Arriva a Piombino il rigassificatore delle polemiche e delle paure

- di: Redazione
 
Sino a poche ore fa il nome Golar Tundra non diceva molto, ma da oggi è sinonimo di polemiche, di divisioni, di preoccupazioni, perché è quello della grande nave-rigassificatore che, alla banchina nel porto di Piombino, viene guardata con curiosità, ma anche con paura, che, a dirla tutta, appare fondata perché la sua presenza è tutto fuorché rassicurante. E anche il fatto che sia arrivata nel cuore della notte è stata presa non bene dai contrari alla sua presenza, quasi che scegliendo quelle ore si sia voluta depotenziare ogni possibile protesta. Certo le misure (292 metri di lunghezza, 43 di larghezza e 55 di altezza) fanno effetto. Ma ancora di più il fatto che la nave è in banchina e molti a Piombino la guardano con un pizzico di timore, temendo che, nel caso di incidente e considerando quanto gas la Golar Tundra lavorerà nelle sue capienti stive, gli effetti potrebbero essere devastanti ben oltre il perimetro del porto.

Arriva a Piombino il rigassificatore delle polemiche e delle paure

Certo è che la presenza della nave ha diviso la cittadinanza tra coloro che, considerando le garanzie arrivate da Snam sulla sicurezza, non temono nulla e gli altri che sostengono che, semmai dovesse accadere qualcosa, sarebbe come fare esplodere una bomba di inusitata potenza a poche decine di metri da case, strade, da esseri umani che sarebbero indifesi. A poco servono le rassicurazioni, perché il profilo della nave si staglia minaccioso sulle paure ataviche di quel che potrebbe succedere e magari mai succederà. Piombino, come comunità, ha portato avanti una battaglia, anche in sede giudiziaria, per fare sì che il rigassificatore non fosse ''parcheggiato'' al molo est della Darsena nord del porto, a circa ottocento metri dalle prime case. Una distanza che per la gente è troppo esigua per rassicurare. Dove sono andate a finire le norme di sicurezza, si chiede la gente? Che poco pare essere tranquillizzata dal fatto che Snam, ''regista'' dell'operazione, dica e ridica, soprattutto ai comitati contrari al rigassificatore in banchina che sono stati costituiti negli anni, che non ci sono pericoli.

''I comitati sbagliano - spiega Elio Ruggeri, amministratore delegato di Snam FSRU - ci sono tanti impianti simili nel mondo, e non ci sono mai stati incidenti''. Già, ma in una regione che, di incidenti che mai sarebbero potuti accadere ne ha dovuti registrare negli anni passati, è un discorso che non fa tanta presa. Piombino sembra non rifiutare in toto la presenza del rigassificatore, quanto l'apparente disinvoltura con cui ne è stata decisa la collocazione in una zona che, pure nell'ambito di un'area portuale, è ritenuta - per come peraltro appare - come a rischio in caso di incidente. Quindi non si può, in automatico, adattare agli abitanti di Piombino (che in questo sono in maggioranza) lo schema di una opposizione aprioristica o ideologica e nemmeno la ''scuola di pensiero'' che negli Stati Uniti etichettano con l'acronimo 'nimby', ovvero ''not n my back yard'', non nel mio cortile, che si può tradurre liberamente: non mi importa dove lo fate, ma non qui. Poco, infatti, sembra tranquillizzare le assicurazioni che la Golar Tundra resterà a Piombino per tre anni per poi essere spostata, ancora non si sa bene dove.

Ancora Elio Ruggeri: ''Stiamo lavorando sul sito dove spostare la Golar Tundra allo scadere dei tre anni che sono stati concessi per la permanenza al porto di Piombino. Sono due ipotesi, sia nell'alto Tirreno sia nell'alt Adriatico. Abbiamo la necessità di interloquire con le istituzioni locali e nazionali prima di potere ufficialmente presentare un nuovo progetto''. Un metodo giusto, che però con le istituzioni di Piombino ha avuto un effetto pari allo zero, perché, collocando il degassificatore in porto, di proteste, perplessità e paure sembra non essere stato tenuto alcun conto.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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