Nucleare: in arrivo la prima newco pubblica con i big di Stato

- di: Barbara Bizzarri
 
L'Italia potrebbe presto muovere il primo passo concreto verso il ritorno al nucleare con la creazione di una newco a maggioranza pubblica, che dovrebbe vedere la luce già prima di Natale. La società, in fase di costituzione, coinvolgerà alcuni dei principali attori industriali del Paese. Secondo le informazioni disponibili, Enel dovrebbe detenere la quota di maggioranza al 51%, seguita da Ansaldo Nucleare con il 39% e Leonardo con il restante 10%.

Nucleare: in arrivo la prima newco pubblica con i big di Stato

Il ruolo di capofila sarà affidato a Enel, grazie alla sua esperienza e alla capacità installata nel settore nucleare, che ammonta a 9 gigawatt: 6 GW in Spagna e 3 GW in Slovacchia attraverso la partecipazione in Slovenské Elektrárne, gestore della centrale di Mochovce. Enel è attualmente l’unica società italiana a gestire impianti nucleari all'estero.
In una fase iniziale, l'attività della newco sarà focalizzata sulla ricerca e sullo sviluppo degli SMR (Small Modular Reactors), reattori nucleari di piccole dimensioni che stanno guadagnando consenso in diversi Paesi europei. Questa scelta conferma la volontà del governo di rilanciare il settore nucleare in Italia e stimolare l’interesse degli operatori.

Il ruolo di Newcleo e il piano sul combustibile

Tra i potenziali protagonisti del progetto figura Newcleo, la startup del nucleare pulito fondata nel 2021 da Stefano Buono. Newcleo ha già attirato l’attenzione di circa 700 azionisti, raccogliendo oltre 530 milioni di euro di capitali.
«Certo che ci interesserebbe avere un ruolo nella newco. Abbiamo già contatti con Ansaldo e ci piacerebbe estenderli alla nuova società», ha dichiarato Buono. «Se pensare a un nostro contributo in termini di know-how, brevetti e design di un reattore interamente italiano può sembrare ambizioso, in attesa di capire cosa farà Enel, un ambito in cui potremmo fare la differenza è il combustibile. Stiamo investendo nella produzione di Mox, una miscela di uranio e plutonio ricavata dai rifiuti radioattivi, che evita la necessità di estrarre nuovo uranio. In Italia, però, non esiste accesso al materiale necessario per produrre Mox, motivo per cui abbiamo trasferito la sede da Londra alla Francia».

La decisione di spostarsi in Francia è stata dettata anche da altri fattori. «Oltralpe c’è un ente regolatore per il nucleare che ci consente di procedere con i nostri piani, incluso quello di costruire e avviare il nostro primo reattore entro il 2033. Inoltre, lasciando Londra possiamo accedere ai fondi dell’Unione Europea. Contiamo sul fatto che la nuova Commissione Europea liberi risorse per il nucleare, riconoscendolo come fonte utile per gli obiettivi di decarbonizzazione».

Il supporto italiano e i piani di espansione

Nonostante la sede in Francia, Newcleo mantiene un forte legame con l’Italia. «Quasi il 90% degli azionisti e investitori sono fondi e family office italiani», ha confermato Buono. Il primo reattore elettrico interamente funzionante che l’azienda prevede di realizzare sarà italiano e sarà uno dei 12 prototipi in costruzione presso il centro di Brasimone, in collaborazione con Enea.
Guardando al futuro, Buono ha espresso l’auspicio di una quotazione sul mercato italiano: «La volontà di arrivare a un’IPO c’è e mi piacerebbe che avvenisse sul listino italiano». Newcleo, che oggi vanta una valutazione di 1,3 miliardi di euro, si qualifica già come unicorno.
La creazione della newco e l’eventuale coinvolgimento di Newcleo potrebbero segnare una svolta per il settore energetico italiano, aprendo nuove prospettive per la ricerca e lo sviluppo del nucleare come fonte strategica per la transizione energetica e la decarbonizzazione.

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