Petrolio: tornano a salire i prezzi, pesano le tensioni in Medio Oriente

- di: Redazione
 
I prezzi del petrolio sono saliti per la terza sessione consecutiva a causa dei timori del mercato per la tensione che cresce in Medio Oriente, ma anche per un netto calo delle scorte di greggio negli Stati Uniti.
I futures sul greggio Brent sono saliti di 6 centesimi, lo 0,1%, a 78,39 dollari al barile, mentre il greggio US West Texas Intermediate ha guadagnato 16 centesimi, lo 0,2%, a 75,39 dollari.

Petrolio: tornano a salire i prezzi, pesano le tensioni in Medio Oriente

Entrambi i benchmark si erano ripresi dai minimi del 2024, dopo il crollo di inizio di settimana a causa delle preoccupazioni per una eventuale recessione negli Stati Uniti e le forti vendite di azioni su scala globale.
La possibilità di interruzioni delle forniture in Medio Oriente ha preoccupato i mercati dopo l'uccisione di esponenti di spicco dei gruppi militanti Hamas e Hezbollah la scorsa settimana, che ha sollevato la possibilità di attacchi di rappresaglia da parte dell'Iran contro Israele.

La National Oil Corporation libica ha dichiarato lo stato di forza maggiore nel suo giacimento petrolifero di Sharara a partire da martedì, si legge in una nota, aggiungendo che la società ha gradualmente ridotto la produzione del giacimento a causa delle proteste. Sebbene finora non vi siano state ripercussioni sulla fornitura a causa delle crescenti tensioni in Medio Oriente, gli attacchi alle navi nel Mar Rosso hanno costretto le petroliere a percorrere rotte più lunghe. Il che significa che una maggiore quantità di petrolio rimane in acqua per più tempo.
I dati hanno mostrato che le scorte di greggio negli Stati Uniti, il maggiore consumatore di petrolio al mondo, sono diminuite di 3,7 milioni di barili, superando di gran lunga le aspettative degli analisti che si attendevano un calo di 700.000 barili e segnando il sesto calo settimanale consecutivo ai minimi di sei mesi.

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