare la difesa europea e sostenere l’Ucraina, ridurre la burocrazia a supporto dell’industria e sbloccare alcune proposte del rapporto Draghi, molte delle quali – finora – sono rimaste sulla carta.
Tra gli strumenti discussi nella scorsa stagione politica figurano iniziative per mobilitare ingenti risorse sulla difesa e un pacchetto per la transizione industriale pulita, insieme a interventi su energia e governance dell’intelligenza artificiale. Obiettivo dichiarato: recuperare competitività con meno regole ridondanti e più esecuzione.
Ambiente, unità e leadership: l’Europa che chiede concretezza
I Verdi puntano il dito su clima e Gaza; i popolari chiedono affidabilità e disciplina fiscale; i liberali guardano alla competitività e al mercato unico; i socialisti insistono su equità dell’accordo commerciale e protezione del lavoro. In mezzo, una presidente che prova a tenere insieme le quattro gambe della maggioranza senza abdicare al Green Deal.
A un giorno dallo speech, la presidente ha rilanciato lo spirito di dialogo: “Con il dialogo e la determinazione, possiamo far progredire l’Europa”, ha scritto Ursula von der Leyen su X.
Una chiamata all’azione
Il State of the Union 2025 di Ursula von der Leyen non è solo un discorso: è uno specchio dell’Europa contemporanea, divisa tra necessità di difesa, crisi geopolitiche, insoddisfazioni interne e tensioni commerciali. Strasburgo è pronta a giudicare: questa volta, la parola dovrà trasformarsi in azione.