La visita ufficiale di Re Carlo III e della Regina Camilla in Vaticano, inizialmente prevista per l’8 aprile, è stata rinviata di comune accordo tra Buckingham Palace e la Santa Sede. La decisione è maturata nelle ultime ore, alla luce delle condizioni di salute di Papa Francesco, che da settimane osserva una convalescenza protetta presso la residenza di Santa Marta. In un comunicato congiunto, le due istituzioni parlano di “un gesto di rispetto e sensibilità reciproca”, che non cancella l’importanza dell’incontro ma ne sposta la realizzazione a un momento più opportuno.
Papa Francesco in convalescenza: rinviata la visita di Re Carlo
Il Pontefice, 87 anni appena compiuti, continua a seguire con attenzione le principali questioni della Chiesa universale, pur mantenendo un ritmo di lavoro ridotto. Le udienze pubbliche sono state sospese, così come gran parte delle celebrazioni liturgiche previste per la Settimana Santa. Tuttavia, fonti interne alla Curia confermano che Francesco riceve regolarmente i suoi collaboratori più stretti, tra cui il segretario di Stato Pietro Parolin e il prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, il cardinale Víctor Manuel Fernández. Nessun passo indietro, dunque, ma un cambio di passo ispirato alla prudenza.
I medici: "Recupero in corso, ma serve riposo"
L’équipe medica che assiste il Papa ha raccomandato di evitare sforzi e spostamenti, soprattutto in vista dei riti pasquali, tradizionalmente molto impegnativi. Dopo l’infezione respiratoria che lo aveva costretto al ricovero lo scorso anno, Francesco è stato seguito con costanza per prevenire ricadute. Le sue condizioni generali sono stabili, ma il recupero è lento e condizionato anche da un’età avanzata e da pregresse fragilità fisiche. La decisione di rinviare la visita reale è stata dunque accolta con sollievo da parte dello staff medico vaticano.
Un incontro dal valore simbolico e diplomatico
L’appuntamento tra il Pontefice e Re Carlo era atteso non solo come un incontro tra due capi di Stato, ma come un importante segnale di dialogo ecumenico tra la Chiesa cattolica e quella anglicana. Re Carlo, salito al trono nel settembre 2022 dopo la scomparsa della Regina Elisabetta II, ha manifestato sin da subito una particolare attenzione ai temi religiosi e interconfessionali. L’incontro con il Papa avrebbe rappresentato la prima udienza ufficiale vaticana del suo regno, e sarà riprogrammato con la stessa solennità.
A Santa Marta, il cuore pulsante del pontificato
Mentre il mondo guarda alla salute del Papa, la residenza di Santa Marta continua a essere il centro silenzioso della sua attività pastorale. Non è solo un luogo di cura, ma anche un crocevia di colloqui riservati, riflessioni spirituali e decisioni che continuano a modellare la linea della Chiesa. Francesco non ha mai voluto trasferirsi nei sontuosi appartamenti papali: ha scelto la sobrietà della casa comune, condividendo gli spazi con sacerdoti, religiosi e collaboratori. Anche ora, durante la convalescenza, continua a ricevere lettere, relazioni e aggiornamenti, commentando con brevi note scritte a mano o dettate ai suoi segretari.
Uno stile pastorale che resiste alla fragilità
Il Papa, pur affaticato, non rinuncia a lanciare messaggi forti. Nei giorni scorsi ha fatto pervenire un appello scritto alla Conferenza Episcopale Argentina sul tema della povertà infantile. Ha inoltre chiesto al Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale di rafforzare gli interventi nelle zone di guerra, in particolare in Ucraina e nella Striscia di Gaza. “Anche nel silenzio della malattia – ha detto in privato a un vescovo italiano – si può essere guida del popolo di Dio”. Una frase che riassume l’essenza del suo pontificato: meno centralità mediatica, più forza interiore.