Nel messaggio letto dal vescovo Sorrentino, Leone XIV (foto) invita a “implorare riconciliazione e concordia stabile” e affida alla Madonna e a San Francesco la preghiera per le zone del mondo ancora dilaniate dai conflitti.
Il messaggio dalla Rocca
Dalla Rocca Maggiore, dove oggi si è conclusa la Marcia della pace PerugiAssisi, è risuonato forte l’appello di Papa Leone XIV a “implorare il dono della riconciliazione e della stabile concordia nelle parti del mondo segnate dai conflitti”. Il messaggio, accompagnato da una benedizione apostolica, è stato letto dal vescovo di Assisi, monsignor Domenico Sorrentino, davanti ai partecipanti e agli organizzatori della storica iniziativa.
Sostegno agli organismi internazionali
Nel testo, Papa Leone rivolge ai presenti il suo saluto e invita tutti a “sostenere l’impegno degli Organismi internazionali in favore di soluzioni rispettose dei diritti di ciascuno e capaci di creare le condizioni necessarie perché finalmente all’odio subentri l’amore, all’offesa il perdono”, ha letto Sorrentino dal palco della Rocca.
Preghiera affidata a Maria e a San Francesco
Il Pontefice ha poi affidato questi voti “alla Madre di Dio e a San Francesco”, legando idealmente la marcia allo spirito del Santo di Assisi, simbolo universale di fraternità e dialogo.
Una testimonianza civile e spirituale
Dalla piazza ai colli umbri, il messaggio ha suscitato commozione e applausi tra i marciatori, molti dei quali giovani e rappresentanti di associazioni pacifiste. Come ogni anno, la PerugiAssisi si conferma non solo una manifestazione di testimonianza civile, ma anche un rito laico e spirituale che rinnova l’impegno per un mondo più giusto e solidale.
Possibile visita del Papa ad Assisi il 20 novembre
Intanto, da fonti vicine al Vaticano, emerge che Papa Leone potrebbe andare ad Assisi il 20 novembre, per la chiusura dell’assemblea dei vescovi italiani e per visitare la città di San Francesco e Santa Chiara. Si tratta di un’ipotesi ancora allo studio, ma che confermerebbe il legame profondo del Pontefice con la città umbra, più volte citata nei suoi primi mesi di pontificato e costantemente richiamata come simbolo di pace e fraternità universale.