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Orecchini (Luiss Business School): "L'auto sapiens c'è già e cambierà il rapporto con la mobilità"

- di: Redazione
 
Orecchini (Luiss Business School): 'L'auto sapiens c'è già e cambierà il rapporto con la mobilità'

La ricerca dell’Osservatorio Auto e Mobilità della Luiss Business School, di cui sono partner Unrae, Toyota, Kia, Honda e da gennaio anche A2A, presentata il 16 dicembre scorso a Roma a Villa Blanc in occasione della conferenza stampa di fine anno dell’UNRAE, identifica la nascita dell’“automobile sapiens”, un veicolo che, grazie all’IA, compie un salto evolutivo, diventando interattivo e capace di apprendere. L’indagine è stata condotta su un campione rappresentativo di automobilisti ed emerge un grande interesse per l’automobile sapiens. Dalla ricerca emerge anche che undici marchi automobilistici stanno già introducendo veicoli SDV (Software Defined Vehicle), con ulteriori 18 piattaforme in arrivo entro il 2026. Secondo il professor Fabio Orecchini (Direttore dell’Osservatorio Auto e Mobilità della Luiss Business School), l’Italia è ben posizionata per abbracciare questa rivoluzione, grazie alla forte passione per l’innovazione tecnologica.

Orecchini (Luiss Business School): "L'auto sapiens c'è già e cambierà il rapporto con la mobilità"

Professore, lei ha presentato alla conferenza stampa dell’UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) una ricerca molto interessante sull’intelligenza artificiale applicata alla mobilità. Quali sono i principali risultati che emergono?
Nella nostra ricerca ci siamo resi conto di essere di fronte a una svolta epocale nel mondo dell’automobile. Sta nascendo, anzi è già nata, una nuova tipologia di vettura che abbiamo chiamato automobile sapiens. Questo concetto va ben oltre un semplice miglioramento tecnologico: è una trasformazione radicale. Grazie all’intelligenza artificiale, l’auto compie un salto evolutivo, diventando un prodotto capace di interagire non solo con le persone, ma anche con l’ambiente circostante.
Parliamo di veicoli che apprendono dall’esperienza, si adattano alle esigenze del conducente e migliorano continuamente le loro prestazioni. Per verificare quanto questo modello potesse attrarre gli automobilisti abbiamo condotto un’indagine su un campione rappresentativo di utenti italiani. Abbiamo scelto un profilo medio, con un’età attorno ai 30 anni, un livello di istruzione tra diploma e laurea, e una distribuzione equilibrata tra uomini e donne. Inoltre, la maggior parte dei partecipanti – il 91% – è composta da possessori e utilizzatori abituali di automobili, con un reddito annuo inferiore ai 30mila euro.
I risultati sono stati sorprendenti e molto incoraggianti: il 70% degli intervistati si dichiara familiare con l’intelligenza artificiale, mentre l’80% la considera una tecnologia rivoluzionaria, capace di trasformare completamente il prodotto automobile. Questo dato è particolarmente interessante, considerando che l’IA è entrata nel dibattito pubblico solo di recente. Oltre a ciò, abbiamo analizzato il mercato delle case automobilistiche, scoprendo che undici marchi stanno già portando sul mercato veicoli SDV, ossia Software Defined Vehicle. Si tratta di un’innovazione radicale, perché questi veicoli non sono progettati partendo dalla meccanica, come avveniva in passato, ma dal software e dalle loro funzionalità. Altre diciotto piattaforme arriveranno entro il 2026 e dodici di queste saranno lanciate già nel 2025. Insomma, non c’è dubbio che l’automobile sapiens non sia solo un’idea teorica, ma una realtà ormai alle porte.

Quali sono le principali sfide legate alla diffusione di questa nuova tipologia di auto? Il prezzo potrebbe rappresentare un ostacolo?
È una domanda molto importante. Certamente non ci aspettiamo che il prezzo delle auto sapiens sia più basso rispetto a quello delle automobili tradizionali, almeno inizialmente. Tuttavia, è interessante notare che il nostro campione – composto in prevalenza da persone con redditi sotto i 30mila euro – non ha mostrato particolari preoccupazioni legate al costo. Questo è un segnale positivo: i consumatori sembrano riconoscere il valore aggiunto che queste automobili offrono.
Uno degli aspetti più apprezzati è la sicurezza. Secondo la nostra ricerca, oltre il 60% degli intervistati ritiene che l’automobile sapiens sarà intrinsecamente più sicura rispetto ai veicoli tradizionali. Questo perché l’intelligenza artificiale permetterà di evitare molti errori umani e di prevenire incidenti. È chiaro, però, che le nuove tecnologie comportano costi aggiuntivi, soprattutto nelle fasi iniziali. Tuttavia, se guardiamo ad altri prodotti tecnologici, come computer, tablet e smartphone, vediamo che i prezzi tendono a calare rapidamente con la diffusione su larga scala. Mi aspetto che accada lo stesso con le automobili sapiens.

La ricerca è stata condotta in Italia. Pensa che l’adozione dell’automobile sapiens sarà simile negli altri Paesi europei?
La nostra indagine si è concentrata sul mercato italiano, dove abbiamo riscontrato un grande interesse per queste nuove tecnologie. Questo mi fa pensare che l’Italia non sarà un fanalino di coda ma, anzi, potrebbe collocarsi tra i Paesi leader nella diffusione dell’automobile sapiens.
L’attenzione degli italiani per l’innovazione tecnologica è ben documentata. Basta guardare alla diffusione degli smartphone: in Italia non solo il numero di dispositivi è tra i più alti in Europa, ma anche il livello di utilizzo è molto avanzato. Gli italiani mostrano una grande familiarità con la digitalizzazione e un forte interesse per i prodotti tecnologici.
Credo che questa passione per la tecnologia si tradurrà anche in una rapida adozione delle auto sapiens. Non possiamo escludere che ci saranno differenze tra i vari mercati europei, ma sono convinto che l’Italia sarà tra i Paesi più ricettivi a questo tipo di innovazione.

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