L’orsa JJ4 è stata catturata con i suoi tre cuccioli, durante la notte: erano insieme, probabilmente alla ricerca di cibo e, attratti dalle esche alimentari, sono entrati nella trappola tubo approntata dalla Provincia, che ne ha decretato la condanna a morte in seguito all’incidente con Andrea Papi. Ora è al Casteller, in attesa di giudizio, simbolo di un fallimento umano e politico: quando gli orsi sono stati reintrodotti in Trentino, venticinque anni fa, dopo l’estinzione, è stato per arrivare a questo? Senza un progetto preciso, senza un programma di formazione, in un modus operandi tristemente lasciato al caso? I cuccioli ora sono soli, è a rischio anche la loro stessa sopravvivenza senza la guida della madre, che solitamente resta con loro fino a quattro anni di età. In questa vicenda, non si smette mai di chiedersi perché: perché ci crediamo i padroni, indiscriminatamente, di tutto pur non essendo capaci, come è evidente in questo caso, di gestire nulla? Perché non è stato possibile approntare un progetto di convivenza con la fauna selvatica con criteri realmente scientifici come accade altrove? Perché la voce dei cittadini, anche quelli che chiedono un trattamento giusto per un’orsa che ha soltanto difeso i suoi cuccioli, non debbano essere ascoltati in nome di un provincialismo capace di chiedere soltanto vendetta? E cosa ne sarà dell’orsa JJ4? Lo abbiamo chiesto a Massimo Vitturi, Responsabile nazionale fauna selvatica di Lav.
Questa mattina (ieri per chi legge, ndr) si è svolta la conferenza stampa durante la quale Maurizio Fugatti, presidente della provincia di Trento, ha spiegato le discutibili modalità di cattura dell’orsa JJ4, intrappolata durante la notte con i suoi cuccioli. Quali sono le proposte della Lav per evitare l’abbattimento dell’orsa?
Abbiamo proposto sia al Ministro dell’Ambiente che alla Provincia di Trento di farci carico del trasferimento di JJ4 e degli altri orsi che Fugatti ha condannato a morte in santuari all’estero, in aree quindi dove viene garantita la cura, l’accudimento e l’assistenza fino a fine vita di questi animali in massima sicurezza, al riparo anche da possibili incontri con le persone. Si tratta di aree molto estese, in zone boscose con fiumi che passano al loro interno e comunque recintate. Si parla di decine di ettari che riproducono il più possibile la vita naturale: siamo consapevoli che il posto di JJ4 e degli altri orsi è stare liberi nei loro territori, però, purtroppo, oggi le condizioni per la vita di JJ4 le sta ponendo la provincia di Trento con l’ordinanza di abbattimento. Se riuscissimo ad ottenere, grazie al nostro ricorso al TAR, la cancellazione dell’ordinanza di abbattimento, siamo già disponibili, fin da ora, a farci carico di JJ4 e degli altri orsi, e di portarli in questi rifugi. Il 20 aprile saremo a Trento: abbiamo inviato adesso una richiesta di incontro urgente con il presidente Fugatti proprio per definire le modalità di traslocazione dell’orsa JJ4 e, contestualmente, chiediamo anche di poter visitare il Casteller proprio per verificare le condizioni di salute dell’orsa.
Il Casteller è stato definito un lager per animali.
È indicato come un lager perché, a seguito dell’ispezione svolta dai Carabinieri Forestali nel 2021 e quindi, alla lettura del rapporto stilato da loro, abbiamo denunciato la Provincia di Trento per maltrattamento di animali. Proprio il 4 aprile scorso il nostro Ufficio Legale era al Tribunale di Trento perché ci siamo opposti alla richiesta di archiviazione della nostra denuncia che, nonostante fosse basata sul rapporto rilasciato dai Carabinieri Forestali, il Gup ha chiesto di archiviare e noi basiamo la nostra denuncia ovviamente non su nostre fantasie ma sulla concretezza di questo rapporto, in cui si legge che l’orso M49 era sottoposto a forti trattamenti farmaceutici a base di psicofarmaci per cercare di tenerlo calmo, perché stava sostanzialmente impazzendo, batteva la testa contro la recinzione, sfogava tutto il suo stress con questi comportamenti autolesionisti e stereotipati. A breve sapremo l’esito e, in base a come andrà questa nostra opposizione, il presidente Fugatti potrebbe essere indagato per maltrattamento di animali proprio in relazione agli orsi detenuti all’interno del Casteller, che quindi si confermerebbe quello che è, appunto: un lager. Teniamo presente che all’interno di questo recinto ogni orso ha a disposizione meno della metà di un campo da calcio, quindi un territorio estremamente ridotto per un animale di quella specie.
