L’olio extravergine è diventato troppo caro e un consumatore su tre non lo compra più: due giorni fa l’Istat ha pubblicato i dati relativi all’andamento del tasso di inflazione, che rallenta la sua corsa attestandosi al +1,1% anche se i prezzi del settore alimentare aumentano del +0,9% rispetto allo scorso anno. In particolare, proprio l’olio extravergine d’oliva si è meritato il soprannome di “oro verde”.
Olio extravergine di oliva, nell’ultimo anno aumento di oltre il 20%
L’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, ha monitorato i costi di questo prodotto rilevando che, rispetto allo scorso anno, il prezzo di un litro d’olio extravergine d’oliva è aumentato mediamente del +20%, con picchi anche oltre il 50%. Impressionante, invece, il confronto con il 2021, che segna un aumento medio del +52%.
A incidere sull’andamento del prezzo, secondo quanto affermano i produttori, è il forte calo previsto sul fronte della produzione, dovuto alle condizioni e agli eventi climatici. Ma, se da un lato le basse precipitazioni, unite alle alte temperature, hanno ridotto di produzione di olive anche del 50%, dall’altro si è creato quest'anno un clima ottimale per la produzione di un olio extravergine di oliva di alta qualità. Non è stata rilevata, infatti, la presenza della mosca dell’olivo (Bactrocera oleae), che determina un aumento dell'acidità libera, causa della riduzione della qualità del prodotto.
Il fattore qualità e il calo produttivo, quindi, gravano notevolmente sui prezzi, specialmente per quanto riguarda le produzioni da olive italiane e quelle non industriali, ma, nei fatti, su quelli della nuova annata.
Il timore, infatti, è che la minaccia della minore raccolta spinga al rialzo anche i prezzi attuali che, invece, sulla borsa merci di Bari, una delle più rappresentative del settore, segnano finalmente a settembre un calo pari al -2,7% in termini tendenziali. Completando l’analisi, c’è da rilevare come, anche gli altri tipi di olio abbiano registrato una forte accelerata, specialmente dopo il 2022, quando a causa del blocco di alcune esportazioni il prezzo era schizzato alle stelle.
Al preoccupante incremento dei prezzi si aggiungono le preoccupazioni relative a ipotesi di sofisticazione. Come accaduto in passato, infatti, il forte incremento di prezzo dell’olio extravergine d’oliva aumenta la possibilità di imbattersi in truffe e abusi come, per esempio, l’allungamento del prodotto nazionale con olio proveniente da altri Paesi o la miscelazione con olii vegetali di minore qualità, o con olio dell’annata passata: tutte pratiche che ridurrebbero notevolmente la qualità dell’olio. Rischi che richiedono un’intensificazione dell’azione di vigilanza, sia per una corretta informazione agli acquirenti che per tutelare il consumatore da pratiche illegali.