Padroni a casa nostra: Mosca e Kiev rispettino la nostra politica

- di: Redazione
 
Fa una certa sensazione vedere come le cose di casa nostra, che non sempre sono degne di menzione o addirittura di celebrazioni, siano utilizzate da altri per portare avanti le loro battaglie.
Nelle ultime ore due dei protagonisti della scena politica italiana, Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, sono stati incensati per l'esito che ha avuto il loro scontro che ha portato alla drammatica scissione dei parlamentari dei Cinque Stelle.

Ucraina e Russia non dovrebbero influenzare le nostre scelte politiche

Sono state vere e proprie celebrazioni dell'italico ingegno politico, con Giuseppe Conte cooptato nell'Olimpo moscovita e Luigi Di Maio arruolato, a sua insaputa, tra i supporter di Zelensky.
Poco importa se, in fondo, chi ha celebrato l'uno e l'altro sembra non avere affatto capito quel che è successo (che i media russi dicano che Conte s'è ravveduto sulla vicenda ucraina è un errore marchiano, in termini concreti, perché in Parlamento i Cinque Stelle sono stati inquadrati e coperti dietro al governo). Quello che invece emerge è che tutti si sentano autorizzati a mettere becco nelle nostre vicende, quasi che ogni determinazione politica italiana debba avere l'assenso di altri.

Verrebbe da chiedersi se siamo noi, per il nostro profilo internazionale, a meritare tanto morbosa attenzione oppure è l'esatto contrario, cioè che si impiccino delle nostre faccende non ritenendoci capaci di farle accettare fuori dai confini.
Un malvezzo che però riguarda una vicenda che potrebbe essere delicata per il nostro futuro, senza che si aggiungano strumentalizzazioni di chicchessia. Perché se Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Zelensky, cade nella piaggeria più totale per celebrare la decisione di Luigi Di Maio (''Ogni politico sceglie come entrare nei libri di storia mondiale'') , l'ambasciatore russo a Roma, Sergej Razov, ha plaudito in modo quasi provocatorio all'iniziativa dei Cinque Stelle quando s'è cominciato a parlare della loro mozione sulle armi da inviare all'Ucraina, lodandola quasi fosse il preludio ad un cataclisma politico, quando poi in parlamento è finita com'è finita.

Nel gioco della politica internazionale queste ingerenze sono, comunque, pane quotidiano perché anche cose che accadono altrove possono servire alla causa di questo o quello. Ma per una volta lasciateci lanciare un appello: noi italiani sappiamo benissimo sbagliare da soli senza che nessuno ci aiuti. Quindi, per una volta, per favore, lasciateci stare.
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