Durante la conferenza stampa Fugatti ha parlato di un limite massimo di orsi previsto dal progetto Life Ursus: è davvero così?
Il progetto Life Ursus non aveva alcun limite massimo di animali previsti. Aveva un limite minimo da raggiungere, quei 50 orsi di cui parla Fugatti sono la consistenza minima vitale, compresa fra 40 e 60 individui. Questo era l’obiettivo posto da Life Ursus per poter dire che era una popolazione autonoma, che poteva sopravvivere senza bisogno di introdurre altri animali, quindi non c’è nessun limite massimo, è un’invenzione a proprio uso e consumo.
Perché la voce di tanti cittadini, che chiedono la liberazione di JJ4, non può essere ascoltata?
È l’arroganza del potere e l’incapacità di trovare soluzioni. Quindi, mancanza di politica. Non si fa politica, ma proselitismo: è comprensibile che i genitori di Andrea Papi possano chiedere vendetta, ma loro non lo chiedono. Sono i primi a dire non uccidete l’orsa, lei non ha colpa. Di fronte a questa presa di posizione, invece, Fugatti la vuole morta, quell’orsa e altri orsi dopo anni in cui non è stato in grado di fare nulla per favorire la convivenza fra i cittadini e gli animali selvatici, gli orsi in particolare. Non ha fatto nessun programma educativo, per esempio. Solo nel 2021 ha incominciato a installare i famosi cassonetti anti orso, dopo vent’anni che gli orsi erano tornati in Trentino. Quindi, abbiamo avuto vent’anni di tempo per creare orsi confidenti, perché il cibo, i rifiuti a disposizione nelle aree urbane creano orsi confidenti e, nel 2021, dopo che gli abbiamo fatto pressioni ovunque, a qualsiasi livello, ha incominciato a installare i primi cassonetti realmente anti-orso. Qui c’è tutta l’incapacità e l’inettitudine confermata proprio da questa reazione. Aveva l’opportunità per dire, “è successa una tragedia, abbiamo sbagliato tutti, da oggi si fanno le cose per bene: cominciamo a chiamare la scienza, facciamo programmi di educazione, di formazione, perché evidentemente i miei concittadini non sono consapevoli di quello che possono trovare nel bosco”. No, ha avuto una reazione da stadio: da curva, di vendetta. Ha chiesto sangue, vuole versare sangue innocente, che già è stato versato per causa sua e di tutte le giunte che si sono precedute. La responsabilità è sua e di tutti i suoi predecessori, nessuno escluso, che mai hanno fatto qualcosa di utile per favorire la convivenza con gli orsi e reagisce in questa maniera scomposta per spostare l’attenzione, per scaricare le sue responsabilità.
Si vuole procedere all’abbattimento, nonostante la misura sia stata sospesa dal Tar.
Aveva chiesto di anticipare la pronuncia del Tar, affermando di aver consegnato tutta la documentazione richiesta, che sappiamo essere falso perché abbiamo la documentazione che lui ha detto di aver depositato e non corrisponde affatto a quello che ha chiesto il Tar. Di più: il Tar ha rigettato questa richiesta di anticipare la pronuncia, e quindi sarà, come già previsto dall’inizio, l’11 maggio.
Si pone continuamente l’accento sull’aggressività dell’orsa, senza però spiegare che è dovuta al fatto che lei si trovava con i suoi cuccioli.
Il fatto che l’abbiano catturata di notte accompagnata dai suoi cuccioli ancora di più rafforza l’ipotesi, che diventa quasi una certezza, che quando c’è stata l’aggressione di Andrea Papi lei fosse in compagnia dei suoi cuccioli, quindi in un momento di massima criticità per un’orsa. Se si trova la femmina accompagnata dai cuccioli è il momento più critico della vita di qualsiasi orso, maschio o femmina che sia, e quindi più critico anche nel caso in cui si incontri una persona. Purtroppo, Andrea Papi non era stato informato su come ci si comporta in questi casi, e questa è la responsabilità della Provincia di Trento.
È bene spiegare questo: l’orso non vuole uccidere.
No, l’orso non vuole uccidere. Non siamo una preda per gli orsi, tanto che nonostante Andrea Papi sia stato ritrovato con numerose ferite sul corpo, non ci sono attacchi da predazione. Questo conferma una volta di più che non siamo interessanti per l’orso. Ma, ancora di più, noi per l’orso siamo un elemento di paura, ed è questo il motivo per cui l’orso ci può attaccare: ma in realtà non è un attacco. Lui comincia sempre con un falso attacco, per questo è fondamentale sapere come entrare nei territori frequentati dagli orsi per prevenire questi possibili incontri. Soprattutto è importante sapere come comportarsi se si arriva all’incontro con l’orso.
