Gaza: l’Onu chiede il cessate il fuoco, Israele garantisce la sicurezza degli aiuti

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
A poche ore dall’approvazione di una risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che chiede un cessate il fuoco immediato a Gaza, Israele è intervenuto per contrastare attività che ritiene legate ad Hamas, intensificando la sua operazione militare contro l’organizzazione considerata responsabile degli attacchi terroristici e del controllo della Striscia di Gaza.

Gaza: l’Onu chiede il cessate il fuoco, Israele garantisce la sicurezza degli aiuti

Un attacco aereo ha colpito un edificio nel campo profughi di Nuseirat, causando la morte di 30 persone e il ferimento di altre 50. Israele sostiene che la struttura fosse utilizzata da militanti di Hamas, mentre le autorità sanitarie locali denunciano la presenza di civili tra le vittime. Le operazioni militari israeliane mirano a colpire obiettivi strategici per impedire che Hamas utilizzi infrastrutture civili come copertura per le sue attività.

Nel nord di Gaza, il Ministero della Salute palestinese ha riferito dell’uccisione di un medico, Saeed Judeh, da parte di un drone mentre si recava in un ospedale. Episodi come questo evidenziano la drammatica complessità di un conflitto che spesso coinvolge operatori sanitari, molti dei quali rischiano la vita per operare in condizioni estremamente difficili.

A sud, due attacchi separati a Rafah e Khan Younis hanno provocato 13 vittime. Israele afferma che si trattava di militanti di Hamas intenti a dirottare convogli umanitari, una strategia spesso denunciata dal governo israeliano per giustificare i suoi interventi. Nonostante le accuse di Hamas, Tel Aviv ribadisce il suo impegno a garantire la consegna sicura degli aiuti umanitari destinati ai civili, anche attraverso operazioni mirate.

L’impegno di Israele per la sicurezza e gli aiuti umanitari
Israele ha più volte dichiarato che il suo obiettivo non è la popolazione civile, ma la rete di Hamas, responsabile di minare la sicurezza della regione. Gli attacchi mirati cercano di ridurre la capacità operativa del gruppo armato, proteggendo al contempo le spedizioni di aiuti internazionali, essenziali per i civili intrappolati nel conflitto.

Il governo israeliano continua a denunciare l’uso strategico di infrastrutture civili da parte di Hamas, una tattica che costringe Israele a operazioni sempre più complesse per bilanciare le necessità militari e la protezione della popolazione civile.

La risoluzione delle Nazioni Unite, pur simbolica, non tiene conto, secondo Israele, della necessità di garantire una sicurezza duratura per i propri cittadini, i quali vivono costantemente sotto la minaccia di razzi e attacchi terroristici. Il governo israeliano ha ribadito che ogni iniziativa diplomatica deve prevedere la completa smilitarizzazione di Hamas come condizione imprescindibile per la pace.

Mentre il conflitto prosegue, resta centrale la questione del diritto di Israele a difendersi, un principio riconosciuto dalla comunità internazionale. Tuttavia, la sfida rimane trovare un equilibrio tra esigenze di sicurezza e la protezione delle vite innocenti, sia israeliane che palestinesi.
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