Quali sono i comportamenti da adottare se si incontra un orso?
Dobbiamo sapere che l’orso ha paura di noi e dobbiamo avere dei comportamenti che non aumentino ulteriormente questa paura. Quindi, nel caso in cui lo incontriamo dobbiamo fargli capire che noi non siamo pericolosi per lui. Come si fa? Intanto lasciandogli spazio: non chiudendolo in un angolo o alle spalle, gli si deve lasciare sempre una via di fuga. Se lo incontriamo dobbiamo assolutamente evitare di metterci a urlare, sbraitare, sbracciarci. Dobbiamo evitare di scappare perché lui è molto più veloce di noi, non dobbiamo arrampicarci su un albero perché lui è molto più bravo di noi ad arrampicarsi. Dobbiamo stare fermi dove siamo, senza dare in escandescenze, mantenere sangue freddo e fargli capire che non siamo un pericolo per lui. Come facciamo? anche rimpicciolendoci, ridimensionandoci fisicamente, richiudendoci come su noi stessi e, pian pianino, ritornare sui nostri passi lasciandogli lo spazio sufficiente per andarsene. Queste sono tutte informazioni basiche, che non richiedono una particolare intelligenza in noi umani per essere comprese. Sono informazioni note a tutta la scienza internazionale, spiegate ovunque, in qualsiasi parte del mondo, per sapere cosa fare quando si dovesse incontrare un orso. Non lo fanno con gli abitanti del Trentino: teniamo presente che il Trentino ogni anno è frequentato da milioni di turisti e gli incidenti successi con gli orsi sono tutti con cittadini residenti in zona. Ancora di più, questo conferma che tutto passa attraverso un programma di informazione ed educazione dei cittadini residenti, a sapersi comportare. Questo non vuol dire che non possano andare nei boschi, possono continuare ad andare come hanno fatto finora, però con una attenzione in più.
Durante la conferenza stampa si è detto che i cuccioli devono essere ancora svezzati ma che è il momento migliore per separarli dalla madre, con un’altra evidente contraddizione in termini. Cosa ne sarà di loro?
La scienza dice che a questa età un cucciolo da solo potrebbe farcela. Purtroppo, la provincia ha a suo sostegno l’esperienza di KJ2, l’orsa uccisa nel 2018, anche lei accompagnata dai cuccioli, che avevano più o meno questa età. A seguito dell’uccisione, la Provincia ha continuato a monitorare quei cuccioli e ha dimostrato con concretezza che effettivamente erano ancora vivi. È una decisione per cui siamo tutti consapevoli e preoccupati, anche per i cuccioli, che però adesso sono effettivamente liberi. Sono stati catturati con la mamma e sono stati fatti uscire dalla trappola tubo, e si spera che adesso possano riuscire ad ambientarsi da soli. Anche su questo chiederemo conto.
A proposito di orsetti, cosa ne sarà dell’orso di due mesi ripescato dalla vasca dove è annegata la madre e condannato alla cattività vita natural durante?
Purtroppo, quando gli orsi acquisiscono confidenza con l’essere umano è la loro condanna. Vale per qualsiasi specie selvatica, per gli orsi di più, perché sono più grandi. Quando acquisiscono confidenza con la presenza dell’essere umano e quella paura atavica che hanno nei nostri confronti, e che è la loro salvezza, viene meno, un orso di quel tipo rimesso in libertà rischierebbe veramente la vita perché si farebbe vedere costantemente nei centri abitati, non avrebbe paura ad avvicinare le persone, perché per lui le persone sono la sua fonte di sostentamento e di cibo. Per lui sarebbe un disastro e finirebbe senza dubbio per essere ucciso.
Tante persone, anche sui social, hanno chiesto di salvare dal Casteller JJ4 e l’orso M49. Cosa si può fare?
Chiederemo che sia spostato anche M49, però, certo, non sarà rimesso in libertà. Sicuramente si può scrivere al Ministro Fratin, che ha la competenza nazionale sulla fauna selvatica, perché interceda con la Provincia di Trento che comunque è del tutto autonoma su questo e sulla gestione degli orsi, come sulla fauna selvatica in generale. La Provincia di Trento ha un potere immenso e lo gestisce come meglio ritiene, quindi alla singola persona consiglierei di scrivere al Ministro, affinché intervenga presso la Provincia.